Mark Knopfler e Bob Dylan in concerto insieme

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Bob Dylan e Mark Knopfler | Foto web

Se uno pensa a due mostri sacri del rock come Mark Knopfler e Bob Dylan pensa subito a uno di quei concerti che, per quanto non possano piacere gli artisti in questione, si preannuncia sempre un megaevento. Ecco, ora pensate a tutti e due insieme in un unico concerto. Fatto? Bene, ora pensate a loro due che suonano insieme alcuni pezzi. Una roba da sogno, insomma. Fatto? Benissimo. Ora pensate se tutto ciò accadesse in Italia. Fatto anche questo? Ottimo. Ora potete svegliarvi, perché quel sogno è realtà.

Incredibile ma vero, Mr. Tambourine Man e Mr. Dire Straits si trovano per la seconda volta insieme e stavolta per celebrare i 70 anni di Bob Dylan:

Non vedo l’ora di essere on the road con Bob in un anno così speciale per lui. Festeggeremo insieme i suoi 70 anni” – ha dichiarato Knopfler – Con una tournèe di circa 30 date in Europa tra cui l’Italia: hanno suonato ieri, 11 Novembre a Firenze al MandelaForum, oggi 12 Novembre al PalaLottomatica a Roma e il 14 Novembre al MediolanumForum di Assago (Mi). Per la seconda volta perché già nel 1979 le strade dei due musicisti si incrociarono, con Knopfler che suonò la chitarra per “Slow train coming” e produsse “Infidels“.

bob dylan mark knopfler
Bob Dylan e Mark Knopfler | Foto web

Stando alle prime impressioni destate dai primi concerti, i due artisti avranno momenti diversi con band separate e distinte per suonare le loro scalette di circa un’ora ciascuna, tranne un momento preciso per dei duetti. Le band che accompagnano i due Maestri sono composte da musicisti di tutto rispetto: Bob Dylan ha al suo fianco Tony Garnier al basso, George Recile alla batteria, Donny Herron al mandolino e violino e Charlie Sextoon e Stu Kimball alle chitarre, mentre Mark Knopfler suona con Richard Bennett come seconda chitarra, Guy Fletcher come tastierista, Jim Cox come pianista, John McCusker come violinista, Mike McGoldrick come flautista, Glenn Worf come bassista e Ian Thomas come batterista.

Le scalette sono di quelle da far sognare ad occhi aperti o ad occhi chiusi lasciandosi cullare dalla musica, magari andando a tempo con le mani, mentre il sessantenne Mark o il settantenne Bob creano un piccolo spettacolo di magia musicale.

Per quanto riguarda Knopfler, la musica è bella dura, carica e densa d’emozioni e la scelta delle canzoni non risente molto dei Dire Straits e preferisce privilegiare la carriera solista del chitarrista, compreso un inedito, il suo ultimo pezzo “Privateering“: alla fine c’è gloria anche per pezzi come “Brothers in arms” e “So far away” in mezzo a pezzi stupendi come “Speedway at Nazareth” e “Marbletown” ed il tutto dura circa un’ora e un quarto.

La performance di Bob Dylan, invece, si svolge a luci quasi spente ed è una lunga carrellata in una carriera illuminata solo dalla musica e da pezzi immortali come “Leopard-Skin Pill-Box Hat“, “It Ain’t Me, Babe“, “Things Have Changed” e “Mississippi“, canzoni queste suonate insieme a Mark Knopfler che accompagna il Menestrello con la sua Fender, con l’armonica o con il piano.

Chiusa questa parentesi Dylan prosegue da solo con degli assoluti classici da leggenda in una versione in alcuni casi moderna ed energetica: ascoltare pezzi come “Tangled Up In Blue”, “Desolation Row”, “Highway 61 Revisited”, “Thunder On The Mountain”, “Ballad Of A Thin Man”, “All Along The Watchtower” e “Like A Rolling Stone” è sempre una di quelle esperienze capaci di segnarti nel profondo. Dopo un’ora e un quarto circa His Bobness saluta il pubblico e si ritira nelle quinte dello stago ed al pubblico rimane l’impressione di avere assistito ad un concerto che ha il sapore di una leggenda e che si candida come uno degli eventi imperdibili di questo autunno musicale italiano.

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