Il Mattino di Napoli lo ha definito “Cantattore”. Parliamo di Mario Augeri, napoletano di nascita, comincia a solcare i palcoscenici già in erba studiando recitazione con Antonio Casagrande (napoletano anche lui) diplomandosi alla scuola d’arte napoletana La Bottega del Mezzogiorno insieme a Maurizio, figlio di Antonio Casagrande. Non solo, proprio negli anni della formazione artistico professionale partecipa ad alcuni spettacoli musicali teatrali insieme al maestro Roberto Murolo. Nomi di tutto rilievo per chi non è a digiuno della cultura musicale e teatrale napoletana. Da qui l’idea di unire il suo spiccato ed innato senso dell’intrattenimento con la cultura musicale ereditata negli anni che gli è valso – per l’appunto – il titolo di Cantattore. Una nuova formula per l’Italia, un pò a digiuno in materia di musical rispetto alla cultura londinese d’oltralpe e quella americana, e comincia a girare l’Italia e l’Europa in lungo e largo partecipando anche agli show musicali di artisti del calibro di Tony Renis, Luca Ward, Lando Buzzanca – giusto per citarne alcuni. Avvalendosi della collaborazione artistica del maestro Danilo Minotti (nome conosciuto nel panorama musicale italiano) pubblica lo scorso 26 Marzo 2012 il suo primo cd dal titolo “Un Nuovo Look”, un esperimento che ha conquistato il pubblico per la semplicità e il carico di contenuti di cui è autore, compositore e cantante disponible in digital download tramite la piattaforma iTunes. Per la realizzazione del cd si è avvalso della collaborazione di numerosi musicisti italiani talentuosi ed apprezzati anche a livello internazionale con campionature che spaziano dal rock, al blues al funky.
Disco disponibile anche su supporto fisico, è possibile apprezzarne un estratto in rotazione musicale nelle radio italiane con il singolo “Un Nuovo Look” pezzo che da il nome all’omonimo album. Nove brani inediti di cui sette in lingua italiana e due in lingua inglese – intenzionalmente scritti e cantanti dallo stesso Augeri come egli stesso afferma – il disco è distribuito tramite l’etichetta Pirames International ed ha visto luce tra gli studi di Milano, Venezia ed il Forum Music Village di Roma; oltre al già citato Danilo Minotti – che oltre ad essere il produttore ha curato la sezione archi e fiati, il missaggio del cd nonchè esecutore delle chitarre ritmiche e solo – hanno collaborato inoltre Salvatore Mufale (pianoforte), Beppe Basile (batteria), Paolo Costa (basso) e Giovanni Boscariol (Hammond e Rhodes) con il mastering realizzato da Lorenzo Cazzaniga.
Sostanza e Contenuti: dall’esperienza teatrale Mario Augeri ha ereditato – unito al suo innato senso del divertissement – la capacità di intrattenere il pubblico, creando così un’alchimia con lo stesso in modo tale da cercare di comunicare il proprio pensiero e soprattutto facendo si che il pubblico stesso lo recepisca. Un rapporto biunivoco concepito in un momento storico in cui la forma prevale a discapito di ogni sostanza, in una società dove è sempre più difficile esprimersi ancora più complicato farsi comprendere e lanciare un messaggio. Questo in sostanza il contenuto dei nove brani tutti diversi tra loro, proprio perchè nati in momenti diversi come afferma lo stesso Augeri. L’intento principale, quello cioè che si recepisce dal buon prodotto di Augeri, è proprio quello di voler dare dei contenuti di valore a ciò che si vuole soltanto mostrare. Una caratteristica peculiare – quella di voler mostrare quello che non si è – della società odierna rappresenta dunque il corpus dell’intera opera; questa particolarità la si può anche apprezzare proprio dalla musica, con campionature suonate con mani e gambe e creatività dei musicisti (come si concepivano, cioè, i lavori di una volta) in controtendenza con il fenomeno pop/elettronico che sta pian piano invadendo il panorama musicale, lasciando così un retrogusto vintage ai veterani amanti della musica “suonata al naturale” se così si può dire. Insomma un buon prodotto, seppur all’esordio, considerando che come concetto generale gli artisti esprimono il meglio di sè quando sono ancora in erba.
CD e Copertina: cappellino nero, maglioncino a righe grigie e nere e sorriso sarcastico perso nel vuoto quasi a voler provocare l’ascoltatore, unito a quel titolo per certi versi burlesque che desta sicuramente curiosità. Sfondo con luce soffusa bianca, quasi a voler invitare l’ascoltatore a prestare attenzione dal momento che stiamo procedendo verso nuove frontiere ma stiamo perdendo la bussola di riferimento della terraferma. Un invito dunque ad analizzare ed analizzarsi prima di procedere verso il non ancora scritto futuro. Nove brani di cui sette in lingua italiana e due intenzionalmente scritti in inglese che creano un parallelismo tra musica e teatro, dal momento che le campionature sono tutte diverse tra loro, vuoi perchè nate in momenti diversi vuoi perchè rappresentano diverse sfaccettature di un umore soggetto a cambi repentini; non un genere dunque, ma più generi che rispecchiano oltremodo il cambiamento e il fluttuare incessante ed incostante della vita.
Un Nuovo Look: trascinante e coinvolgente la chitarra che si apprezza nella genesi del pezzo che apre l’album, accompagnata dalle trombe e dal groove della batteria. Testo provocatorio ed ironico con cori gospel, organo hammond e percussioni. Una perfetta alchimia tra musica, testo ed un’analisi accurata dell’andamento della società odierna troppo legata al mondo virtuale quando le persone si capiscono solo guardandole egli occhi.
I Will Always Love You: il primo dei due pezzi scritti in inglese dedicato ad una ragazza danese con la quale il cantautore ha avuto una storia d’amore a distanza, la cui vicinanza è sancita tramite il mondo virtuale che però, nella maggior parte dei casi, contribuisce solo ad allontanare la comunicazione a discapito delle incomprensioni. Una struttura molto semplice che esprime però la giusta alchimia tra armonia e melodia.
Adesso non ci Sei: pezzo a tratti malinconico, che sancisce una presa di coscienza, una consapevolezza che avvolge l’ascoltatore spezzata però dalla melodia che esprime semplicità, purezza e felicità. Sublime è l’imponenza degli archi dell’Orchestra di Roma accompagnata per l’occorrenza dal solo di sax suonato da Simone Salsa. Attenzione merita anche il coro gospel più volte presente nel cd.
Senza di Te: un pezzo dalle sonorità rock. Ce lo ricorda il riff di chitarra suonato da Danilo Minotti. Uno dei primi pezzi scritti da Mario Augeri (come dichiarato dallo stesso), è accompagnato dal solo di chitarra suonato dal solito Minotti che ne scandisce la struttura con il lavoro sublime del basso.
Tempo Perso: il pezzo più leggero dell’album, con il pianoforte che apre e chiude il pezzo accompagnato dalla voce limpida di Augeri ed una sublime sezione degli archi: la batteria delinea la struttura del pezzo.
S.O.S. Amico: partitura funky, un giro di basso che si lascia apprezzare in primo piano, la sezione fiati che spicca e trascina l’ascoltatore. Una leggera pausa nel mezzo del pezzo, una piccola riflessione possiamo azzardare, ed il solo blues in crescendo della chitarra suonata da Minotti che chiude il pezzo. Ottimo esperimento.
Quella che Vorrei: la chitarra stile film western si apprezza sulla genesi del pezzo. Ottima ballata in crescendo con i cori gospel, e la chitarra stile blues che ne delineano la struttura con il pezzo che si chiude con una leggera sfumatura.
Happy New Year: secondo dei due pezzi scritti in inglese, è una ballata che merita attenzione. La sezione fiati con le trombe e la chitarra che ne scandisce la melodia sono accompagnati dai cori gospel. La melodia ricorda molto le atmosfere di alcuni cantautori americani, non dimenticando però che questo è un prodotto italiano.
Col Pensiero solo a Lei: arpeggio di chiattara classica, si lascia apprezzare proprio perchè in sintonia con lo stile cantautorale italiano, la batteria che “leggera” si apprezza in sottofondo, gli archi ne delineano la struttura ed il solo di chitarra davvero coinvolgente, che tanto rimanda a quelle sonorità meridionali che hanno conquistato col tempo il mondo.
Storie di vita vissuta, del quotidiano che Mario Augeri ha saputo ben mescolare con la musica di qualità che palesemente si può apprezzare ascoltando questo lavoro. Restiamo all’ascolto e vediamo cosa ci proporrà in futuro.
Dite la vostra!