Si è fatto conoscere al grande pubblico grazie alla partecipazione al talent show di Canale 5 Amici di Maria De Filippi, dove un lungimirante Rudy Zerbi ha deciso di investire nel suo talento di cantautore: Marco Castelluzzo, partito dalla provincia di Lecce alla conquista di un posto nel panorama della musica italiana. Noi di MelodicaMente lo abbiamo contattato in occasione dell’uscita di “I sogni fanno l’alba”, il suo primo album, anticipato dal singolo “Se tornerai”. Giovane sì, ma determinato: ecco come si è dimostrato Marco Castelluzzo.
“I pensieri fanno l’alba” è il tuo primo album, già anticipato dal singolo “Se tornerai” e vanta la collaborazione e produzione di nomi importanti del panorama nazionale ed internazionale. Quali le soddisfazioni che adesso ti senti di esserti preso?
Le soddisfazioni sono tante. La più grande credo sia quella di aver lavorato ad un progetto interamente da solo quindi da indipendente ed avere anche l’approvazione di musicisti di fama mondiale come Phil Palmer e Phil Spalding.
Il tuo ruolo nell’album non si è limitato a quello di interprete, hai scritto in prima persona i pezzi della tracklist ed hai curato gli arrangiamenti. Se pensiamo che non hai ancora compiuto 20 anni, tutto questo ha dello sbalorditivo. Quali sono state le difficoltà nella lavorazione, magari che non ti saresti mai aspettato prima di entrare in sala di registrazione?
Le difficoltà sono veramente poche se si hanno le idee ben chiare. In questo mestiere ci vuole tanta forza di volontà e soprattutto decisione. Un giorno un uomo mi disse “Se non credi in quello che fai non sperare di poter convincere gli altri”.
Ad iniziarti alla musica è stato tuo padre: grazie a lui hai avuto modo di ascoltare fin da bambino artisti del calibro di Pink Floyd, Led Zeppelin, Deep Purple, che sono diventati il tuo punto di riferimento. Qual è la lezione che hai imparato da queste leggende?
Le cose che ho imparato da queste leggende non sono solo prettamente musicali. Mi hanno insegnato che la musica è il più grande mezzo per veicolare messaggi importanti e far sancire alla gente cosa si ha da dire. La potenza della musica è sbalorditiva. Davvero.
Domanda analoga, ma contesto differente per quanto riguarda due grandi musicisti con cui hai avuto modo di collaborare in “I pensieri fanno l’alba”, Phil Palmer e Phil Spalding, chitarrista e bassista che hanno suonato per Robbie Williams, Elton John, Lucio Battisti, solo per citare qualche nome. Com’è stato lavorare con loro in un rapporto alla pari?
Ben detto un rapporto alla pari. Non mi sarei mai aspettato alla mia età di avere la possibilità di suonare con questi grandi musicisti. Sono rimasti molto colpiti dal fatto che un giovane ragazzo potesse fare il lavoro di un intero team: autori, compositori e arrangiatori.
Hai avuto modo di farti conoscere al grande pubblico grazie alla partecipazione ad Amici di Maria De Filippi. Si parla molto di cantanti lanciati dai talent show che sentono il peso di un pregiudizio tutto italiano, che non gli riconosce il giusto merito. Tu come ti poni rispetto a questa situazione?
Albert Einstein disse “E’ più facile spezzare un atomo che un pregiudizio”. Aveva ragione. Purtroppo la gente è sempre pronta a puntare il dito perché è sempre la cosa più facile da fare in questi casi. A pochi importa cosa ci sia veramente dietro un artista, se passa da un talent è sempre automaticamente denigrato. Ma sinceramente parlando, a me poco importa. Ognuno per la sua strada.
Quando eri ancora un ragazzino, appena tredicenne, hai cominciato a suonare in una band, che allora aveva nome Free Minds, adesso hai intrapreso un percorso in solitaria. Quali sono i vantaggi ed i lati negativi di una carriera solista?
Creare una band che sarebbe entrata nella storia è sempre stato il mio sogno. Lo è ancora. Essere un solista mi ha dato la possibilità di conoscermi meglio e di scoprire nuovi lati di me, migliorarli e rafforzarli. Chissà, in un futuro prossimo riuscirò ad emergere con una band e mostrarmi appieno con una rock band a 360 gradi.
Giovane, amato dal pubblico, un disco appena pubblicato in cui hai preso parte attiva ad ogni aspetto della sua creazione. Cosa altro può aspettarsi di più dal futuro Marco Castelluzzo?
Il mio primo disco è stato davvero un grande passo. Ma sono giovanissimo ed è solo uno dei tanti passi che farò.