Malika Ayane, “Niente”. Testo

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Malika Ayane | © Flavio & Frank

Torna per la terza volta al Festival di Sanremo Malika Ayane e questa volta potrebbe essere quella giusta, la sua vittoria infatti è indicata da molti addetti ai lavori come la più probabile, tanto che anche la Snai la indica come regina della 63° edizione del Festival. In gara con due brani entrambi scritti per lei da Giuliano Sangiorgi dei Negramaro, “Niente” e “E se poi”.
Malika voleva un testo che le fosse cucino addosso e Giuliano ha composto “Niente“, un brano poetico e intenso con un crescendo che porta al trionfo finale. Così la cantante spiega la nascita di questo brano:
Già da tempo, ma specialmente in questo momento, sono concentrata, quasi ossessionata, sul raccontare i sentimenti in prima persona. “Niente” parla proprio di questo, quando si è legati, anche in modo molto forte, a qualcuno ma si è già capito, e deciso, che non si potrà andare avanti e che bisogna tagliare. Giuliano mi ha mandato un’incisione solo piano e voce avvisandomi: “Stai attenta, ti farà piangere”. Io l’ho ascoltata, l’ho rifatta con chitarra e voce e gliel’ho rimandata e lui dopo averla ascoltata mi ha risposto: “Adesso sei tu che hai fatto piangere me“.

Niente

(di G. Sangiorgi)

Cos’ho?
Ho dei tagli sul viso
S’, ma io cos’ho?
Che se sanguino rido
E mi sciolgo un po’
Tanto non sento niente
Parlo con te
Sempre
Anche se tu sei
Assente
E quelli non dicono
Niente
Solo un silenzio
Assordante
Muoio con te
Sempre
Quelli che parlano, parlano, parlano ancora
E non resta più niente
Proprio niente
Del cielo che abbiamo perso
Rubandoci i pezzi più neri
Più neri del nero
E ora più niente
C’è una stella cadente
Ma era l’ultima già
E schiantandosi precipita
Sulla mia pelle
Lascia un pozzo infinito
Dove tutto è finito
Per sempre finito
Nel fondo più fondo
Della libertà
Io non ho, non ho, non ho…
L’obbedienza
Di chi è sparito
Già da un po’
Se dipingi un paradiso
Io lo distruggerò
Così tanto per niente
Parto da te
Per tornare a essere
Niente
Finisco a te
Sempre
Analizzando la gente
Non ha più senso quel niente
Quelli che parlano, parlano e ancora poi parlano
E non resta più niente
Proprio niente
Del senso che abbiamo perso
Nei gesti di un altro

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