Da oggi 23 Ottobre, Lucio Dalla, scomparso il 2 marzo 2012 a Montreux in Svizzera, durante un tour, riposa nel cimitero di Bologna assieme ai suoi genitori. La salma del compianto cantautore bolognese era stata cremata la scorsa settimana e le sue ceneri inumate sono ora custodite al centro della Certosa nella zona monumentale del cimitero emiliano, vicino ad altri bolognesi illustri come Giosuè Carducci, Ottorino Respighi e Giorgio Morandi.
Accanto alla lapide, realizzata dallo scultore Antonello Paladino su progetto dell’amico Stefano Cantaroni, sono posti delle rose rosse e una sagoma che ritrae Lucio Dalla con bastone, panama e clarinetto con sul marmo la scritta “Musicista, poeta e maestro di vita“, mentre sulla lapide è incisa la frase “Buonanotte anima mia, adesso spengo la luce e così sia…” tratta dalla celebre canzone “Cara“.
La sagoma invece trae ispirazione da una foto scattata alle isole Tremiti dall’amico fotografo Luigi Ghirri e che fu poi scelta come copertina dell’album capolavoro “DallAmeriCaruso“. Infine sono stati posti un rosario, lo stesso che il cantautore portava sempre al dito, e una scultura in bronzo di un ragnetto per ricordare il suo soprannome, Ragno.
Il rito di benedizione, presieduto da padre Boschi, si è svolto in forma privata stamattina alle 8; oltre ai cugini, unici eredi del cantante, erano presenti alla cerimonia anche il compagno di Dalla, Marco Alemanno, tutto lo staff della Pressing, i manager Tobia Righi e Bruno Sconocchia, il musicista Beppe Donghia.
I familiari ed eredi di Lucio Dalla spiegano la decisione, presa in gran segreto, di traslare le ceneri del cantautore all’interno della tomba di famiglia:
“In un soffio era volato via creando un grande e doloroso vuoto in noi e fra tutte le persone che lo amavano e trovavano in lui il poeta, il cantante, l’artista e il grande maestro di vita. Ora si trova nel luogo del lungo sonno, per trascorrere la sua seconda fase della Vita. Per costruire questa sua ultima dimora abbiamo seguito l’insegnamento di Lucio che e’ cercare giovani talenti artistici dando loro spazio e aiuto. La ricerca ha condotto noi cugini e l’amico Tobia ad affidare il progetto dell’opera al suo caro e sincero amico Stefano Cantaroni e ad Antonello Sante’ Paladino che ha plasmato la tomba. Crediamo e speriamo che l’opera realizzata sia amata, oltre che da noi, da tutti coloro che lo seguivano, che lo apprezzavano e che la vorranno visitare”