Solo ieri si sono svolti i funerali di Lucio Dalla, nel giorno in cui avrebbe compiuto 69 anni ma già oggi l’attenzione si è spostata sulle polemiche nate dai commenti di alcuni gruppi gay che hanno criticato l’atteggiamento tenuto dalla Chiesa in occasione della cerimonia funebre nel corso della quale è intervenuto anche Marco Alemanno, compagno del cantautore bolognese. La questione ancora aperta è quella tra omosessualità e religione, questione delicata ed attuale.
La vicenda della quale si sta discutendo è quanto mai complessa e caotica: sostenitori delle due parti in causa si sono espressi, creando non poca confusione attorno alla figura di Lucio Dalla, che meriterebbe invece un po’ di pace.
Nonostante non avesse mai fatto coming out pubblicamente, che fosse gay era cosa risaputa, che Alemanno fosse suo compagno anche, così come che fosse anche un uomo estremamente religioso.
Non a caso a celebrare i funerali è stato il suo padre confessore e guida spirituale Padre Bernardo Boschi. Proprio lui è stato accanto a Dalla sia dal punto di vista religioso che umano, frequentandolo non solo tra le mura di un luogo sacro ma anche a casa propria, dove il cantante viveva con il compagno.
Ora, però, è proprio Padre Boschi ad essere attaccato e con lui tutta la Chiesa: molti sostenitori della causa omosessuale, ed anche la giornalista Lucia Annunziata, insinuano infatti il dubbio che se Lucio Dalla non fosse stato tale non avrebbe ricevuto lo stesso atteggiamento conciliante da parte della Chiesa.
Se non fosse stato un personaggio celebre ed amato dall’opinione pubblica, forse non gli avrebbero permesso di fare questa cerimonia, forse non avrebbero lasciato che il compagno leggesse “Le rondini”: questo è ciò che alcuni sostengono.
Una ulteriore spiegazione a tale comportamento sarebbe, a detta di certi, il fatto che Lucio Dalla a differenza di altri non abbia mai dichiarato apertamente la propria omosessualità, lasciando intendere un ambivalente atteggiamento di tolleranza o meno a seconda che si sia fatto coming out o no. Ipocrisia è ciò che viene recriminato alla Chiesa.
A tali accuse ed insinuazioni hanno risposto nelle scorse ore vari esponenti della Chiesa, tra cui il direttamente coinvolto Padre Boschi, che ha dichiarato:
Questi soloni che imperversano, dicendo che la Chiesa è ipocrita non sanno niente della Chiesa. Anche Gesù andava dalle prostitute perché si convertissero. Io sono andato tante volte a casa di Lucio e c’era anche Marco Alemanno, e non ho mai visto nulla.
Un atteggiamento deciso, forte, eppure poco dopo ha rilasciato alle Agenzie un comunicato in cui chiariva di non voler essere offensivo con queste sue parole e che per lui “il rispetto per tutti è la prima cosa”.
I funerali di Lucio Dalla sono stati co-celebrati da Don Idelfonso Chessa, frate della basilica di Santo Stefano, il quale ha avuto anche lui esprimersi in merito a queste polemiche, sostenendo che “sono immeritate, frutto di un’ipocrisia che confina con una sorta populismo di ritorno, mentre questo è il momento di tacere”.
Ed aggiunge:
Davanti al Signore ogni cosa viene ricomposta, al di là delle nostre fragilità. Non vedo perché io debba fermarmi di fronte a etichette che servono solo a far parlare. Quel che è prevalso è che lui era un credente. E questo dovrebbe prevalere sempre.
E infine a pronunciarsi direttamente sulla questione di un eventuale situazione di privilegio del cantante bolognese è Monsignor Silvani, Vicario dell’Arcidiocesi di Bologna, che ha dichiarato:
Il funerale di Lucio Dalla è stato fatto con i criteri con cui lo si sarebbe fatto con il funerale di qualsiasi altro cristiano, coinvolgendo le persone a lui più vicine, con attenzione alle loro esigenze, e dando alla liturgia un tono di affetto e familiarità. Non è stata la celebrazione di un funerale omosessuale, ma il funerale di un uomo. Si è voluto inventare un problema che non esiste cavalcando interessi mediatici per interessi che mi paiono un po’ estranei alla vicenda e ai sentimenti delle persone coinvolte.
Dall’altra parte di questa barricata si pronuncia, però, l’Arcigay di Bologna, che attraverso il proprio presidente Emanuele Zaino ha dichiarato:
Se accogliere Lucio Dalla in chiesa per i suoi funerali è stato un segno di apertura, la Chiesa lo espliciti chiaramente. Sinceramente credo che la Chiesa abbia dato un’interpretazione del comportamento di Lucio solo come religioso perché già i testi di alcune sue canzoni sarebbero da scomunica per la Chiesa. Insomma il senso è: se ti comporti così, ti benedico.
Ed aggiunge:
Non abbiamo mai chiesto a Dalla di partecipare a un nostro Pride né ad altre iniziative perché sapevamo della sua scelta di riservatezza, anche se non nascondeva la sua omosessualità, e l’abbiamo sempre rispettata. Nessuna vendetta da parte dei gay. Anzi, nel movimento molti ci hanno rimproverato di non essere intervenuti nel dibattito con dichiarazioni. Io credo solo che, messa alle strette, la Chiesa pensa di difendersi aggredendo noi. E’ la loro solita ipocrisia.
Leggendo questi brevi passaggi, che possono fungere da riassunto delle varie dichiarazioni rilasciate nel corso dei giorni passati, sembra solo l’ultimo dei capitoli di uno scontro ideologico e morale, oltre che religioso, che si protrae da secoli e si è andato acuendo negli ultimi decenni.
Personalmente, però, mi piace guardare alla cerimonia della scorsa domenica semplicemente come al giusto saluto che una città ed un popolo hanno voluto dare a un uomo che ha cantato la nostra vita. Questo è ciò che conta davvero.