LP: “Lost on you”. La recensione

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Da egregia sconosciuta a ospite di Mika in prima serata sulla Rai: questa è stata la parabola italiana di LP, al secolo Laura Pergolizzi, autrice della hit mondiale “Lost On You” che ha dato anche il titolo al suo nuovo album, uscito il 9 dicembre, che ha seguito di poco la pubblicazione dell’Ep “Death Valley“.

Di chiare origini italiane (nonni materni di Napoli e nonno paterno di Palermo), Laura Pergolizzi è cresciuta discograficamente come autrice per cantanti come Cher, Rihanna, Backstreet Boys, Rita Ora e Christina Aguilera ma nel tempo non ha mai disdegnato di cantare e produrre le sue canzoni incidendo tre dischi prima di questo fortunato “Lost on you” trainato dal singolo omonimo che ha monopolizzato le classifiche di mezzo mondo vincendo premi in Francia, Italia, Grecia e Polonia.

“Lost on you” parte da lontano quando nel settembre del 2015 la canzone “Muddy Waters” fu rilasciata e fu scelta l’anno dopo come colonna sonora del finale della quarta stagione della popolare serie televisiva di Netflix “Orange is the new black“. A novembre di quest’anno è stato prodotto il secondo singolo, la title-track “Lost on you”, che ha fatto conoscere LP al mondo e che come la prima deriva da una collaborazione con Mike del Rio. Prima di questo disco c’è stato l’EP “Death Valley” rilasciato a giugno di quest’anno e che contiene cinque delle dieci canzoni che si trovano poi nel disco vero e proprio. LP presenta così al pubblico il suo disco:Il processo creativo comincia collezionando piccoli pezzetti di canzone, ad esempio per “Lost on you” è il titolo che mi è arrivato e avevo questa sequenza di accordi mentre ero in tour, sul retro del furgone, me lo sono registrato e l’ho scritto e così ho collezionato anche piccoli pezzi di melodie e così è nata anche ‘Other People’. Poi sono diventata una po’ più ‘strutturata’, lo preferisco. Ero quasi stupita che potessi scrivere così tante canzoni, che fossi in grado di starci dentro giorno dopo giorno anche quando non stavo al meglio“.

L’album si apre con proprio con l’emozionante e azzeccatissima “Muddy Waters“, uno spiritual blues dove si respira l’aria della galera e delle catene degli schiavi dell’America del Sud ad ogni nota (mai titolo fu più azzeccato). Subito dopo troviamo “Lost on you“, pezzo su cui noi ci siamo già dilungati al tempo e che non ha bisogno di altre presentazioni ma solo di essere ascoltato, e “Strange“, altro pezzo che mostra la bravura di LP nella scrittura e nel pescare dal mondo del gospel e del soul americano.

LP Lost on you Cover
LP – “Lost on you” – Cover

Death Valley” ci avvolge con il suo sporco pop sotto effetto di distorsione ma molto accattivante mentre il fischio iniziale di “Other People” ci mostra un altro piccolo capolavoro che non sfigura affianco a “Lost on you”, anche qui pescando dalla tradizione americana, in questo caso dal folk e dal country-western. “No witness” richiama “Strange” per la sua struttura musicale mentre con “Up against me” il disco sterza decisamente verso il pop moderno con le sue melodie catchy che sembrano quasi trasformare la voce di LP e renderla simile a quella di Gwen Stefani in alcuni tratti.

Con “Tightrope” il disco rallenta un secondo con la canzone forse meno bella di tutto il disco ma subito dopo siamo investiti dalla forza vocale di “Into the wild” che si espande e mostra tutte le potenzialità della voce di LP ovemai ce ne fosse ancora bisogno. L’album si chiude con “You want it all“, altro pezzo che avrebbe da insegnare alle nuove generazioni di cantanti e musicisti su come si costruisce una canzone pop partendo da pochissimi elementi iniziali.

Lo dico molto apertamente, mi sono innamorato di questo disco: “Lost on you” di LP è un piccolo capolavoro, un disco perfetto (almeno al 90%) e che mostra il talento puro e cristallino di questa donna che, dopo aver scritto fior di canzoni per altri, ha deciso di venire allo scoperto in prima persona ed indossare le sue creazioni facendo conoscere al mondo il suo genio e la sua voce. E queste sono le due cose che colpiscono di più del disco, la facilità di scrittura di pezzi accattivanti ma in fondo semplici e molto legati al mondo musicale americano (con folk, country, gospel e soul sparsi a piene mani) e la voce di LP, capace di travestirsi, trasformarsi e quando necessario elevarsi in maniera limpida e pulita (se avete sentito qualche sua esibizione dal vivo sapete di cosa sto parlando). Come già dicemmo mesi fa, segnatevi questo nome perché ne sentiremo parlare sempre più spesso.

 

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