Un viaggio indietro nel tempo, dopo un assaggio di quello che i Litfiba hanno da offrirci nel presente, con il loro “Grande Nazione“. L’esperienza del concertone dedicato alla loro Firenze è stata più che positiva, intrisa di nostalgia di quegli anni Ottanta che hanno segnato forse l’era d’oro di Piero Pelù e Ghigo Renzulli, oltre che del panorama rock italiano.
Erano gli anni di “Desaparecido” e dei Diaframma, riportati sul palco da Federico Fiumani in un duetto davvero storico con la bellissima “Amsterdam“, proprio come promesso più di un mese fa.
La serata si apre con gli Antinomia, band emergente che si è aggiudicata il primo posto nel Grande Nazione Rock Contest. La band torinese, guidata da Riccardo Rizzi, scalda il pubblico con del rock che inneggia proprio agli anni Ottanta di cui sopra, ed è impossibile non notare la somiglianza (o forse un po’ troppa emulazione) della voce di Rizzi con quella di Piero Pelù. In alcuni pezzi sembra anche di risentire i Diaframma, se non anche i cari, vecchi Timoria. Nel complesso soddisfacenti, gli Antinomia hanno avuto la possibilità di farsi ascoltare anche con qualche brano in più del previsto, su tutti spicca il loro “Illusioni ottiche”.
Ma passiamo al concerto vero e proprio, l’arrivo sul palco di Piero Pelù e Ghigo Renzulli è sempre una grande emozione, perché il pubblico si aspetta nuove sorprese, soprattutto in occasione di una serata così speciale, che vede alternarsi sul palco anche membri storici della band. Partiamo dal 1993, direttamente da “Terremoto” sentiamo “Maudit” e da qui si nota immediatamente il messaggio che Pelù vuole lanciare: è stanco dell’andazzo del nostro Paese. Nel corso della sua esibizione, durata ben tre ore, ricorda i cassintegrati (“Il nostro Paese non ha bisogno di una parata del 2 di giugno: se ammettiamo che ci deve essere una parata militare il 2 giugno, allora poi voglio anche la parata dei medici, dei professori, degli operai, dei cassintegrati, che ormai sono un vero esercito nel nostro paese“), con pochi giri di parole spiega ciò che il Governo Berlusconi ha fatto agli italiani (“Ai suoi festini non si scopati solo le maiale, ma 60milioni di persone!”), le critiche arrivano anche per Matteo Renzi, sindaco di Firenze, per le sue ultime, discutibili, scelte politiche nei confronti della sua città. La rabbia è tanta, infatti rimaniamo nelle atmosfere hard rock di “Terremoto” con “Dimmi il nome“, poi si passa agli ultimi pezzi, con “Grande Nazione” e si ritorna al ’93 con “Prima guardia“, altra canzone di protesta del gruppo fiorentino. Piero Pelù si mostra in ottima forma e non smette di saltare nemmeno per un attimo, invogliando il suo pubblico, composto non solo da giovanissimi, ma anche da vecchi fan pronti per un revival che li lascia pienamente soddisfatti.
Si torna ai pezzi di “Grande Nazione”, tentativo non pienamente riuscito di tornare al vecchio sound, ma brani del tutto apprezzabili durante il live: “Barcollo” e “Fiesta tosta“, durante la quale arriva un reggiseno sul palco, con cui Pelù scherza prontamente. Un altro salto indietro nel tempo, andiamo al 1987 e da “17 Re” i Litfiba tirano fuori “Come un Dio“, poi si passa agli anni Novanta di “Mondi Sommersi” con “Sparami” ed è il turno del tastierista Antonio Aiazzi sulle note de “Il volo“, dedicata a Ringo De Palma, scomparso 22 anni fa. Di nuovo un ritorno al presente con “La mia valigia“, sentito abbondantemente in radio in questi ultimi mesi, e poi arriva il grande momento del duetto Piero Pelù-Federico Fiumani, sulle note della storica e poetica “Amsterdam“, datata 1985. I Litfiba alternano brani vecchi e pezzi nuovi, con “Brado” torniamo alle sonorità di “Grande Nazione” ma poi si fa un altro salto indietro, con Gianni Maroccolo al basso per “Tex“, durante la quale Piero Pelù lancia le sue frecciatine alle ultime decisioni politiche di Renzi, soprattutto sulla chiusura del CPA, storico centro sociale fiorentino.
Daniele Trambusti sale sul palco insieme a Federico Poggipollini, siamo ai tempi di “El Diablo” ed è il turno di “Gioconda” in cui il chitarrista di Ligabue si lancia in una piacevolissima jam session con Renzulli, seguita da “Regina di cuori” e “Cangaçeiro“; arrivano, poi, una suggestiva “Istanbul” e “Il vento“, “Apapaia“, “Resta“. I Litfiba spariscono per qualche minuto dal palco, il ritorno è in grande stile con una splendida “Fata Morgana“. Ritorno all’ultimo album con “Elettrica” e poi “El Diablo” e “Ritmo“, senza fermarsi e invogliando il pubblico a saltare sempre di più. Sembra che il concerto sia ormai giunto a conclusione, ma è tempo di intonare “Lo Spettacolo” ed un’immancabile “Lacio Drom“, durata circa quindici minuti, con il ritorno di tutti i grandi ospiti della serata sul palco, per regalarci i loro assoli.
Il grande evento organizzato dai Litfiba non è solamente un omaggio alla città di Firenze, che ha dato loro i natali, ma anche al rock italiano, quello più genuino, in mezzo a tanti occhi nostalgici. Ancora una volta non si può che rimanere soddisfatti dallo spettacolo che Piero Pelù, dall’indiscutibile carisma, ci regala insieme al fidato Ghigo Renzulli. Peccato per la breve durata delle performance dei vecchi membri della band, tuttavia nessuno forse si sarebbe aspettato un concerto di tre ore, in cui i Litfiba hanno regalato al loro pubblico alcuni dei pezzi più belli della storia della band. Ce ne andiamo più che soddisfatti, in attesa di una replica al più presto.