Ligabue conquista l’Italia da Campovolo

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Luciano Ligabue

Era il 10 settembre del 2005 quando Luciano Ligabue dava il via all’esperimento di Campovolo, non riuscitissimo ma da non accantonare in toto. Infatti, nel 2011, il rocker emiliano ha deciso di riprovarci e di non ricommettere gli errori dell’esperienza passata, si sa che sbagliando s’impara. La data è stata forse meno azzeccata, tra luglio e settembre l’afa fa una certa differenza, ma questo non ha di certo scoraggiato i fans del Liga, che si sono presentati all’aeroporto di Reggio Emilia anche una settimana prima, per non perdersi l’evento, figlio del record europeo di sei anni fa.

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Campovolo 2011 | Repubblica.it
Questa volta Ligabue non s’è fatto fregare: l’acustica che al primo giro aveva deluso tutti e i quattro palchi che non avevano permesso una visione “integrale” dello spettacolare concerto, sono stati rimpiazzati da un’acustica decisamente migliorata (sempre nei limiti della vastità del luogo) ed il palco è rimasto unico, ma ben visibile: novanta metri (ed in più 1100 metri quadri calpestabili, 19 torri altoparlanti per un totale di 200mila watt), con la super passerella che ha permesso al cantante di passare in mezzo al suo pubblico di affezionati, per un grande, immenso, abbraccio collettivo. Luciano Ligabue è arrivato mentre il sole salutava le centoventimila persone presenti all’evento, ustionate dalle ore pomeridiane più calde ma determinate più che mai a far sentire la loro voce. Camicia a quadri aperta sul petto e forma smagliante, Liga e la sua banda hanno dato il via al concerto di Campovolo 2.0 con “Questa è la mia vita“, uno dei pezzi più conosciuti di “Fuori come va“, che scalda immediatamente il pubblico della “Woodstock della bassa“. Nel 2005, in realtà, sono state contate ben 165.264 presenze, diminuite quest’anno per questioni di sicurezza, ma anche con quarantamila voci in meno, la gente non molla e si fa sentire. Oltre all’acustica, che man mano che ci si allontana dal palco non è proprio impeccabile, bisogna tenere in considerazione le oltre centomila voci che coprono la voce di Liga nell’aria, con tutto l’amore di cui sono capaci. Ovviamente non manca la solita contrapposizione Ligabue-Vasco Rossi, fomentata anche da divertenti striscioni e cori da stadio (Chi non salta Vasco Rossi è!), ma a Campovolo, è chiaro, sono arrivati tutti per una sola rockstar e si tratta di Luciano: la gente è accorsa dalle regioni più vicine, ma nemmeno i fan provenienti dalle regioni più lontane, come la Sicilia e la Campania, si sono fatti molti scrupoli e la notte li ha accolti tra marciapiedi e treni extra, mentre i loro occhi luccicavano di soddisfazione. Trentuno brani in scaletta, di cui molti piacevolmente riscoperti durante questo live: dal fanclub Bar Mario hanno scelto di sentire “I duri hanno due cuori”, uno dei pezzi più vecchi di Liga che, come lui stesso spiega, i fan affezionati conoscono, ma molti altri non hanno idea di cosa sia. Spuntano anche pezzi come “Anime in plexiglass” e “In pieno rock’n’roll” che rendono il pubblico ancor più felice d’aver preso parte all’evento, per potersi cimentare con alcuni pezzi storici del cantante che prima d’ora non avevano fatto capolino sul palco, proprio come gli inediti “M’abituerò” e “Sotto bombardamento“, opere rimaste nell’ombra per molti anni, attuali più che mai, ma non pienamente convincenti. “Un colpo all’anima” è il secondo brano che viene accolto calorosamente dal pubblico, che lo canta senza perdersi nemmeno una nota.
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Luciano Ligabue | Repubblica.it
Il terzo brano intonato da Luciano è anticipato da una voce piuttosto conosciuta, soprattutto dai fan di vecchia data: “Ai… Al… Vagano, vagano. Girolanz… Gironzano… Gironzalon” direttamente da “Amarcord” di Federico Fellini, che apre “I ragazzi sono in giro da “Buon compleanno Elvis!” (1995). Dal pezzo movimentato si passa alla romantica ballata “Ci sei sempre stata“, che vede Corrado Rustici esibirsi in passerella con un grande assolo finale. Il pubblico torna a scatenarsi sulle note di “Atto di fede” e “Le donne lo sanno“, poi tocca a Mauro Pagani. La band saluta il pubblico e il poliedrico artista arriva sul palco con la sua Bottega Musicale ed intona con l’armonica “Ho ancora la forza“, c’è quasi da sperare che arrivi anche Francesco Guccini sul palco a completare l’opera. La slot machine sul grande schermo lancia i Clandestino, secondo gruppo che collabora con Liga sull’enorme palco e che parte al meglio con “Anime in Plexiglass“, poi “Figlio d’un cane” e “M’abituerò“, il primo brano inedito, scritto ai tempi in cui Ligabue suonava con gli Orazero. Il pubblico inizia ad agitarsi quando si sente il grido di “Hey stellaaaaa!” (da “Fronte del porto”) e tocca a “Marlon Brando è sempre lui” e poi finalmente la canzone scelta dai fans: “I duri hanno due cuori“, seguita da “Non è tempo per noi” e “Balliamo sul mondo“. E’ tempo di andare, per i Clandestino, mentre Mauro Pagani dà il via a “Il giorno di dolore che uno ha“, poi torna la banda con “In pieno rock’n’roll“, “Vivo, morto o X” e “Viva” con tanto di assolo di Mel in passerella, assolutamente apprezzato. Arriva il secondo inedito, “Sotto bombardamento“, ma il pubblico si riscalda davvero con “Quella che non sei” e “Certe notti“, seguite da “Tra palco e realtà” e la sempre emozionante “Buonanotte all’Italia”, “Quando canterai la tua canzone“, “A che ora è la fine del mondo?” e “Piccola stella senza cielo”, intonata sotto un cielo che di stelle ne regala poche, ma in compenso è illuminato da una splendida luna piena. “Sulla mia strada” e “Urlando contro il cielo” continuano a far scatenare il pubblico, poi il concerto si chiude in attesa del bis. Luciano Ligabue riprende con “Il peso della valigia”, “Il meglio deve ancora venire”, poi arrivano i saluti e l’ormai classico “Taca banda!“. Trentuno pezzi tutti d’un fiato, CampoVolo è un grande regalo che Ligabue ha fatto ai suoi fan e che i fan in realtà hanno fatto anche a lui, che ribadisce di sentirsi sempre in dovere nei loro confronti. L’atmosfera di certo è molto meno raccolta rispetto ai concerti che si sono tenuti in teatro o negli stadi, ma questo non ha intaccato la qualità del suono, resa ottima anche dai leggendari Rigo Righetti, Federico Poggipollini, Mauro Pagani, Mel Previte. Le canzoni di Ligabue hanno segnato un gran bel pezzo di storia della musica italiana e sentirle intonare da oltre centomila persone è sicuramente una sensazione che, da bravi fan, almeno una volta andrebbe vissuta, per capire che ad amare le parole semplici e profonde di Luciano siamo davvero in tanti e che la musica non ha limiti nè confini: un’onda travolgente di note e persone ha popolato la notte di Campovolo, non servono prove più concrete di così.

4 COMMENTS

  1. Bè, questo è un articolo…se citi per più volte “i 31 brani in scaletta” e metti tutti i titoli in neretto mi sembra un pò inutile saltare 2 brani scrivendone solo 29! Questo articolo dovrebbe avere una funzione informativa per chi non era li e vorrebbe saperne di più su tutto quello che riguarda l’evento. 😉

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