Le Rivoltelle: “Le rivoltelle”. La recensione

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Le Rivoltelle - "Le Rivoltelle" - Artwork

Nel panorama musicale italiano sono pochi i gruppi tutti al femminile: ricordiamo le EVA e le Bambole di Pezza, citando a memoria. Ebbene, da oggi possiamo aggiungere il gruppo punk-rock tutto al femminile delle Le Rivoltelle che hanno presentato un disco omonimo.

Il disco “Le Rivoltelle” contiene 12 canzoni divise in maniera equa: 6 inediti e 6 cover. Le musiche variano dal rock allo swing con incursioni nello ska ed i testi, graffianti e ironici, mostrano quale sia l’anima del gruppo. Le stesse componenti del gruppo Elena (voce, violino, sax e chitarre), Alessandra (basso, chitarre, voce e cori), Paola (batteria, percussioni e cori) e Angela (chitarre e cori) descrivono così il loro disco:

Un album importante, fortemente desiderato e significativo per la nostra identità artistica, fonde insieme quello che eravamo, le cover, e quello che vogliamo essere, gli inediti. I nuovi brani sono l’espressione di quello che siamo oggi con tutti i nostri sogni e tutte le nostre paure.

Il disco ci accoglie con la cover di “Paint it Black” dei Rolling Stones nella versione italiana di Caterina Caselli “Tutto nero“, e qua subito si mostrano le caratteristiche del suono della band, duro e puro (con un piccolo cameo di “Cuore Matto” di Little Tony). La seconda canzone, “Ve ne andate o no?“, un ironico inno contro la classe politica italiana che ha avuto un discreto successo, strizza l’occhio al blues e al jazz da big band e da film gangster anni ’30.

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Le Rivoltelle – “Le Rivoltelle” – Artwork

E’ poi il turno della seconda cover, una versione “on the road” di “Siamo solo noi” di Vasco Rossi che non colpisce moltissimo al primo ascolto. Dopo è il turno di “Un’emozione romantica“, il secondo singolo originale, una canzone d’amore in tema ska-reggae, canzone molto piacevole. Subito dopo si passa alla cover di “Piccolo uomo” di Mia Martini: la canzone è molto piacevole finchè non scivola nello ska finale, a nostro avviso un po’ forzato.

Passiamo a “Io ti voglio, voglio, voglio…” altro discreto singolo del gruppo, qui alle prese con un rock duro e puro e con un testo che parla di stalking fino al finale narrato su una chitarra arabesca: dopo è il turno della prossima cover, e stavolta è il turno di “Parole parole” di Mina che subisce un completo maquillage a base reggae lasciando un attimo interdetti per gli intramezzi narrati che però non stonano nel contesto della canzone. La canzone dopo, “Taglia 38“, è una invettiva contro l’anoressia e l’ossessione del corpo che hanno ormai molte ragazze.

Siamo ormai quasi alla fine del disco, e la nuova cover è “Pensiero stupendo” di Patty Pravo, sicuramente la cover meglio riuscita del disco per intensità e affinità con l’originale. “Viva la fine del mondo” parla invece della fine del mondo, finalmente per alcuni, purtroppo per altri.

Eva Kant” invece celebra la famosissima eroina delle sorelle Giussani, con un dark rock noir quasi alla crooner degli anni ’50, paragonando l’eroina dark italiana alla prima donna e a Lilith. Il disco si conclude con l’ultima cover, “Bell’Italia” di Fabio Concato, un delicato affresco del nostro paese rivisto in chiave rock prima e reggae poi per un discreto risultato finale.

Come disco di esordio non è assolutamente male, ma il fatto che la metà dei brani del disco sia cover pesa non poco sulla valutazione del lavoro finale. Per quello che si è sentito dei singoli inediti, il gruppo sa affrontare tematiche anche scottanti e attuali con un piglio sfrontato e deciso. Le aspettiamo con un lavoro “tutto” loro.

Voto: Dite la vostra!

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