Il giorno di Pasqua Achille Lauro ha condiviso il primo teaser ufficiale di “Lauro”, il nuovo album di inediti in uscita il 16 aprile. Il teaser ripercorre la sua storia fin dall’infanzia, arrivando all’ultimo Sanremo, in cui ha fatto (come sempre) discutere con i suoi “quadri”. Nella conferenza stampa di oggi, Achille Lauro ha parlato del nuovo progetto.
Oltre la performance
Achille Lauro si racconta e racconta la nascita del nuovo album, “Lauro”, che sarà disponibile dal 16 aprile. Un album che parla degli ultimi, delle periferie, ma che porta anche a riflettere su diverse tematiche: sulla lotta tra il bene e il male, sull’amore e il femminismo, su una generazione persa che non sembra trovare una propria identità. “Il 2020 è stato un anno abbastanza difficile” ha raccontato Achille Lauro “e io ho cercato di fare il punto di questo disastro, di tirare fuori qualcosa di buono. Mi sono ritrovato ad avere un centinaio di brani scritti”. Al secolo Lauro De Marinis, il cantante ci tiene a specificare che il suo lavoro non è puramente estetico: “Qualcuno pensa che la performance sia solo mettersi la parrucca e un vestito, ma ogni progetto ha più chiavi di lettura. Tutto è studiato nel dettaglio, io ne sono ossessionato, controllo anche quello che la gente non sente. Prima di fare uscire qualsiasi cosa, lo rimetto in discussione tante volte”.
La copertina dell’album, “una cover minimalista”, è un suo quadro che riprende il famoso “gioco dell’impiccato”. Una vera e propria contraddizione, se si pensa che si tratta di un gioco per bambini. Contraddizione che viene riportata anche nel fatto che il disegno e la parola non potrebbero essere completi in contemporanea e per questo l’ultima lettera, la “O”, rimane in rosso. “Rappresenta una fine che può essere vista in tanti modi: la fine di un amore o di un percorso lavorativo, è la scelta di rifiutare la fine che ci era stata imposta e guardare a un nuovo inizio”. Nel contorto mondo di Achille Lauro “a volte non si è compresi perché c’è molta strada tra quello che si pensa e quello che poi arriva fuori”, per questo ci tiene a spiegare il suo lavoro nel dettaglio, così come nel dettaglio è stato concepito.
Per ogni lettera, un genere musicale
Ogni lettera del suo nome è associata a un genere musicale, esattamente come quelli che ha rappresentato sul palco di Sanremo 2021. Il glam rock è un “manifesto di libertà, rappresenta la scelta di essere tutto e niente, di rappresentare qualcosa di teatrale ma mantenendo un’anima, è la solitudine coperta dal trucco e da un costume”. C’è poi il rock’n’roll, che rappresenta la voglia di cambiamento e di rinascita ed è anche “la parte più spensierata del disco”, spiega Lauro. Segue la musica pop, che “in Italia è vista come una cosa frivola e di poco valore, per me significa farsi un’idea sbagliata di qualcuno”, spiega, ricordando di come all’estero invece la musica pop sia percepita in modo totalmente diverso. C’è poi il punk rock, “icona della scorrettezza, l’anticonformismo, il mio non seguire mai quello che funziona, la voglia di fare sempre qualcosa di nuovo e di unico”. Achille Lauro parla di un periodo difficile per la musica, in cui tutto sembra dover essere omologato: “i ragazzi guardano quello che funziona e lo emulano. Dio benedica chi se ne frega: per me il punk rock è molto importante, per il messaggio che porta. Ho fatto sempre tutto il contrario di quello che si aspettavano da me e la mia fortuna è aver trovato delle persone, a partire dalla mia discografica, che mi hanno dato fiducia, come hanno fatto Amadeus e Fiorello a Sanremo”. La O, in rosso, è la lettera associata alla classic orchestra, “per me la musica è qualcosa di profondo, non è solo un passatempo. Gli elementi dell’orchestra sono persone che per tutta la vita hanno studiato nelle loro stanze, sono dei solisti che poi, messi insieme, vanno a creare una grande opera. È quello che facciamo poi tutti nella vita, dietro tutto questo c’è la voglia di portare qualcosa di più grande della musica”.
Fallimento e rinascita
Achille Lauro dedica molto tempo alla sua grande passione, “perdendoci le notti”, e per questo non ama essere descritto come un modello di Gucci o un prodotto di marketing. Lui ama controllare ogni singolo aspetto dei progetti che propone, ricercare la parola perfetta da usare, e ama circondarsi di persone che ci credano quanto lui, “che non lo fanno solo per guadagno, per lavoro, ma soprattutto per passione. Noi siamo artigiani, abbiamo costruito tutto questo mattone su mattone, abbiamo concepito il fallimento come una possibilità e (anche) tanti fallimenti hanno fatto quello che siamo oggi”. Per questo, quando parla ai giornalisti che veicoleranno il suo messaggio e presenta il suo “Lauro”, dice in maniera estremamente sentita: “vi chiedo di averne cura”.
L’album, spiega, è suddiviso in due macro-aree, quella più introspettiva e quella più grunge e punk rock. È una fotografia di una generazione in cui nessuno sembra credere abbastanza in se stesso, è una riflessione del mondo che lo circonda. “Le mie canzoni sono spontanee, raccontano quello che sento in un preciso momento, che cerco di immortalare. Chi vorrà andare a fondo, capirà che c’è sempre qualcosa di più e che ogni brano offre diverse chiavi di lettura, dalla più superficiale a quella più profonda”. Achille Lauro, malinconico e tormentato, racconta di guardare al passato con malinconia e di creare i suoi progetti guardando al futuro, mentre nel processo creativo “non esiste il presente. Faccio anch’io parte di questa generazione che ha bisogno di una ricerca continua”. Nonostante tutto ciò che si possa dire di lui, del mondo da cui proviene – ed anche della sua famiglia – le polemiche restano indietro, mentre si concentra sulla sua passione più grande: “Sì, è vero, il successo può essere una gabbia. E io mi concedo il lusso di essere libero, grazie al successo”.
LAURO. L’ultimo album – Official teaser
Lauro, tracklist
- PREQUEL
- SOLO NOI
- LATTE+
- MARILÚ
- LAURO
- COME ME
- FEMMINA
- A UN PASSO DA DIO
- GENERAZIONE X
- BARRILETE COSMICO
- PAVONE
- STUPIDE CANZONI D’AMORE
- 13. SABATO SERA