Alla scoperta di Laura Marling che, intanto, pubblica il suo terzo disco

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Laura Marling
Laura Marling

Classe 1990 e capelli biondissimi, uniti ad una voce essenziale; stiamo parlando di Laura Marling, giovanissima cantautrice britannica che si sta facendo sempre più conoscere all’interno del panorama musicale neo folk ma anche alternative rock. Il 12 settembre uscirà il suo terzo disco “A Creature I Don’t Know” e, l’attesa attorno a questa interessante protagonista della scena inglese è sempre più alta. Paragonata fin dal suo esordio ad artisti come Lily Allen o Regina Spektor, Laura Marling ha iniziato a farsi conoscere grazie al noto social network (ora quasi esclusivamente musicale) MySpace.

Laura Marling
Laura Marling

L’etichetta discografica WayOut West Records è entrata in possesso del materiale, totalmente autoprodotto, di Laura Marling, proponendole un contratto discografico che, ha poi permesso l’uscita del suo primo EP “My Manic and I” pubblicato nel 2007.

E’, però, grazie al disco di debutto “Alas, i Cannot Swim” che s’inizia sempre più a sentir parlare di questa cantautrice completamente lontana da tutto il mondo fantascientifico ed esibito delle celebrità d’oggi. Viso pulito, con pochissimo trucco, e una voce molto intima, perfetta per raccontare la sua vita, Laura Marling ha poi pubblicato nel 2010 “I Speak Because I Can” nel 2010, riuscendo ad ottenere un riscontro ancora maggiore.

Entrambi i dischi sono stati nominati per il Mercury Prize, poi vinto nel 2008 dagli Elbow e nel 2010 dagli XX ma, la carriera di Laura Marling sembra solo all’inizio e, anch’ella è conscia del proprio potenziale. A The Guardian, Laura Marling ha parlato del nuovo disco “A Creature I Don’t Know” esprimendo la volontà di sentirlo totalmente proprio, senza alcun supporto esterno in quanto lo ritiene un prodotto molto privato e totalmente incentrato su lei stessa.

Laura Marling, durante i prossimi mesi terrà alcuni concerti, in terra britannica, proprio per la promozione di “A Creature I Don’t Know” e a riguardo, ecco quali sono state le sue parole: “It was quite an interesting way of doing it because it allowed to put my stamp on it before anybody else put their stamp on it. With the first two albums – Charlie produced ‘Alas I Cannot Swim’, and it’s as much his album as it is mine, and with ‘I Speak Because I Can’, the style of the drumming and the bass playing is very much a representation of the characters who were playing on that album, and Ethan stepping in as well.”

Il disco “Alas, I Cannot Swim” fu, a detta della stessa Marling, profondamente ispirato al suo ex fidanzato, il cantante dei Noah And The Whale, Charlie Fink, che la aiutò anche nella propaganda e pubblicazione del lavoro. Il disco seguente, invece, “I Speak Because I Can” è stato profondamente organizzato e gestito dal produttore Ethan Johns.

Laura Marling
Laura Marling

Laura Marling, giunge dunque in questo 2011 con un nuovo cd che mira a mostrare la sua consapevolezza attuale e soprattutto la voglia di proporre musica a modo suo. Proprio parlando con XL Repubblica, la cantautrice ha spiegato che questo nuovo disco è stato scritto con la consapevolezza di non essere più da sola: durante i passati tour, infatti, la Marling è stata supportata da un nucleo di musicisti. La band, inizialmente vista solo come accompagnamento, ha un ruolo molto più forte attualmente, tanto che Laura Marling confessa di aver scritto le nuove canzoni con la consapevolezza di essere poi suonate da un mix di violoncello, chitarre e corni.

Concludendo, Laura Marling dimostra di essere una cantautrice a tutti gli effetti; non ha paura di ammettere che ogni singola canzone è autobiografica e soprattutto non ha bisogno di puntare su altri lati che non sia quello strettamente della propria voce: in un panorama di abiti scintillanti e succinti, la Marling si presenta per lo più vestita con jeans e una maglietta, mai troppo scollata. Una giovane cantautrice che confessa di reagire ancora con molta diffidenza alla fama e che, forse, si sarebbe accontentata anche di suonare nei piccoli locali inglesi. Dopo la nomination al Mercury Prize, lei stessa ammette che tutto, paradossalmente, si è complicato, diventando serio.

Una cantautrice ancora da scoprire, imparando ad amare quel lato ingenuo e profondamente umile che l’ha portata a dichiarare di essere contenta della vittoria degli Elbow ai Mercury Prize, una band nata ancor prima che lei nascesse.

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