Quest’oggi ci avviciniamo ad un disco sicuramente molto particolare e diverso dagli standard attuali. Ad un primo ascolto, Lassociazione assomigliano profondamente a Davide Van de Sfroos, il dialetto utilizzato dalla band è diverso da quello di Davide Bernasconi, se si vanno a spezzettare le due proposte musicali si riconoscono immediatamente diversità ma, l’approccio iniziale e complessivo, è molto simile.
Lassociazione sono un miscuglio di dialetto ed italiano, entrambi vengono utilizzati come linguaggi sullo stesso livello.
La band si percepisce subito che non ha alcuna intenzione di arrivare in cima alle classifiche ma che vuole fare musica un po’ come ai vecchi tempi, alle feste di paese, in alcuni concerti intimi, quasi più per divertimento piuttosto che per realizzare un vero e proprio lavoro discografico creato per sfondare e convincere le masse.
Lassociazione spiegano questa voglia di avvicinarsi alla parola dialettale montanara reggiana come un “processo intimo”, qualcosa che profuma di antico, di naturale, di sano. Il dialetto, si sa, è la lingua della gente, di tutta quella gente che popola il nostro paese e che magari non ha mai sentito la voglia, l’esigenza o che non ha mai potuto allontanarsi dalla propria casa, dalla propria regione, e quindi l’unica vera lingua che pratica nella quotidianità è il dialetto.
Alla scoperta de Lassociazione
“A strapiombo” giunge dopo “Aforismi da castagneto”, l’album di debutto pubblicato in modo del tutto indipendente e che non ha mai raggiungo altre regioni oltre i confini locali. Lassociazione sono dunque un fenomeno di terra reggiana che con 3000 copie del primo album hanno proposto un tour in molti paesini, proprio per far conoscere la loro musica alla loro gente, quella gente che raccontano in ogni parola, in ogni frammento di questo disco. Il live sembra essere una dimensione perfetta per Lassociazione che è in grado di costruire un vero e proprio mondo anche grazie all’utilizzo di strumenti musicali inusuali.
“A strapiombo” è stato registrato in una antica pieve tra i boschi, dopo un anno passato a suonare fra montagna e pianura. Il nuovo disco è uscito per UPR/EDEL nel mese d’aprile e, con il dovuto tempo, sta arrivando anche agli organi di stampa, per lo più locali ma, una casa si costruisce mattone dopo mattone, non in un battito d’ali.
Lassociazione vede Marco Mattia Cilloni come voce del gruppo e alla chitarra, Giorgio Riccardo Galassi come voce e armonica della formazione, Gigi Cavalli Cocchi (Ligabue, CSI, Clan Destino, M.Zamboni) alla batteria, Francesco Ottani come voce e chitarra, Filippo Chieli (MCR,C.Donà,A.Morselli) al violino e viola, Enzo Frassi al basso elettrico, Massimo Guidetti (Ustmamò,C.Basile,B.Cobham) alla tromba e flicorno, Marcello Ghirri (Ateche) al banjo, Gianfranco Fornaciari (Ligabue,Clan Destino,Marlene Kuntz) alle tastiere. Basta dunque un’occhiata agli strumenti e alla corposità della band per capire che ci si trova davanti ad una proposta musicale inconsueta.
Lassociazione – “A Strapiombo”, l’analisi del disco:
Ci troviamo davanti al secondo lavoro della formazione che, ha già richiamato l’attenzione dei mezzi d’informazione locali, su tutti “Il Resto del Carlino” che a Lassociazione ha dedicato già diversi articoli. Il suono di questo disco è davvero difficile da spezzettare: non vi sono canzoni che sono analizzabili da sole, indipendentemente dalle altre, è tutto un fluire, un fiume che quasi non ha una suddivisione dei vari brani ma è “A strapiombo”.
Colpisce anche la scelta di una copertina senza ombra di dubbio molto incisiva e, a gusto personale, davvero bella e soprattutto in linea con il concept del titolo del disco: magari da Lassociazione ci si aspettava l’artwork classica con una foto della formazione al completo e invece no, ci troviamo davanti ad una copertina davvero ben pensata e che si presta ad una doppia lettura: ci troviamo davanti ad uno strapiombo, una roccia dunque che si apre sull’infinito ma anche un uomo, una figura umana piegata fino ad assomigliare ad uno strapiombo. Una scelta che innalza la qualità del lavoro stesso in quanto mostra appunto un pensiero ben preciso al di sotto. Magari, è semplicemente un’impressione e la copertina è stata scelta frettolosamente in un minuto ma, da una lettura attenta, così non sembra.
Tracklist – Lassociazione – A Strapiombo:
- Santa Maria
- Valentino
- Vorrei Cantare
- Me I Sun C’Me Sun
- Zichin
- Vustida
- Fuochi nella Notte (di San Giovanni)
- In Cimbali
- Me i sun c’me sun
- Via Di Bandita
- Al Ciel An’ Chimporta
Basta anche solo aprire il sito ufficiale de Lassociazione per essere catapultati in un ambiente che farebbe invidia a “Il Signore degli Anelli – La Compagnia dell’Anello”. Tantissimi alberi, un bosco, delle rocce, un ambiente profondamente naturale che porta quasi a sentire un ruscello d’acqua in lontananza. La musica proposta dalla band assomiglia proprio a tutto questo: sono sogni comuni, storie di vita vissuta e raccontata, storie di viaggi, di speranze, storie di quotidianità.
In una intervista è stato chiesto a Lassociazione il motivo di questo successo, almeno per quanto riguarda la loro terra e la risposta è stata “parliamo di cose semplici”. Mai risposta fu più veritiera e questo emerge da ogni canzone di questo “A Strapiombo” che si avvicina così tanto ad una poetica libera e sincera che profuma di radici territoriali, di un legame che sta sempre più scomparendo.
Ci ritroviamo a confrontarci con un disco che è un profondo inno alla tradizione, con una grandissima musicalità, frutto di continui live e di un affiatamento fra i membri de Lassociazione che si sente, si sente moltissimo. Una tradizione che urla in ogni canzone, che vuole essere preservata con una musica liberatoria e sentita, con una musica vicina al popolo. Si parte dunque da “Santa Maria” che è davvero un inno popolare, completamente in dialetto ma che, anche chi non lo comprende, può assaporare. C’è una musicalità che fa muovere il corpo quasi come una pizzica, una dimostrazione che ognuno ha il proprio background di balli, tradizione, musica ma che questo può essere anche esportato, che questo può trovare un consenso anche fra chi, magari non comprende appieno ogni sfumatura del preciso dialetto in questione.
Come abbiamo sottolineato nell’introduzione, sarebbe un peccato spezzettare questo flusso musicale in brani che forma davvero un continuum inscindibile. Segnaliamo però, in particolar modo, la ballata malinconica “Vorrei Cantare” con un misto fra italiano e dialetto e l’altrettanto poetica “Via Di Bandita”, poetica perché è in grado di descrivere una vita comune, delle problematiche quanto più possibili reali. Un disco che piacerà molto a tutti coloro che trovano nella musica popolare l’essenza di tutta la musica. Un recupero del dialetto completamente avvenuto e, realizzato davvero molto bene.
Voto:
Dite la vostra!
Gent.ma Violet
la ringraziamo per la sua positiva recensione al nostro album “A Strapiombo”, tuttavia, mi permetto di correggerla rispetto gli obiettivi del gruppo da lei presunti.
Non capisco secondo quali elementi lei è giunta a questa conclusione (cito le sue parole):
“La band si percepisce subito che non ha alcuna intenzione di arrivare in cima alle classifiche ma che vuole fare musica un po’ come ai vecchi tempi, alle feste di paese, in alcuni concerti intimi, quasi più per divertimento piuttosto che per realizzare un vero e proprio lavoro discografico creato per sfondare e convincere le masse”.
Forse perchè ci esprimiamo molto con il dialetto (oltre che con la lingua italiana)? Se così fosse, Pino Daniele, i Sud Sound System o Alan Stivell (che cantava in Bretone)…tanto per citarne alcuni avrebbero dovuto limitare il proprio raggio d’azione solo nella loro regione.
Un “piccolo” errore di valutazione quindi, e ci teniamo a precisare che non poniamo limiti di luogo, spazio e numeri alla nostra proposta musicale.
grazie per l’attenzione
Per “Lassociazione”Gigi Cavalli Cocchi