La vita imprevedibile (e nuova) delle canzoni di Antonella Ruggiero

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Ci sono pochi talenti eclettici e cristallini in Italia come quello di Antonella Ruggiero, storica ex cantante dei Matia Bazar e che dal 1996 ha dato il via alla sua carriera solista e che riesce, grazie alla sua elevata estensione vocale, a passare dal registro pop a quello lirico di soprano leggero, affrontando con la stessa decisione e con la stessa maestria la musica sacra, il jazz, la musica popolare, il tango, la musica corale e bandistica, la musica classica e quella contemporanea senza disdegnare esperimenti sinfonici ed elettronici.

Forte di questo bagaglio la Ruggiero ha fatto uscire verso la fine dello scorso anno “La vita imprevedibile delle canzoni“, registrato presso la fabbrica Fazioli Pianoforti di Sacile, dove la cantante affronta 15 canzoni del suo repertorio che vengono riproposte in una nuova veste con l’accompagnamento al pianoforte classico del maestro Andrea Bacchetti e l’arrangiamento di Stefano Barzan. In questo nuovo album la Ruggiero, nonostante i suoi 64 anni, mostra come le sia davvero l’ugola d’oro per antonomasia della musica italiana per timbro, virtuosismi ed estensione vocale e che solo Giuni Russo sia paragonabile a lei nel panorama musicale italiano.

Antonella Ruggiero - La vita imprevedibile delle canzoni Andrea Bacchetti Pianoforte - Artwork
Antonella Ruggiero – La vita imprevedibile delle canzoni Andrea Bacchetti Pianoforte – Artwork

Il disco ripropone una lunga serie di successi sia del periodo dei Matia Bazar che del periodo da solista: così canzoni come “Cavallo bianco”, “Ti sento”, “Vacanze romane” e “Elettrochoc” cedono il passo a “Amore lontanissimo”, “Echi d’infinito” e “Non ti dimentico” e ci sono solo la voce di Antonella e il pianoforte di Bacchetti: dopo tutti gli esperimenti con la musica sacra (“Luna crescente – Sacrarmonia”) e con quella più contemporanea (“Registrazioni moderne”) e le contaminazioni con la musica operistica è ora il tempo di lasciare lo spazio alla voce e alla magia che è capace di sprigionare la Ruggiero. È un disco che rilegge passato e presente in chiave nuova e alcune canzoni ne guadagnano (“Cavallo bianco”, “Echi d’infinito”, “Controvento”, “Aristocratica”, “Non ti dimentico” e una magistrale “Non ti dimentico”) mentre altre ne escono indebolite, forse perchè lòe versioni originali si poggiavano sul ritmo e ne escono intenerite dal nuovo confronto (“Elettrochoc”, “Ti sento”, “Fantasia”, “Per un’ora d’amore”). Nonostante questo è un buonissimo disco che regala momenti di autentica magia e di questi tempi è merce rara e preziosa.

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