La musica fa 80 – Tears for Fears

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Quattordicesimo ed ultimo appuntamento (almeno fino a Settembre) con la nostra rubrica sulla musica degli anni ’80 e abbiamo deciso di chiudere per ferie parlando di un grandissimo gruppo che ha segnato la musica degli Eighties con il loro pop adulto e raffinato. Signori, vi presento i Tears for Fears.

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I Tears for Fears sono un gruppo musicale New wave britannico formato nei primi anni ottanta dal chitarrista Roland Orzabal e dal bassista Curt Smith, che si incontrano da ragazzi nella città di Bath e suonano nel gruppo dei Graduate, una band Mod Revival/New wave che pubblica un primo album, “Acting My Age“.
Nel 1981 Orzabal e Smith decidono di concentrarsi sul genere Post-Punk, basandosi su gruppi come i Talking Heads e Brian Eno, e abbandonano quindi i Graduate, formando un gruppo chiamato prima The History of Headaches e poi Tears for Fears (lacrime di paura) prendendo spunto da un trattamento psicoterapeutico sviluppato dallo psicologo Arthur Janov, nel corso del quale il paziente riprova le primissime sensazioni dell’età perinatale.
Il gruppo, nelle intenzioni di Orzabal e Smith, era composto da loro come nucleo e da musicisti diversi scelti di volta in volta per completare il quadro.
Con la nuova formazione, i Tears for Fears vengono scritturati dalla Phonogram Records nel 1981 e pubblicano il loro primo singolo “Suffer the Children“, seguito l’anno dopo dalla loro prima hit, “Pale Shelter“.
I Tears for Fears raggiungono il successo con il terzo singolo, “Mad World“, che raggiunge la testa della classifica inglese nel 1982. Il loro primo album, “The Hurting“, viene pubblicato nel marzo del 1983, con l’aiuto del tastierista e compositore Ian Stanley e del batterista Manny Elias. “The Hurting” può essere considerato l’unico concept album della band, grazie ai testi di Orzabal che parlavano della sua infanzia amara e della sua educazione. L’album raggiunge il 1º posto nel Regno Unito e ne venne estratto un quarto singolo, “Change“.
Alla fine del 1983 la casa discografica mette sul mercato un singolo inedito, “The Way You Are“, l’ultimo della band dove si fa largo uso di sintetizzatori.
Dopo un lungo lavoro, Orzabal e Smith pubblicano nel febbraio del 1985 “Songs from the Big Chair“, prodotto da Chris Hughes e Ian Stanley: il titolo dell’album si ispira ad una mini-serie britannica, Sybil, dove una donna dalla personalità multipla spesso si rifugia nella sua personale “grande sedia”.
L’album è un successo mondiale, grazie ai singoli “Mothers Talk“, “Shout“, “Everybody Wants to Rule the World“, “Head Over Heels” e “I Believe“, ed il tour mondiale che ne segue vede però l’abbandono del gruppo da parte di Manny Elias.
Durante il 1985, i Tears for Fears non parteciparono al Live Aid di Bob Geldof: dopo essere stati inizialmente scritturati per esibirsi al JFK Stadium a Filadelfia, il gruppo dà forfait. inizialmente si vocifera che sia per la mancata disponibilità del chitarrista Andrew Saunders e del sassofonista William Gregory, in scadenza di contratto, ma dopo però salta fuori il motivo: Orzabal pretendeva garanzie dall’organizzatore Geldof perché i soldi dell’evento fossero effettivamente utilizzati per combattere la fame nel mondo. Si disse anche che Geldof minacciò la band dicendo che i Tears for Fears avrebbero contribuito alla morte di mezzo milione di africani se non si fossero esibiti.
Passa un lungo periodo di pausa e nel 1989 i Tears for Fears pubblicano il loro terzo album, “The Seeds of Love“, registrato tra vari studi e vari set di produzione spesso in jam-session, con il costo del disco che lievita oltre il milione di sterline inglesi e che indebita fortemente band e casa discografica. Nonostante questo è il miglior disco della band, con influenze che vanno dal gospel ai Beatles, come si evince dal primo singolo, “Sowing the Seeds of Love“, mentre il secondo singolo, “Woman in Chains“, che vede Phil Collins alla batteria e Oleta Adams come seconda voce, raggiunge la Top 20 in Francia, Italia, Olanda e in molti altri paesi.
L’album è un successo mondiale, anche se minore rispetto a “Songs from the Big Chair”, e costringe la band ad un lunghissimo tour sponsorizzato dalla Philips per cominciare a ripagare i debiti contratti per la produzione. Nel contempo vengono estratti altri due singoli, “Advice For the Young at Heart” e “Famous Last Words“.
In seguito a questo disco, la situazione tra Orzabal e Smith precipita ed i due sciolgono il loro sodalizio artistico: Orzabal viene accusato di essere troppo macchinoso e frustrante in fase di produzione, mentre Smith accusa profondo disgusto per il mondo della musica pop e rimane scosso dalla fine del suo matrimonio.
Gli anni ’90 per i Tears for Fears sono pieni principalmente di attacchi reciproci a mezzo stampa tra i due fondatori, anche se Orzabal cerca di tenere in vita il nome della band incidendo nel 1992 il singolo “Laid So Low (Tears Roll Down)” e nel 1993 l’album “Elemental“, di cui ricordiamo il singolo “Break it Down Again“, che entra nella Top 20 in Inghilterra, Francia, Italia e Olanda.
Nel 1995 Orzabal ci riprova e pubblica il disco “Raoul and the Kings of Spain“: nonostante l’album sia un disco di ottima fattura e di matura composizione, il disco è un flop a livello commerciale e la sua pubblicazione viene rimandata di quasi un anno per alcuni problemi di contratto con la Sony, problemi che portano alla rescissione del contratto stesso.
Nel mentre, Smith si trasferisce a New York e impiega diversi anni a riprendersi dagli effetti della notorietà e comincia lentamente a ricomporre musica, fondando nel 1995 con l’autore Charlton Pettus il duo Mayfield, suonando canzoni semplici e melodiche. La band suonava solo dal vivo e senza nessun obbligo di contratto, cosa che riconcilia Smith col mondo musicale, e per pubblicare i loro pezzi, Smith crea una sua etichetta, la Zerodisc, diventando un precursore della distribuzione musicale indipendente attraverso internet. Smith inoltre comincia a gestire la carriera di numerosi artisti indipendenti.
Nel 2001, impegni burocratici costringono Orzabal e Smith ad incontrarsi e parlarsi per la prima volta dopo circa dieci anni: i due appianarono le loro controversie e cominciano a comporre nuovo materiale, materiale che sfocia in un disco di dodici canzoni, “Everybody Loves a Happy Ending“: il disco ha una vita difficile ma viene finalmente pubblicato dalla New Door nel settembre del 2004. L’album viene pubblicato nel Regno Unito ed in Europa e viene seguito ad Aprile da un tour, la cui esibizione allo stadio Parc des Princes di Parigi del giugno 2005 viene pubblicata su CD e DVD.
Nel 2006 il disco “Songs from the Big Chair” fu ripubblicato in edizione deluxe con aggiunta di b-sides e rarità.
Noi vi proponiamo “Sowing the seeds of love”: buon ascolto.

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