La musica fa 80 – New Kids on the Block

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Buongiorno signore e signori, spero abbiate fatto buone ferie e che siate pronti per cominciare una nuova stagione insieme a MelodicaMente e ai suoi approfondimenti. Riprendiamo la rubrica sugli anni ’80 analizzando la storia del gruppo che ha creato il fenomeno delle “teen band”. Stiamo parlando dei New Kids on the Block.

I New Kids on the Block sono una pop band (con influenze R&B, hip hop e dance) di Boston, Massachusetts, nata nel 1984 grazie al lavoro del produttore Maurice Starr: Starr, dopo l’esperienza con il gruppo New Edition, voleva crearne un omologo “bianco” e tenne delle audizioni a Boston. Le audizioni, tenute insieme alla sua partner commerciale Mary Alford, coinvolsero circa 500 ragazzi e portarono alla luce il talento come rapper, dancer e showman del 15enne Donnie Wahlberg, il primo membro della band. Wahlberg aiuterà Starr e la Alford portando nella band il suo migliore amico Danny Wood, suo fratello Mark, il suo compagno di classe Jordan Knight, dotato di un falsetto eccezionale, e suo fratello Jonathan.
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Il gruppo subito perde Mark, rimpiazzato da Jamie Kelley, licenziato per mancanza di disciplina: per soppiantare Jamie, Starr seleziona il 12enne Joey McIntyre, scelto per cantare le parti in assolo.

Il gruppo ormai è fatto, manca solo il nome ed un contratto: il contratto lo registra Starr con la Columbia Records, il nome verrà fatto cambiare dalla stessa casa discografica: da Nynuk si passerà a New Kids on the Block.

L’album di debutto della band è datato Aprile 1986, porta il nome della band ed è stato quasi completamente scritto da Starr. Le canzoni sono per teenager ma il successo dei singoli, “Be my girl” e “Stop it girl” è a dir poco inesistente. Parte quindi una feroce attività promozionale da parte di Starr, che fa cantare il gruppo ovunque riesca: bar, clubs, scuole di danza. Starr riesce anche ad ottenere la produzione di un secondo album, calmando la furia della casa discografica.

La registrazione del secondo album prende quasi due anni e vede un lavoro più fattivo anche da parte di Donnie, Danny e Jordan. Il primo singolo, una ballata dal titolo “Please don’t go girl“, viene pubblicato nella primavera del 1988, ma all’inizio passa inosservato, e la Columbia decide di rescindere il contratto con i 5 ragazzi di Boston: a salvare tutto sarà una stazione radio in Florida, che comincia a passare la canzone ed in breve diviene la più richiesta dagli ascoltatori. Dopo questo riscontro, la Columbia decide di promuovere meglio e con più forza il gruppo e realizza un video del singolo, diretto da Doug Nichel, mandandolo a tutte le stazione video e radio. In breve la canzone scala le classifiche e si attesta al 10° posto della Billboard’s Hot 100 Singles Chart.

Il secondo album dei New Kids on the Block, “Hangin’ tough“, viene pubblicato nel settembre del 1988: la popolarità del gruppo Americano ormai è nazionale e le vendite ne risentono, trainate anche dal secondo singolo, “You got it (the right stuff)“, mandato in rotazione da MTV e che raggiunge la Top Five. Il singolo successivo, “I’ll be loving you (forever)“, raggiunge il primo posto della Billboard Hot 100 Singles chart. Dallo stesso album verranno estratti altri due singoli, “Cover girl” e “Hangin’ tough“, ed entrambi raggiungeranno la Top Five. Alla fine del 1989, “Hangin’ tough” raggiunge la Numero Uno nella Billboard 200 Albums Chart, diviene otto volte disco di platino e i NKOTB diventano il primo gruppo per teenager ad avere avuto cinque Top Five dallo stesso album.

Nel frattempo “Hangin’ tough” vince due American Music Awards per “Best Pop/Rock Album” e “Best Pop/Rock Group” e la Columbia Video rilascia “Hangin’ Tough“, un documentario sulla band, diretto da Doug Nichol e prodotto da Bryan Johnson, con all’interno I loro Quattro video ed un concerto registrato durante il tour del 1989. Il video guadagna un Grammy come “Best Long Form Music Video” e diventa uno dei video maggiormente venduti di tutti i tempi.

Nel 1990, con una popolarità alle stele, I NKOTB pubblicano “Step by step“, album scritto e prodotto per la metà dagli stessi membri della band: il singolo omonimo scala subito le classifiche e si piazza al primo posto della Hot 100 Singles Chart, mentre il secondo singolo “Tonight” entra nella Top Ten. I successivi singoli, “Let’s try it again” e “Baby I believe in you” hanno successo soprattutto in Inghilterra e Giappone, a dimostrazione della caratura ormai internazionale del gruppo e del successo del disco, che arriva a vincere il triplo platino e a vendere 20 milioni di copie nel mondo.

Il gruppo continua a stupire: fa un tour da 200 concerti l’anno, viene sponsorizzato dalla Coke, il loto fan-club ufficiale conta oltre 200.000 membri, un loro speciale trasmesso nel 1990 per la TV via cavo distrugge tutti i record finora conosciuti e nasce una vera e propria “craze” nei loro confronti: vengono prodotto magliette, libri di fumetti, cassette per il pranzo, bambole, carte da gioco con il loro nome, ed addirittura viene fatto un cartone animato su di loro: si stima che nel 1991 il gruppo abbia venduto per circa 400 milioni di dollari.

La Columbia, per capitalizzare, pubblica alla fine del 1990 un album di remix dal titolo “No more games/The remix album“, un album di remix con due inediti, “Call it what you want” e “Games” che raggiungono la Top15.

Nel 1991 la band non pubblica niente di nuovo ma continua il suo tour in Europa e Asia. Nel 1992 la band pubblica il singolo “If you go away“, ma non è il singolo il motivo per cui si parla dei NKOTB: il gruppo è accusato di playback durante le performance live da Gregory McPherson, un maestro di musica che ha lavorato con loro per il terzo album, “Step by step”. Secondo McPherson il vero cantante era Starr e il gruppo cantava su cori pre-registrati durante le loro performances live. Le accuse fanno sì che il gruppo interrompa il loro tour in Australia e voli a Los Angeles per esibirsi live all’Arsenio Hall Show, cantando un medley dei loro successi e ammettendo nell’intervista successiva alla performance la presenza di cori di sottofondo durante i loro concerti. Nel 1992 i New Kids on The Block intentano una causa di diffamazione contro McPherson e le accusane decadono pochi mesi dopo, ma il danno sembra fatto: il gruppo riceve sempre più critiche sul loro apparire come un gruppo di strada e sull’utilizzo dei cori registrati e le vendite cominciano a calare, anche grazie all’avvento del gangsta rap e del grunge.

Il gruppo si separa da Maurice Starr e si rinomina NKOTB, pubblicando nel 1994 il loro quarto album, “Face the music”: a dispetto delle critiche musicali positive, l’album fatica a sfondare a causa delle aspettative commerciali su di esso, ed il singolo “Dirty Dawg” si piazza solo al 66esimo posto della Billboard Hot 100, e migliore fine non ha il singolo successivo, “Never let you go“.

La band comincia ad esibirsi in piccoli club e teatri, e a causa di crisi di ansia e di panico, Knight abbandona il gruppo: i quattro componenti rimasti decidono di sciogliere ufficialmente il gruppo

Dopo lo scioglimento, i componenti del gruppo decidono di mettere su famiglia e mantenere un basso profilo, e non ci sono reunion, nonostante vari tentativi da parte di MTV e della VH1.

La reunion però c’è nel 2008, con il gruppo che si mette a registrare il loro quinto album in studio e pubblicando un singolo, “Summertime”. Nell’Agosto del 2008 esce il secondo singolo, “Single” insieme a Ne-Yo, seguito dal disco, “The block“. L’album debutta al primo posto della Billboard Top Pop Albums Chart e viene seguito da un tour che ha come supporters Natasha Bedingfield e Lady Gaga, per un totale di 48 concerti sparsi per il mondo. Il tour del 2009, il “Full Service Tour“, vede come supporters Jesse McCartney e Jabbawockeez, mentre per il 2011 è annunciato un tour dei New Kids on the Block insieme ai Backstreet Boys e con supporters Jordin Sparks, Ashlyne Huff e Matthew Morrison.

Una curiosità: il Commonwealth del Massachusetts ha dichiarato il 24 Aprile “New Kids on the Block Day.”

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