Le carceri dovrebbero essere un luogo di recupero e di redenzione dai crimini commessi ma spesso sono additate come lager e balzano all’occhio della cronaca per vicende assolutamente poco nobili e condivisibili. C’è però un progetto che è nato nel 2013 e che sta tentando di portare la musica nelle prigioni italiane.
L’iniziativa è nata nel 2013 ed è stata organizzata dal Cpm Music Institute e firmata dal suo presidente Franco Mussida, con il sostegno economico di SIAE, la Società Italiana degli autori ed editori e con la collaborazione dell’Università di Pavia e il patrocinio del Ministero della Giustizia: dopo 3 anni di sperimentazione ora è prevista l’installazione di speciali audioteche, divise per “stati d’animo”, in 12 carceri italiane, ovvero la Casa Circondariale Femminile di Rebibbia (RM), la Casa Circondariale Dozza (BO), la Casa Circondariale Santa Maria Maggiore (VE), la Casa Circondariale Sollicciano (FI), la Casa Circondariale Secondigliano (NA), la Casa Circondariale di Monza, la Casa di Reclusione di Milano Opera, la Carcere di San Vittore (MI), la Casa Circondariale Lorusso e Cutugno (TO), la Casa Circondariale Monteacuto (AN), la Casa Circondariale di Marassi (GE) e la Casa di Reclusione di Parma.
Da questa collaborazone, che ha ottenuto quest’anno la Medaglia di Rappresentanza del Presidente della Repubblica, è nato il progetto CO2 “Controllare l’odio” che vedrà il 14 dicembre alle 12 l’esibizione della sezione femminile del carcere di Rebibbia nei 357 metri di sonorizzazione degli anditi in cui risuoneranno i 2000 brani della playlist studiata dalle detenute insieme a Federico Zampaglione, leader dei Tiromancino: a sostenere l’iniziativa c’è la Texim, distributore per l’Italia del marchio Electro-Voice, che ha creato delle strutture apposite che separano gli spazi detentivi da quelli di colloquio e consultazione. Una novità che, come spiegano loro, suona anche come un’opportunità: “Le donne della Casa Circondariale potranno creare delle playlist personalizzate individuando i brani che ritengono più adatti e conformi per il loro percorso emotivo fra quelli presenti nell’audioteca composta da circa 2.000 brani di musica strumentale, fra cui composizioni orchestrali, colonne sonore, musica classica, pop rock, elettronica e musica etnica.”
Il cuore di CO2 è un’audioteca non più divisa per generi musicali, ma per grandi stati d’animo prevalenti. CO2 diventa la metafora di controllare l’odio, un veleno fatto dei peggiori umori e sentimenti, una sorta di un’anidride carbonica che avvelena e incentiva un clima che divide, separa, porta allo scontro, alla guerra. Il senso del progetto è quello di lavorare consapevolmente con le forze della musica al fine di ampliare l’orizzonte emotivo di chi nelle carceri subisce questo clima, offrendo la gioia di respirare, ascoltando musica, l’arcobaleno emotivo di tutti gli altri sentimenti, limitando così l’incidenza di quell’invisibile veleno emozionale.
Viva soddisfazione è stata espressa da Franco Mussida: “La Musica offerta in modo innovativo come elemento trattamentale nel periodo di detenzione, produce degli straordinari effetti collaterali. Il cammino musicale permette alle detenute di creare una calda culla per i propri pensieri, creata dai climi emotivi che esalteranno il potenziale consolatorio e amorevole contenuto nelle composizioni che verranno diffuse, riscaldando emotivamente un luogo di per sé desolato. Inoltre, ci teniamo a sottolineare che questo progetto è nato dal suggerimento del Comandante della Polizia Penitenziaria subito ripreso dalla Direttrice del Carcere, a dimostrazione della sensibilità che questo corpo di sorveglianza ha verso la popolazione detenuta.”