Kasabian: “Velociraptor!”. La Recensione

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Kasabian - Artwork Velociraptor
Kasabian - Velociraptor | © Sito Ufficiale

Non c’è nessun’altra band che sta riscuotendo così tanta attenzione mediatica come i Kasabian e, loro, ne sono perfettamente consci. Tom Meighan e Serge Pizzorno sono i due personaggi principali della band originaria di Leicester che, proprio alcuni giorni fa, è ritornata a far parlare di sé grazie all’uscita di “Velociraptor!”. Oltre ai due noti volti, la formazione vede fra le sue fila Chris Edwards al basso e Ian Matthews alla batteria.

Il disco è già stato ampiamente discusso sia in MelodicaMente ma anche dagli stessi componenti della band che, nel corso del periodo pre-uscita hanno svolto una delle migliori promozioni degli ultimi anni. Le ultime dichiarazioni di Tom Meighan, cantante della formazione, nella quale ha parlato di Amy Winehouse, aprono una considerazione forse non proprio originale ma sicuramente il più sincera possibile verso un mondo come quello discografico dove ben poco appare della personalità umana se non quella necessaria per emergere. Il cantante, infatti, interrogato sulla morte della voce soul ha spiegato le paure ma soprattutto l’abuso di sostanze stupefacenti. Questo discorso era già stato approfondito da Serge Pizzorno in un’altra sede, qualche mese fa, quando aveva dichiarato che il ripulirsi da tutti gli abusi era un bisogno necessario dato dalla nascita del figlio ma anche a favore di una migliore creatività.

Kasabian - Artwork Velociraptor
Kasabian - Velociraptor

Riprendendo, però, il motivo originale di questo articolo, ossia la discussione di “Velociraptor!” bisogna innanzitutto dire che il cd risulta essere un prodotto discografico che si completa solo se si è a conoscenza delle ultime dinamiche del gruppo e, per questo ho ritenuto necessario richiamarle. “Velociraptor!” appare con un sound davvero interessante e poliedrico; il disco non disillude le grandissime attese ma sottolinea la capacità di un gruppo che a grandi passi sta diventando sempre più richiesto e soprattutto amato in Gran Bretagna ma anche nel nostro paese; i fan non possono di certo perdersi l’unico appuntamento italiano della formazione: 20 novembre all’Alcatraz di Milano.

Anticipato da un singolo molto potente come “Switchblade Smiles”, “Velociraptor!” mostra una sperimentazione interessante; i quattro ragazzi del Leicester avrebbero potuto proporre undici “ballate-rock” nel loro perfetto stile ma, hanno invece dimostrato quanto sia divertente e prolifico muovere passi anche in altri ambiti. E’ difficile giudicare quali brani siano i migliori o i più interessanti, poiché, il parere musicale come solito è strettamente personale.

Oggettivamente le canzoni che si discostano maggiormente dal repertorio dei Kasabian come “Let’s Roll Like We Used To” e “Neon Noon” necessitano di qualche ascolto in più rispetto agli altri brani che, hanno la caratteristica comune di arrivare immediatamente. Non a caso queste canzoni di cosiddetta sperimentazione sono state collocate in apertura e chiusura del disco proprio per lasciare l’ascoltatore con qualche nuovo interrogativo. I testi mostrano una capacità di risultare musicali e orecchiabili fin da subito; il compositore dei brani, Serge Pizzorno, nonché chitarrista della formazione, continua, non a caso, ad essere l’anima del gruppo. Lo stesso musicista con origini italiane, ha più volte sottolineato come “Velociraptor!” suoni “rapido ed aggressivo” in richiamo proprio dell’animale preistorico.

Kasabian
© Gareth Cattermole/Getty Images
Kasabian

Intervistati da qualsiasi magazine più o meno prestigioso inglese ma, anche internazionale, Meighan e Pizzorno hanno sottolineato che questo disco è il più completo del loro repertorio e quello che li ha resi più orgogliosi. Loro stesso hanno sottolineato un sound più ricercato e che, inevitabilmente, risulta diverso rispetto ai precedenti lavori.

Una menzione particolare va a “Goodbye Kiss”, il brano preferito da Serge Pizzorno che sottolinea l’intensità del testo. Un mood che risulta piuttosto indirizzato verso una ballata pop, anziché rock ma che mantiene la caratteristica più bella dei Kasabian: quella di essere un brano canticchiabile e ballabile immediatamente.

Hanno un futuro radioso davanti i Kasabian e, loro lo sanno molto bene quando rilasciano interviste o appaiono dannatamente rock sulla cover di NME; di certo, un personaggio come Serge Pizzorno mancava nel panorama discografico attuale. Da menzionare brani come “Re-Wired” e “Days Are Forgotten” che, molto probabilmente, riescono a raggiungere i vertici più positivi dell’intero disco.

La band di Leicester si appresta a diventare una delle sicurezze del panorama britannico e, questi brani, faranno molta strada.

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1 COMMENT

  1. Io i Kasabian li amo profondamente sin dal loro primo album. Ho adorato West Ryder Pauper Lunatic Asylum, ma Velociraptor è davvero un CAPOLAVORO. Complimenti ai ragazzi di Leicester.

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