Jovanotti, quattro street video per lanciare “Terra degli uomini”

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Jovanotti | © Vittorio Zunino Celotto/Getty Images

Fin dai suoi esordi si è sempre voluto distinto dagli altri artisti con cui si confrontava, più o meno direttamente, ha sempre saputo restare al passo con i tempi e crescere assieme ad essi ed al suo pubblico. Per promuovere “Terra di uomini”, il nuovo brano inedito estratto dalla raccolta “Backup – Lorenzo 1987-2012”, Jovanotti ha deciso di pubblicare nel proprio canale ufficiale di Youtube più videoclip di questo stesso brano, ognuno diretto da un regista differente. Siamo già a quota quattro, l’ultimo Street Video (questa l’impostazione data da Lorenzo fin dal primo pubblicato due mesi fa) è stato postato in rete appena poche ore fa, ve lo mostriamo al termine di questo articolo.

Un brano intenso e delicato, che guarda con gioia al futuro, ma contiene una sottile vena di malinconia nel suo profondo. “Terra di uomini” si inserisce in quel filone di pezzi scritti da Jovanotti caratterizzato da ritmo lento (si tratta di una ballad), arrangiamento essenziale ridotto a pochi strumenti, testo ricco di parole, di immagini del quotidiano, un significato che colpisce nel profondo. Una vera poesia.

Jovanotti | © Vittorio Zunino Celotto/Getty Images
Jovanotti | © Vittorio Zunino Celotto/Getty Images

Il primo Street Video di “Terra di uomini” è stato pubblicato due mesi, vede alla regia lo stesso Lorenzo Jovanotti e Leandro Manuel Emede, è stato realizzato con lo smartphone del cantautore toscano riprendendo il traffico delle superstrade statunitensi che vedeva dalla camera del suo albergo.

Anche il secondo videoclip riporta la firma di Jovanotti e Emede, anche questo è stato girato con uno smartphone, ma a differenza del precedente è ambientato al chiuso, nella sala d’ingresso di una stazione. L’occhio della camera passa rapido da una passante all’altro, da una storia all’altra, senza riuscire a catturarla.

Michele Maikid Lugaresi si è occupato del terzo Street Video di “Terra degli uomini”, riprendendo la corsa di un treno della metropolitana parigina da un finestrino.
Infine arriva il quarto, quello forse più commovente e toccante, diretto e montato da Michele Truglio, che mostra la lunga e mai monotona carriera di Jovanotti: dagli esordi col faccino pulito e sbarbato all’esperienza a DeeJay Tv, fino ai viaggi negli Stati Uniti e in Africa, Sanremo 89 e il cesto di riccioli con barba lunga di dieci anni dopo, l’uomo maturo e forte del 2000.

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