E’ uscito “Lorenzo 2015 CC“, il nuovo album di Lorenzo Cherubini in arte Jovanotti, tredicesimo album in studio del cantautore italiano pubblicato il 24 febbraio 2015 dalla Universal Music Group dopo due anni di lavoro in studi diversi tra New York (il mitico Electric Lady Studios), Cortona, Milano, Parigi e Los Angeles.
Anticipato dal singolo “Sabato“, reso disponibile per il download digitale a partire dal 16 dicembre 2014, “Lorenzo 2015 CC” presenta trenta brani racchiusi in un doppio CD, le cui sonorità spaziano dalla black music alla EDM, passando anche tra rock e synth pop, come lo stesso Jovanotti ha spiegato: “Siamo nell’epoca del cloud, quindi io considero questo disco più un cloud che un disco. È una nuvola che ti può far piovere giù tutta la musica che vuoi, anche per questo ci son dentro trenta canzoni. Che son tante, lo so.” Dall’album è stato estratto anche “Gli immortali“, entrato in rotazione radiofonica a partire dal 27 febbraio 2015.
L’album, commercializzato in formato CD (versione singola e versione doppia) e in formato triplo LP, ha questa sua natura doppia per più di due ore di musica e comincia con “L’alba“, singolo elettropop dalla melodia intrigante e che cattura al primo ascolto: subito dopo troviamo il singolo di lancio “Sabato“, dalla melodia blandamente dance, stile che ritroviamo nel brano successivo “Tutto acceso”, dal ritmo più coinvolgente.
Con “Musica” troviamo il primo dei tanti ospiti di questo disco, Manu Dibango, per un nuovo esperimento elettropop dai forti richiami africani, prima di imbatterci nella prima ballad del disco, “Le storie vere“, dove Jovanotti mostra di saper ancora parlare di amore in modo diretto e coinvolgente, anche grazie ad un arrangiamento a dir poco magistrale. Sempre di ballad parliamo anche con “Ragazza magica“, canzone che però non regge molto il confronto con il pezzo precedente.
“L’estate addosso” si candida a tormentone estivo, vista la tematica e la ritmica, complice anche il coretto centrale fatto per essere cantato: subito dopo troviamo “Gli immortali“, il secondo singolo che apre nella mente dei cassetti vecchi come “Il mio nome è mai più”, visto il riff iniziale di chitarra. La batteria in controtempo lancia “Pieno di vita“, brano minimale fatto di addizioni musicali e che si lascia ascoltare molto bene.
“Il mondo è tuo (Stasera)” è una canzone di protesta il cui testo finirà sui diari di molti adolescenti viste le frasi di ribellione e protesta (“il mondo è tuo/di chi se lo prende/non di chi lo compra/non di chi lo vende“): “È la scienza, bellezza!” ricorda altri esperimenti musicali di Jova a cavallo tra pop, elettronica e dance mentre le atmosfere dilatate del pianoforte di “L’astronauta” esplorano l’amore ai tempi dei viaggi spaziali.
Le maracas introducono “Libera“, brano dal gusto afro dedicato alla figlia Teresa, mentre il pop de “Il cielo immenso” risplende nel disco come una delle canzoni più riuscite. Ma è con “Caravan Story” che troviamo la prima traccia di musica dalla matrice decisamente world, storia d’amore particolare e borderline che credo suonerà benissimo dal vivo.
In “Con uno sguardo” troviamo una certa atmosfera da blues big band che richiama brani dei dischi precedenti “Soleluna” e “L’albero” mentre i mandolini disegnano la ballad romantica “Perché tu ci sei“; il primo disco si conclude con l’altra ballad “Insieme“.
Il secondo disco si apre con “Melagioco“, brano molto ritmato dal sapore afro-jazz che vede la partecipazione di Antibalas: con il “Il vento degli innamorati” voliamo in Jamaica per una nuova canzone d’amore (“l’amore è passato di qua/e c’eravamo noi/e ci siamo lanciati/e con un’ala a testa/
siamo voltati via/nel vento degli innamorati“) mentre “Un bene dell’anima” celebra l’amicizia in modo semplice e diretto.
Bombino collabora in “Si alza il vento“, pezzo dal ritmo elettronico e cadenzato, trascinante con la sua voce effettata: Lorenzo torna parzialmente al rap con “Una scintilla“, brano che ricorda “Date al diavolo un bimbo per cena” per stesura ma non per stesura musicale, essendo questo più hype. Torniamo al pop con “E non hai visto ancora niente“, brano di denuncia delle storture del mondo occidentale dal ritornello liberatorio (“eppure eppure eppure/milioni di serrature/non riescono a tenermi chiuso/il cuore“) .
Con “La bohème” e “All the People” (che vede la partecipazione di Sinkane) viene fuori il Jovanotti multiculturale, sia nella musica che nei testi (con nella prima canzone una citazione all’omonima opera di Puccini): con il pop “Fondamentale” si riflette sul contesto multiculturale e sulla società odierna, così moderna e così vorace, così connessa e così povera di valori fondamentali mentre “Il riparo” è una riflessione ironica sulla velocità della società moderna a ritmo di bossa nova e samba. Chiudono il secondo disco e tutto “Lorenzo 2015 CC” la lounge sperimentale di “Gravity” e il pop orchestrale e pieno di fiati di “7 miliardi“, una fotografia del mondo in cui viviamo.
Sono lontano i tempi di “Gimme Five“: Jovanotti è ormai un artista cresciuto e maturo, capace di costruire un lavoro notevole mescolando dance, pop, rock, jazz, world music e hip-hop. “Lorenzo 2015 CC” è un miscuglio di emozioni e canzoni tutte legate dalla semplicità di costruzione e di testo, con frasi facili da ricordare e da canticchiare, che ricorda molto “Lorenzo 1997 – L’albero”: il nuovo lavoro di Cherubini viaggia tra slogan e tastiere, tra frasi fatte e maracas, tra moderno ed antico, come un moderno menestrello che cerca di raccontare l’Italia (ed il mondo) di oggi partendo da ieri con una punta di ottimismo che ogni tanto sfocia nel buonismo e con qualche timido accenno di protesta (“E non hai visto ancora niente“). Un progetto moderno di un neo-bardo per parlare di come siamo oggi ascoltando il disco con il cuore ma anche con la mente. Un disco che si candida a diventare un piccolo classico dei tempi moderni.