Jenny B.: “Esta soy yo”. La recensione

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Jenny B - "Esta soy yo" - Artwork

Fondere la musica della Santeria Cubana con la spiritualità della “Petite messe solennelle” di Gioacchino Rossini. Un’impresa impossibile, almeno all’apparenza. Ed invece un’impresa che è stata realizzata da Jenny B. (al secolo Giovanna Bersola) con il suo disco “Esta soy yo“.

La cantante siciliana, nota soprattutto per i suoi innumerevoli successi nel campo della dance music e le sue molteplici collaborazioni con artisti come Massimo Ranieri, Piotta, Alan Sorrenti, Gemelli Diversi e Ligabue, ha deciso di fare un tuffo in qualcosa di assolutamente poco ordinario, unendo due mondi apparentemente inconciliabili, la musica cubana e la musica sacra.

Il risultato è “Esta soy yo“, un disco composto da 12 tracce (più due bonus tracks) che è un viaggio musicale nello spirito e nell’anima: in questo viaggio Jenny B si è fatta accompagnare da musicisti di assoluto talento come il gruppo cubano “Bamboleo” di Lazaryto Valdes, il trombettista italiano Fabrizio Bosso, il bassista cubano Manuel Orza, il chitarrista flamenco Toni Fidanza e il Cinik Afrocuban Percussion Ensemble, tutti sotto la direzione di Enrico Melozzi.

Il disco comincia con un “Intro” al pianoforte a cui segue subito un assolo di chitarra per “Nino de Atocha“, un pezzo molto intenso e affascinante, con solo la voce di Jenny e la chitarra a disegnare una preghiera: a preghiera segue preghiera, ma questa “Ave Maria” pianoforte e voce ricorda molto le atmosfere sacre delle chiese e lascia un senso di pace addosso.

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Jenny B – “Esta soy yo” – Artwork

Il pianoforte ed un temporale annunciano “La Luz Redentora“, pezzo dal forte carattere spirituale e religioso. Ma con “Luz de mi alma” si raggiunge quasi la perfezione, grazie ad un perfetto fraseggio tra pianoforte e violino che si fondono perfettamente con la voce.

I due brani successivi, “Ode a Celeste” e “Canto madrigal” sono stati scelti come singoli per presentare il disco: il primo brano è un pezzo dai forti ritmi spagnoleggianti, mentre con “Canto Madrigal” siamo in mezzo ai Caraibi con tanto di percussioni e strumenti tipici (di questo pezzo è stato fatto anche il videoclip).

Dopo “Canto Madrigal” riprendono i pezzi in chiave decisamente spirituale: la matrice religiosa è molto presente in “Cube Linda“, un po’ meno in “Crucifixus“, qui le percussioni e i cori la addolciscono un poco e la rendono più fruibile.

Un breve “Interludio” ci porta verso la fine del disco, dove ci attendono “Qui Tollis“, sulla stessa falsariga di “Crucifixus”, e “Agnus Dei“, pezzo a cui si arriva un po’ stremati, visto il ripetersi della stessa atmosfera musicale alquanto particolare da digerire. Il disco si chiude con le due bonus tracks che non sono altro che due versioni dei singoli scelti come promozione del disco, ovvero la versione per radio di “Canto Madrigal” e la versione estesa di “Ode a Celeste“.

Che dire, il disco è davvero molto particolare ed il lavoro fatto alla base da Jenny B e dai musicisti deve essere stato notevole, la fruizione del disco risulta davvero piacevole in alcuni brani… ma la sua matrice musicale potrebbe rivelarsi un limite, rendendo il disco un po’ difficile da ascoltare fino alla fine. Ma la qualità del disco e della voce di Jenny B non si discute.

Voto: Dite la vostra!

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