Chi si avvicina oggi alla chitarra elettrica e scopre Jeff Beck pensa subito ad un musicista e compositore con idee stravaganti, innovative e modernissime. Se poi unna volta innamoratosi del personaggio avesse anche voglia di studiarne la biografia scoprirebbe che Beck è stato dagli anni Sessanta un’icona della chitarra. Andiamo con ordine quindi. Agli inizi delle sua storia la chitarra elettrica era uno strumento utilizzato quasi esclusivamente per accompagnare: abbiamo pochi esempi nel blues e nel jazz di solisti. Ovvio, la chitarra ha un suono ridicolo se confrontato con quello di strumenti considerati più nobili come archi, pianoforte e fiati. Le cose cambiano quando le ditte di amplificatori forniscono ai chitarristi un tramite attraverso il quale far sentire l’urlo, il frastuono, la potenza della propria chitarra. E’ stata una rivoluzione: per averne una prova ascoltate gli album dei Beatles ( vangelo per i musicisti ) e confrontateli con i suoni degli album di altri gruppi come Led Zeppelin, Deep Purple, Who, Yes, Yardbirds – nell’analisi tenete anche conto che i generi sono differenti. Yardbirds, eccoli qua. La carriera di Beck possiamo dire che è iniziata con questa band con la quale ha inciso tre album, dal 1965 al 1966: “For your love”, “Having a rave up” e “Roger the Engineer“. In realtà Beck servì agli Yardbirds per coprire il buco temporale che li separava dall’addio a Clapton e dall’arrivo di Page: Beck aveva idee evidentemente diverse dai suoi colleghi che volevano assomigliare ai Beatles. Ora abbiamo tutti i nomi e gli elementi per comprendere la sua carriera negli anni successivi. Da sempre ammirato più dagli addetti ai lavori che dagli amanti della chitarra, Beck si è visto spesso affiancato nelle classifiche da altri grandi chitarristi come Clapton, Page, Van Halen, May forse preferiti dal pubblico. Nel corso degli anni è stato cercato dagli Stones e da altri fantastici gruppi senza però ottenerne nulla. Anzi Jeff Beck ha iniziato una gloriosa carriera solistica nel 1975 con “Blow by Blow”. Tra i primi a utilizzare i sintetizzatori, un mago della leva – quel fantastico oggetto che pende sulla destra delle Fender Stratocaster, la chitarra che usa Beck tanto da averne anche un modello personale, singature – un suono stratosferico ne fanno oggi uno dei maggiori interpreti della sei corde. Non perdetevi quindi la sua unica data italiana a Vigevano nell’ambito del festival 10 Giorni Suonati, domani mercoledì 29 Giugno. La location del concerto è il Castello Sforzesco. Ancora qualche consiglio sulla discografia se siete dubbiosi o scettici: 1976 – “Wired“, 1989 – “Jeff Beck’s Guitar Shop”, 1999 – “Who Else!“, 2006 – “Live At BB King Blues Club”.