Jacopo Ratini, cantautore e scrittore, ha scambiato quattro chiacchiere con MelodicaMente e quello che è emerso non è altro che un viaggio all’interno della psiche umana e naturalmente all’interno della musica. Vincitori di molti festival nazionali d’autore, Jacopo Ratini ha partecipato nel 2010 a Sanremo, nella categoria delle “Nuove Proposte” con “Su questa panchina”. Sempre nello stesso anno, per la Universal, esce “Ho fatto i soldi facili“, primo disco del cantautore romano. Diversi progetti nella vita di Jacopo Ratini fra cui “Salotto Bukowski” di cui abbiamo avuto modo di parlare proprio con il cantautore. Un luogo insolito d’incontro narrativo fra i personaggi che hanno reso grande la letteratura, la musica e la cultura in generale. A giugno 2012, Ratini pubblica il nuovo singolo “Sei Distante”, per l’etichetta discografica “Rosso al tramonto” che anticipa il suo secondo album, pubblicato a maggio del 2013, dal titolo “Disturbi di Personalità”, prodotto dall’etichetta “Atmosferica Dischi”. Nell’ottobre del 2012, Jacopo Ratini pubblica il suo primo libro di poesie e racconti “Se rinasco voglio essere Yoko Ono” per le “Edizioni Haiku”. Non ci resta che concludere con l’intervista fatta al cantautore, buona lettura!
1. Dall’Universal passando per Atmosferica Dischi due realtà certamente molto diverse. Come racconteresti il passaggio da una major ad un’etichetta indipendente quale l’Atmosferica Dischi?
Il passaggio è stato obbligatorio. L’alternativa era smettere di fare musica in maniera seria. Indipendenza è l’unica grande differenza tra le due realtà. Con tutti i pro e tutti i contro che ne derivano.
2. Sei il creatore e fondatore del “Salotto Bukowski”, luogo d’incontro romano per personaggi che hanno fatto la storia della letteratura e della musica ma soprattutto dell’arte in generale. Come è nata l’idea e come sta proseguendo questo curioso ed ambizioso progetto?
L’idea nasce dalla mia grande passione per Charles Bukowski, in particolare per le sue poesie meno conosciute. Avevo voglia di rendergli omaggio e di creare un format culturale che permettesse al pubblico di approfondire la conoscenza di alcuni personaggi, noti e meno noti, che hanno reso grande la letteratura, la musica, il cinema e la cultura in generale.
3. Oltre alla musica anche un libro di poesie e racconti “Se rinasco voglio essere Yoko Ono”. I tuoi incontri psichedelici e surreali sono il filo conduttore del lavoro. Da dove nasce l’idea di dare alle stampe un libro così particolare? Sei soddisfatto del progetto compiuto?
Sono molto orgoglioso di avere avuto la possibilità di pubblicare un libro.
In un periodo in cui è così diffusa la pubblicazione a pagamento, trovare una casa editrice (Edizioni Haiku, nel mio caso) che ti proponga di pubblicare un libro a proprie spese, è una grande fortuna. Il libro mette in evidenza alcuni miei lati compositivi e sperimentali che nelle canzoni non ho ancora messo in luce.
4. A maggio è uscito il tuo nuovo disco “Disturbi di Personalità”. Sembra che nella tua vita uno dei fil rouge per eccellenza sia proprio la psicologia, tanto che hai un titolo da psicologo del lavoro. Deformazione professionale o semplicemente voglia d’indagare la psiche umana?
Deformazione psichica e basta, credo. Scherzi a parte, la scelta del titolo è strettamente correlata all’idea grafica che avevo in mente da tempo e che il mio amico illustratore Marino D’Amore ha ben rappresentato sul front e sul back del disco: disegnare sulle dita di una mano alcuni personaggi affetti da disturbi di personalità (il serial killer, il suicida, la personalità multipla e l’esibizionista) e sul pollice la mia caricatura che li guarda intimorito.
5. La collaborazione con Marino d’Amore, autore della parte grafica del tuo secondo disco ma anche autore delle vignette di “Se rinasco voglio essere Yoko Ono”, sembra essere particolarmente proficua e affiatata. Cosa ti piace del lavoro di Marino d’Amore?
La sua capacità di dare sempre una concretezza grafica alle mie idee. E’ davvero geniale!
6. C’hai riprovato con Sanremo 2013 giungendo alla finale delle selezioni con “Come mai Come”. Desiderio di affrontare il palcoscenico di Sanremo oppure ritieni che in Italia l’unico modo per emergere e farsi conoscere sia un impianto come quello del Festival della Canzone Italiana?
Perché Sanremo è Sanremo…
E poi, parliamoci chiaro: oltre a Sanremo e ai Talent quali altre vetrine mediatiche importanti ci sono per un artista senza una major alle spalle?
7. Sembra che il tuo approccio verso la musica sia ironicamente serio. Nel senso che prendi come punti di partenza temi molto rilevanti e importanti per poi “stravolgerli” dando la tua personale visione, condita sempre da un pizzico d’ironia. È davvero così? Come definiresti il tuo mondo musicale?
Un pop d’autore che oscilla tra il serio e il faceto, tra ironia e riflessione.
8. I numerosi progetti che hai portato avanti in questi anni denotano la voglia di proporre cultura, oltre alla musica stessa. Quali sono i prossimi progetti e i sogni di Jacopo Ratini?
Portare il Club dei Narrautori e il Salotto Bukowski in Tv e/o in Radio.