In tempi di crisi non è facile tirare le somme e avere un bilancio positivo almeno economicamente parlando. L’industria musicale, ormai in crisi da decenni, le sta provando tutte pur di non cedere ai contenuti pirata, e fa sempre più passi da gigante per andare incontro agli utenti ed evitare che essi si affidino a download poco raccomandabili.
L’era della musicassetta è ormai un ricordo, il tempo dei CD sembra stia quasi per finire rimpiazzato totalmente dal digitale, ma c’è una cosa che non morirà mai o che almeno non avrà mai fine tra gli amanti della musica in maniera davvero intima, quella cosa è il vinile.
Si, al di là di tutti i programmi da un po’ di anni il vinile sembra aver preso piede, e questo non può far altro che lasciarci tirare un sospiro di sollievo perché vuol dire che la musica non è morta, o che almeno non si troverà solo su un ipod.
Jack White può ritenersi fortunato, e sembra essere beneficiario di questo grande recupero delle tradizioni, perché i suoi fan hanno deciso di acquistare Blunderbuss in vinile, e di farlo arrivare nientepopodimeno che tra i più venduti di sempre, almeno negli Stati Uniti. Difficile sbaragliare un certo limite di questi tempi, ma le idee sono figlie dei tempi, e se in tempi di crescita compriamo gli ipod, in tempi di crisi rispolveriamo i vecchi giradischi di famiglia e ci ascoltiamo vinili. Non pensate si andato storto qualcosa?
Al di là di tutto “Blunderbuss” è un grande disco, rientra anche tra i migliori del 2012 della nostra classifica, ma la nostra parola sembra essere nulla in confronto ai numeri che lo stesso disco solista del leader dei White Stripes e The Dead Weather ha fatto sin dai suoi esordi sul mercato discografico. Sbaragliare le vendite di Abbey Road e dei Beatles non è roba da poco, beh perché dal 2008 il vinile più venduto negli Stati Uniti d’America era proprio l’album dei record della band inglese.
Jack White non è un tipo facile, abbandona palchi, grida, cambia generi, cambia gruppi e suona troppe cose, ma è straordinariamente un personaggio musicale a tutti gli effetti e vendere 33 mila copie in soli otto mesi non è assolutamente uno scherzo, o almeno non lo è in tempi di recessione.