Jack Savoretti: “Before the storm”. La recensione

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Jack SAvoretti - "Before the storm" - Cover
Jack SAvoretti - "Before the storm" - Cover

E’ uscito “Before the storm“, terza fatica discografica di Jack Savoretti, cantautore di origini italiane e di nazionalità inglese preso sotto l’ala protettiva da parte nientepopodimeno che Sir Paul McCartney.

Il singer dalla doppia nazionalità (originario di Genova e tifoso del Genoa), classe 1983 ed al suo terzo lavoro, è stato presente anche a Casa Sanremo al Festival di Sanremo 2014 per presentare sia la sua ultima fatica discografica che il suo tour italiano, che sta coinvolgendo 12 città e nelle quali si sta esibendo nei club più esclusivi dopo i lusinghieri paragoni che ha ricevuto in questi anni in giro per il mondo che lo hanno portato ad essere accostato a figure come Simon and Garfunkel, Bob Dylan e Tom Waits.

Il disco “Before the storm“, composto da tredici canzoni per circa 46 minuti di musica, si apre con “Not worthy“, pezzo scelto come singolo per le radio e che colpisce subito sia per la linea melodica che per la voce, graffiante e toccante. Il battimano ed il tamburo di “Take me home” rimandano alla mente le magiche atmosfere di un icona del rock come Bruce Springsteen mentre “Breaking the rules” si inserisce perfettamente nel filone del rock d’autore con la sua orecchiabilità e con le atmosfere che evoca.

Jack SAvoretti - "Before the storm" - Cover
Jack SAvoretti – “Before the storm” – Artwork

The proposal” scivola via senza quasi accorgertene, mentre pesti il piede per terra e ripensi ai Fleetwood Mac ed ai viaggi che farai. L’arpeggio iniziale di “Vagabond” porta ad una canzone root rock che affonda in pieno le radici nel rock americano tranne impreziosirsi con assoli di chitarre come stilettate. “Changes“, altro brano scelto come singolo, è un pezzo emozionante e coinvolgente anche grazie all’uso sapiente del pianoforte ed alla voce graffiante che scava nel cuore di chi ascolta.

Con “Last call” torniamo al folk rock ed al ritmo, ritmo che diventa quasi country con “Come shine a light“: la title track è invece più lenta e riflessiva come anche la successiva “Crazy fool“, canzoni che riescono ad affascinare con il semplice uso di una chitarra e di una voce. “Lifetime” spinge sul tamburo e fa battere i piedi mentre “Knock knock” ha un suono quasi gangster  e fa ciondolare la testa a tempo, risultando una delle migliori canzoni del disco. L’album è chiuso da “For the last time“, forse una delle canzoni che rimane meno impressa in mente.

Before the storm” è un lavoro eccellente che colpisce per musicalità, freschezza e presenza canora: la voce di Jack Savoretti è una piacevole scoperta nel panorama musicale internazionale e la scelta di accoppiarla ad una chitarra a volte folk a volte country a volte rock è a dir poco perfetta. Il disco scivola benissimo e coinvolge l’ascoltatore in piedi, portandolo a segnare il tempo col corpo ed a sottolineare il ritmo con le canzoni (segnalo “Knock knock” e “Not worthy” come canzoni migliori del disco). La scelta di McCartney di produrlo non sembra cascata a caso, quindi. Complimenti Sir Paul, il tuo occhio lungo ha colpito nel segno anche stavolta.

 

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