Dopo essere stato preceduto dai singoli “Vorrei ma non posto” (tormentone del 2016), “Assenzio” e “Piccole cose” è uscito nei mesi scorsi “Comunisti col Rolex“, primo disco dei due artisti hip hop italiani J-Ax e Fedez, prodotto dalla Sony Music Italy e Newtopia. L’album vede tra gli altri la collaborazione di Alessandro Merli (Takagi), Fabio Clemente (Ketra), Dario Faini e Angelo Rogoli ed è stato così presentato dai due rapper: “Il disco nasce da una convivenza più o meno forzata iniziata circa quattro anni con la fondazione di Newtopia che è la crasi delle due nostre precedenti società. Una avventura rischiosa che però ci ha dato tanto. Abbiamo potuto sperimentare, punk compreso, facendo cose che in dischi solisti singoli non avremo fatto. Per la prima volta puntiamo la penna sul dentro, ci guardiamo dentro e non fuori, è un disco molto emotivo.”
La scelta del titolo nasce dal vissuto quotidiano: “Perchè “Comunisti col Rolex”? Ci hanno spesso chiamato così. Per noi la contraddizione non esiste. Cuore a sinistra e portafogli a destra è una polemica tutta italiana, è la nostra glorificazione. Non esistono artisti coerenti.” Il disco vede una lunga serie di collaborazioni (Alessandra Amoroso, Arisa, Loredana Berté, Alessia Cara, Giusy Ferreri, Nek, Sergio Sylvestre, Stash e Levante) e si apre con il secondo singolo promozionale, “Assenzio“, che vede la presenza di Stash e Levante e che è un duro “j-accuse” contro il sistema che ci cambia e contro noi stessi che ci facciamo cambiare. Subito dopo troviamo “Comunisti col Rolex“, title-track che richiama musicalmente alle basi anni Novanta e che parla del riscatto sociale dei due cantanti con un brano spigliato, fresco e assolutamente accattivante e d’effetto.
“Il giorno e la notte” vede il featuring di Giusy Ferreri ed è un brano dalla base più oscura e lenta (forse dettata dalla presenza dell’artista) e parla di una relazione d’amore e odio tra due persone, destinate a farsi del male ma per questo motivo ad amarsi (qualcuno la chiamarebbe “relazione tossica”) mentre “Senza pagare” è la “classica” canzone hip-hop sulla “bella vita” dei cantanti, tra donne, alcol, locali e privilegi, come hanno già cantato prima di loro altri come Marracash o Fabri Fibra. “Fratelli di paglia” è invece un interessante esperimento per l’Italia, un brano che mescola hip-hop e cantato in maniera adulta e moderna, richiamandosi a brani d’oltreoceano come “No church in the wild” di Kanye West.
Gli stereotipi di cui siamo impregnati tutti sono invece oggetto di “Tutto il mondo è periferia“, brano estivo e divertente che segna il passo e mostra come siamo tutti uguali (“I leader fanno promesse, le stesse/Dall’America alla Lombardia/E i disgraziati scommesse e collette/Come nei bar sotto casa mia/Tutti con la fissa del cash/Vestiti dagli stessi brand/E ho finito i posti dove scappare via/Tutto il mondo è periferia”) mentre ascoltare “Milano intorno” porta a rievocare i tempi dei primi Articolo 31 e di “Weekend” degli 883, quando si parlava di strada, di storie vere, di periferia e di tramonti da guardare aspettando un domani migliore.
Visto il suo successo credo che “Vorrei ma non posto” non ha bisogno di nessuna presentazione, pezzo di altissimo potenziale “catchy” sia lirico che musicale e seguito da un video a dir poco virale: passando a “L’Italia per me” troviamo il terzo ospite del disco, Sergio Sylvestre per quella che è una vera e propria dichiarazione d’amore verso l’Italia legata ad una melodia accattivante e da un ritornello che rimane in testa e che si incolla al cervello. “Musica del cazzo” è invece un attacco in chiave rock nemmeno troppo velato ad una certa industria discografica dove i nostri due rapper hanno preso quello che per gli altri è un dispregiativo e l’hanno trasformato in un merito, parlando di NOFX, Guns’n’Roses e Blink-182.
Da qui in poi comincia una lunga parentesi in cui troviamo tutti gli altri ospiti: “Piccole cose” vede Alessandra Amoroso e il ritorno ad un terreno più melodico per celebrare quei piccoli momenti che rendono la nostra vita grande senza aspettare che svaniscano prima di riconoscere la loro importanza, “Cuore nerd” trova al suo interno la cantante canadese Alessia Cara ed è un fiorire di citazioni tra videogames, Star Trek e Superman, perchè “brutto e nerd” is the new “figo e palestrato”, come sentenziato già dai social. “Anni luce” è una canzone molto bella che ha il pregio di riuscire a far quasi rappare anche uno come Nek, ed in confronto “Meglio tardi che noi” (che vede il featuring di Arisa) ne perde purtroppo e ne esce stropicciata. “Allergia” riprende l’esperimento di “Fratelli di paglia” e può vantare la presenza di una star come Loredana Bertè che dona la giusta cattiveria ad un brano che è già abbastanza duro di suo mentre il disco si chiude con “Pieno di stronzi”, pezzo a metà tra il rock e il reggae che fa una fotografia caustica e spietata della società moderna senza appello e senza difesa con la giusta dose di disillusione.
Devo ammetterlo, ero partito un poco prevenuto su questo disco ma durante l’ascolto mi sono dovuto ricredere: “Comunisti col Rolex” è un gran disco non solo di hip hop ma anche di musica italiana in generale. J-Ax e Fedez riescono nell’intento di fondere due generazioni diverse di hip hop italiano e farle dialogare su temi comuni. Rimangono le differenze stilistiche tra i due ma impreziosiscono il disco e lo rendono ancora più piacevole e da seguire, cercando di capire le evoluzioni diverse nei testi e nel rappato anche su medesimi argomenti. Ci sono le canzoni classiche che hanno reso l’hip hop “la radio del ghetto” ma ci sono anche sperimentazioni e strizzatine d’occhio verso la musica americana e un chiamo richiamo alla tradizione musicale americana senza perdere originalità e i riferimenti alla società moderna. Questo è un lavoro completo, figlio del suo tempo e senza difetti. Un lavoro da tenere a memoria perchè secondo me segna uno standard per altri che si vorranno cimentare in dischi di questo tipo. Promossi a pieni voti.