Sono passate a malapena 24 ore dal convegno del Popolo della Libertà a Villa Gernetto, dove Berlusconi ha presentato allo stato maggiore del PdL il nuovo inno del Popolo delle Libertà, e già divampa la polemica tra il PdL e il noto rapper italiano J-Ax che rivendica la paternità del testo, paventando la denuncia per plagio.
Lo stesso Berlusconi aveva presentato il nuovo jingle come regalo ai suoi ospiti di ieri sera, spiegando di aver scritto il testo della canzone in tre ore e mezza la notte precedente con il contributo della deputata pidiellina Maria Rosaria Rossi. Il maestro Danilo Mariani (il “dj pianista” dell’ex premier, che già aveva cantato a Villa La Certosa in Sardegna) e la vocalist Simonetta Losi avevano poi provveduto alla melodia e agli arrangiamenti.
Qualcuno, però, ascoltato il jingle, aveva notato curiose somiglianze tra il testo del pezzo, “Gente della libertà“, e la nota canzone di J-Ax, “Gente che spera“, pubblicata nell’album del 2002 “Domani smetto” ed aveva cominciato a scrivere sulla pagina Twitter del rapper, segnalando la cosa. Dopo averlo ascoltato, J.Ax replica a caldo sul proprio account twitter ufficiale:
“Domani denuncio Berlusconi. Buonanotte. Incredibile c…”
Il testo scritto da Berlusconi, che recita “Noi siamo il Popolo della Libertà, gente che spera, che lotta e che crede nel sogno della libertà… C’è un grande sogno che ci unisce, una grande forza che ci chiama, siamo gente che non si arrende, che lotta sempre per la verità e questo è il Popolo della libertà”, somiglia infatti alle parole del testo di “Gente che spera“. E le reazioni da parte dei deputati del Pdl non si sono fatte attendere, dalla Santanchè che dice “Mi sembra che ci siano quattro parole uguali in tutto l’inno, non c’entra niente, zero. Ma capisco che ora questo signore e’ balzato alle cronache grazie a questa vicenda. E visto che c’e’ di mezzo Berlusconi, finiremo tutti in tribunale” a Ignazio la Russa che sbotta “Ma non facciamo ridere… Solo se sotto l’effetto, non solo musicale di ‘Maria/juana’ si puo’ sostenere una simile bufala. Piu’ che una “idea di panna” mi sembra, come dice la loro canzone “un’idea di cann…“.
In serata lo stesso J-AX, sbollita forse l’arrabbiatura, corregge il tiro e dopo aver minacciato una denuncia ha deciso di risolvere la querelle sul presente plagio alla sua maniera, cioè con un videomessaggio alla Nazione: nel video compare J.Ax in giacca, cravatta, cappellino e bandiera tricolore, ed il rapper milanese spiega le sue ragioni:
“Purtroppo non si può parlare di un vero plagio, gli autori non sono riusciti a esprimere con efficacia il mio concetto. Lo slogan “gente che spera” mi appartiene, è collaudato da oltre dieci anni, ed è tatuato sulla pelle di tutti i miei fan, è scritto sugli zaini di tutti i ragazzi ai quali è stato rubato il futuro dalla politica e dai partiti che così male l’hanno interpretato”.
L’ex leader degli Articolo 31, dopo avere rassicuraro di non sentirsi infuriato, ma di essere addirittura divertito della cosa, legge tutti i messaggi ironici che i followers gli hanno inviato su Twitter, prima di salutare tutti dicendo “Ciao italiani, gente che spera” ed ascoltare l’inno di Mameli con la mano sul cuore e le lacrime. In fondo al video compare una scritta: “Noi gente che spera, loro gente che spara“. Aspettiamoci altre polemiche.
Video J-Ax – Gente che spera: