Lo studio della sovrapposizione dei suoni è a cura della disciplina musicale chiamata Armonia. In genere i suoni vengono sovrapposti in maniera del tutto naturale, ma si sa, che se tutto viene mosso oltre che da un sentimento passionale, anche da una rigorosa preparazione accademica il risultato è sicuramente dei migliori. Ovviamente questo non è un pensiero assoluto, perché affiancati a musicisti di grande preparazione e dedizione ci sono tutti quelli che sono nati con la musica nel sangue, e che in barba a tutti gli studi di teoria musicale, riescono a comporre e a fare musica nel migliore dei modi anche senza aver mai solfeggiato in vita loro.
Il caso non riguarda però Le Maschere Di Clara, che oltre ad operare un minuzioso lavoro di ricercatezza musicale, si impegnano ad essere coerenti con i loro studi classici e i loro studi al conservatorio in modo da concentrare il flusso passionale della musica adattandolo a quanto di accademico abbiano potuto apprendere durante i loro studi al conservatorio. La parola d’ordine sembra essere “alternativo“, ma rispetto a cosa una band potrebbe impegnarsi ad essere musicalmente alternativa? Le Maschere di Clara amano la musica rock, ma hanno passato anni e anni a studiare e sono arrivati alla conclusione che la musica rock e musica classica possono essere tanto lontane, ma così straordinariamente vicine da poter essere sapientemente miscelate per dare un risultato eccezionale.
La prova del nove dopo due lavori discografici arriva con l’album “L’alveare“, dall’ eloquente titolo, che risulta un perfetto momento musicale, una pausa intellettualmente interessante e un vinile da godersi per rilassarsi con gli archi ed esaltarsi con il ritmo incalzante della batteria. Un trio eccezionale e dal grande carisma che appresta ad affermarsi nella realtà discografia italiana con grande stile e preparazione. Noi abbiamo pensato di andare un po’ più a fondo in quello che sembra essere un progetto curato nei minimi particolari, chiedendo direttamente alla band di confidarsi con noi.
Creare “avanguardie” vuol dire partire dalle radici più profonde per potersi estendere in avanti fino a dove nessuno ha mai fatto. Le Maschere di Clara creano musica d’avanguardia facendolo con un grande bagaglio culturale e la conoscenza della musica nel senso sia teorico che pratico del termine. Rendeteci partecipi almeno per un attimo, e per quello che vi è possibile, del vostro processo creativo musicale.
E’ più semplice di quello che può sembrare, tutto si basa sulla giusta fusione tra istinto e ragione.
Proveniamo da diversi percorsi musicali e questo ci permette di variare il nostro parametro di giudizio verso ciò che creiamo, tentando sempre di comporre musica pura, priva d’influenze, per trovare la nostra giusta dimensione nell’aspetto compositivo. Tutto parte da un concetto di contrappunto classico, accompagnato dalle progressioni armoniche tra basso e violino, subito poi arricchito con una base ritmica che non ha solo il compito di accompagnare, ma soprattutto quello di evolversi assieme alle nostre diteggiature; si tratta di una vera e propria unione, un flusso melodico e ritmico che s’intreccia nel tessuto armonico.
“Se Mozart avesse potuto utilizzare le distorsioni avrebbe lasciato i migliori dischi rock” avete detto un po’ di anni fa. Voi avete alle spalle anni e anni di studi al conservatorio e create un progressive rock fantastico, ma c’è chi, avvalendosi ugualmente degli studi tecnici e teorici della musica si dedica a generi molto lontani da quelli che toccano le corde dell’aggressività rock, semplice visione del mondo differente o scarsa conoscenza del patrimonio musicale classico?
Credo che ognuno sia libero di scegliere, noi abbiamo preferito percorrere una strada differente, riuscendo comunque a far convivere due realtà molto distanti, come la musica classica e il “rock”.
Abbiamo solo voluto approfondire le nostre conoscenze, cercando uno stile unico e che ci rappresenti. Non ci vuole molto, basta volerlo.
Ultimamente si parla di musica alternativa e lo si fa senza cognizione di causa, o quantomeno si parla di “alternatività” in realtà senza sapere rispetto a quali canoni ordinari ci si sta riferendo. Voi siete alternativi rispetto al percorso musicale seguito da tante band presenti sulla scena musicale attuale. Vi sentite tali?
Certo. Non vogliamo emulare nessuno, tantomeno essere etichettati, cerchiamo solo di fare ciò che ci piace, senza censure, senza limiti ma soprattutto senza ripensamenti. Forse è solo un problema di abitudine all’ascolto, troppa musica pre-inscatolata, credo che il pubblico sia alla ricerca di qualcos’altro.
La musica classica è sempre stata collocata tra i generi “noiosi”. Lo studio dell’armonia e della ritmica non sono per niente elementi trascurabili, e richiedono una giovinezza passata tra solfeggio, teoria e fatiche non indifferenti. D’altra parte questi elementi teorici sono uno splendido strumento di conoscenza, e aiutano ad aprire un’ulteriore finestra sulla profondità e sull’espressione musicale, lasciando scoprire angoli inesplorati della musica. Come pensate siano visti oggi i musicisti come voi, e cosa pensate di quelli che entrano in studio facendo parlare piuttosto che uno studio teorico della musica solo il pathos e la naturale propensione a “creare musica”?
Per prima cosa, la musica classica risulta noiosa a molti, solo perché abbiamo un livello a dir poco imbarazzante di cultura musicale nelle scuole. Se si ascolta il nostro omaggio a Prokof’ev nel finale del brano Satura presente nel nostro disco, si capisce subito la potenza, la maestosità della musica classica.
Per quanto riguarda noi, senza pathos e improvvisazione non avremo motivo di fare ciò che facciamo, noi per primi mettiamo cuore e istinto; abbiamo solo la fortuna di poter contare poi sulle nostre conoscenze. I musicisti vengono visti come hobbisti purtroppo, specialmente oggi dove la realtà culturale è ai minimi storici, ma come accade sempre, dopo il decadentismo segue il rinascimento.
Synth e Drum Machine hanno colonizzato la discografia attuale, e il vostro piano e il vostro violino, con l’aiuto di collaborazioni d’eccezione come quella più giovane Direttore d’orchestra mai salito sul podio del Teatro alla Scala, come si contrappongono a tanta modernità creando comunque melodie d’avanguardia miste a tantissima profondità culturale e musicale?
I primi “strumenti” che hai citato sono forse la “morte” della musica, sono oggetti freddi e privi di vita che non lasciano spazio alla creatività; il sudore, la dedizione, le corde che sfregano,le pelli che vibrano, i calli sulle dita e la consapevolezza che c’è ancora molto da scoprire, sono le sole cose che possono ancora avere un valore nel campo musicale odierno. Andrea Battistoni, come noi e molti altri nel nuovo panorama musicale italiano sono più che un valido esempio.
Il vostro è un lavoro eccezionale: riferimenti alla musica classica, alla poesia e alla letteratura, “L’alveare” è davvero un pezzo da 90 dell’attuale discografia. Come pensate di procedere nel vostro percorso musicale futuro?
Continuando imperterriti a fare ciò che amiamo: fare musica con amore e spensieratezza. Il prossimo lavoro, come i precedenti, sarà una nuova sfida che ci terrà occupati a trovare una nuova dimensione nel nostro modo di scrivere e comporre.
La musica è un messaggio, è vita; se riesci a trasmettere questo, anche ad una sola persona, hai già compiuto un piccolo miracolo. Grazie infinite a chi crede in noi e a voi per questa splendida intervista.
Non meravigliatevi se presto sentirete parlare di loro con una rilevanza internazionale, insomma chi ha investito nelle proprie capacità durante la giovinezza dovrà pur raccogliere i frutti della semina. Le Maschere Di Clara sembrano essere decise a sconvolgere tutti i programmi che ci eravamo fatti fin ora in materia di pop e rock, proponendoci un genere davvero unico e spinto verso i lidi più intellettuali della conoscenza dell’arte e della letteratura. Buon Ascolto.