Iniziato il processo per la morte di Michael Jackson

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Michael Jackson | © Carlo Allegri/Getty Images

Il re del pop si è spento più di due anni fa ma, le incognite intorno alla sua morte non sono ancora state chiarite e, soprattutto, il ruolo del medico Conrad Murray non ancora precisato.

Proprio oggi, però, è iniziato il processo contro il medico curante di Michael Jackson, unico imputato riguardo alla morte del cantante e ballerino. Dopo una lunga fase di selezione e di pratiche burocratiche doverose, il cuore del processo si dovrebbe raggiungere fra circa una settimana. A quanto detto dai familiari di Michael Jackson e soprattutto dalla sorella Janet, il processo dovrebbe durare dalle quattro alle sei settimane. Visto l’importanza del caso e soprattutto il grande peso mediatico degli eventi, si presume che il processo verrà abbastanza per le lunghe e dunque, il dibattito, occuperà all’incirca un mese e mezzo.

Il processo, fino qualche giorno fa, aveva rischiato di essere spostato ancora una volta, in seguito alla richiesta della difesa di tenere la giuria in isolamento. La richiesta, seppur singolare, è stata promossa dal fatto che la morte di Michael Jackson è uno dei casi più discussi e più emblematici di questi ultimi anni e, la giuria, avrebbe potuto sentire talmente tanto il peso degli eventi da esserne manipolata. Gli avvocati di Murray hanno portato la richiesta dell’isolamento davanti alla corte d’appello Californiana che, però, ha immediatamente respinto la domanda.

I figli di Michael Jackson
I figli di Michael Jackson | © Valerie Macon/Getty Images

Conrad Murray, medico di Michael Jackson, sarebbe il colpevole della morte del re del pop in quanto, unica persona presente nel giorno del decesso della popstar, il 25 giugno 2009. Il medico, a seguito di richieste insistenti di Michael Jackson, gli avrebbe fornito una potente dose di anestetico, il Propofol che, durante l’autopsia è stato ritenuto come causa principale del decesso. Il medico, attualmente, rischia fino a quattro anni di detenzione ma, la difesa di Murray punterà inevitabilmente sulla dipendenza da sedativi e farmaci di Jackson.

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Nel frattempo, proprio in questi giorni è giunta la notizia che Tito e Rebbie Jackson, fratelli dell’artista, sembrerebbe si siano rivolti a David Gest per organizzare un evento in alternativa alla manifestazione di Cardiff. I fratelli sono già impegnati con Gest per l’organizzazione di alcuni concerti in memoria di Michael Jackson con date che dovrebbero essere rese note proprio fra pochi giorni ma toccheranno sia il Regno Unito che l’Europa.

I fratelli di Michael, a quanto pare, non sembrano trovarsi molto d’accordo su come onorare la memoria del re del pop; la madre Katherine Jackson sta infatti organizzando l’evento di Cardiff di cui abbiamo ampiamente parlato nelle scorse settimane. La madre ha più volte sottolineato che spera di portare alla manifestazione anche i due figli maggiori della star: Prince di quattordici anni e Paris di tredici anni. La prima voce ad opporsi a questa manifestazione è stata Janet Jackson che, qualche settimana fa, aveva rilasciato pubblicamente una dichiarazione in cui spiegava che l’evento si sarebbe tenuto in concomitanza con il processo e, proprio per questo motivo non lo reputava opportuno.

Ora, dunque, sembrano aggiungersi anche altre due voci ossia quelle di Jermaine e Randy, anch’essi fratelli di Jackson che hanno approvato la scelta di Janet di non partecipare all’evento proprio per rispetto del processo attualmente in corso.

La manifestazione è fissata per l’8 ottobre e, al momento, le star che hanno dato la loro adesione al progetto sono state Beyoncé, Christina Aguilera e Cee Lo Green. Intanto, non si ferma la discussione mediatica attorno alla sospetta morte di Michael Jackson; proprio in questi giorni, infatti, è stato messo in evidenza un libro prodotto da Mirjana Kovacic intitolato “Michael Jackson – Una morte poco chiara” dove l’autrice spiega minuziosamente le incongruenze che vi sono state dopo la presunta morte di Michael. Come accadde già per altri noti personaggi del mondo dello spettacolo, primo fra tutti Jim Morrison, Kovacic insinua il dubbio sulla reale morte di Jackson e su una possibile verità tenuta nascosta.

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