Immanuel Casto: “Freak & Chic”. La recensione

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Immanuel Casto - "Freak & Chic" - Artwork

Da tempo in molti in Italia attendevano questo evento e da qualche giorno è disponibile il nuovo disco di Immanuel Casto, il Casto Divo, dal titolo “Freak & Chic“. Devo dire che il termine “nuovo” suona alquanto anomalo, dato che un terzo delle canzoni presenti nel disco sono già conosciute dai suoi fans e sono state cantate e visionate su Youtube tantissime volte, ma per la prima volta la JLe Management le ha raccolte in un disco insieme ai nuovi inediti.

Anticipato dai singoli “Zero Carboidrati“, “Tropicanal” e “Freak & Chic“, il nuovo album di inediti di Immanuel Casto arriva a due anni da “Adult Music” ed è stato prodotto da Stefano ‘Keen’ Maggiore al Beat Studio di Bologna e mixato da Cristiano Sanzeri al 29100 fACTORY di Piacenza: il disco è stato promosso sulle principali piattaforme digitali ed è ordinabile sul sito ufficiale dell’artista.

Prima della recensione vera e propria del disco credo sia doveroso fare un attimo di storia: Immanuel Casto (al secolo Manuel Cuni) è un artista italiano originario di Bergamo, originariamente Art Director e che ha vissuto molti anni sotto traccia su Youtube dove ha collezionato milioni di visite grazie a raffinati e alquanto spiazzanti videoclip, creando il “Porn Groove“, un sottogenere musicale che coniuga testi esplicitamente aggressivi riguardanti il sesso, il bigottismo e la prostituzione alla musica dance con tastiere elettroniche, senza nessun supporto discografico o rotazione televisiva.

Immanuel ha inoltre curato la colonna sonora della recente web fiction “Kubrick, una storia porno”, prodotta da Magnolia, e ha realizzato come regista il suo primo cortometraggio “A Wonderful Life”, creando anche nel 2012 il gioco di carte “Squillo” da lui ideato e prodotto insieme a JLe Management e Raven Distribution, un gioco di carte dedicato allo sfruttamento della prostituzione diventato subito un cult del gaming da tavolo.

Detto questo, parliamo del disco: “Freak & Chic” contiene nove canzoni e dura 35 minuti circa e si apre con la tile-track, una canzone che denuncia il falso perbenismo di certi ambienti glamour e vip, che al di là della patina dorata superificiale nascondono ambienti marci e ipocriti. Dopo arriva “Zero Carboidrati“, canzone di denuncia sull’ossessione del corpo fisico e su tematiche come bulimia e anoressia, accompagnata anche da un video molto esplicito che ha destato non poche polemiche.

Immanuel Casto - "Freak & Chic" - Artwork
Immanuel Casto – “Freak & Chic” – Artwork

I pezzi successivi, “Sexual Navigator” e “Tropicanal“, sono due brani in pieno “stile Casto”: dance-pop a manetta e testi allusivi e dalle forti tematiche sessuali. La successiva canzone, “Sognando Cracovia“, parla del fenomeno delle badanti dell’Est che seducono i propri pazienti e vede di nuovo il duetto con Romina Falconi, salita agli onori delle cronache per la sua partecipazione a X-Factor e già collaboratrice di Casto per il brano di successo “Crash“.

Anusmouthand“, meglio detta “AMH”, ritorna per un momento sul filone “porn groove” grazie anche al testo, che potrebbe essere visto da alcuni come blasfemo: dopo questo pezzo il disco “cambia”. Ce ne si accorge con la traccia strumentale “Redemption“, un minuto e mezzo bello compatto di musica quasi techno che introduce due canzoni molto più profonde come “Comunione e Liberazione” e “Da quando sono morto“. La prima è una canzone d’amore che ricorda in alcuni spunti “La cura” di Battiato mentre la seconda richiama alla mente, con la sua freddezza e con la sua musica “Quando ero vivo” di Marracash. Canzoni che non mi sarei aspettato di trovare in un disco di Casto e che denotano una profondità del personaggio molto superiore rispetto a quello che era stato mostrato finora. Che sia l’ulteriore mutazione di pelle per questo provocante istrione?

Dite la vostra!

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