In quest’ultima settimana di Gennaio 2013 andiamo a conoscere una formazione molto colorata e dal sound sicuramente accattivante e particolare. Come sempre abbiamo utilizzato il metodo “The Passenger” ossia quello di comprendere la band da vicino grazie alla musica.
Ecco a voi Il Maniscalco Maldestro, band nata nel 2000 la quale ha all’attivo tre dischi. L’omonimo album d’esordio che ricevette molte recensioni positive e i singoli “Metamorfosi plausibile” e “Fase 5: metabolismo” fecero un buon giro di pubblico aggiudicandosi anche la prima posizione del “Made in Italy” nella classifica di Radio Rock Fm. Prima della pubblicazione del secondo disco, la band sperimentò diverse esperienze, dalla partecipazione a “Volterra Teatro” passando per un “Film Maldestro” fino a toccare l’Heineken Jammin Festival e all’Italia Wave Love Festival, nel 2008.
Con un background pieno di molte esperienze si arriva al 2009 e alla pubblicazione di “Panna, polvere e vertigine” mediante l’etichetta La Fattoria Maldestra, creata dalla stessa band. In seguito, dopo poco tempo dalla pubblicazione del disco si concretizza uno spettacolo teatral-musicale dal titolo “Gabbato lo Sound” organizzato assieme alla compagnia teatrale Gli Omini. Il 2010 si contraddistingue da una serie di concerti in giro per tutta Italia con una tournée che raggiunge anche la Germania. Nel 2011, invece, il gruppo definisce un nuovo assetto con Pietro Spinelli alle tastiere e Simone Sandrucci alla chitarra. Inizia un nuovo percorso che porta alla scrittura e conseguente registrazione del nuovo disco secondo la sapiente guida di Nicola Baronti come produttore artistico.
“Ogni cosa al suo posto”, terzo album della formazione pubblicato sotto etichetta “Maninalto!/Venus” e prodotto da da La Fattoria Maldestra e Phonarchia è stato pubblicato il 13 aprile 2012 e noi, a distanza di qualche mese abbiamo voluto conoscere meglio Il Maniscalco Maldestro.
A Tu per Tu con Il Maniscalco Maldestro
Ecco a voi la nostra band della settimana, Il Maniscalco Maldestro. Prima di passare a proporvi i brani della formazione, cerchiamo di raccontarvela meglio proprio grazie allo scambio di battute che abbiamo avuto con loro.
1. Non possiamo non soffermarci sul vostro nome molto particolare. Come è nata l’idea di chiamarvi “Il Maniscalco Maldestro?” e di realizzare progetti dove Maldestro è sempre un termine bene in vista?
Il Maniscalco Maldestro (che potete trovare sulle copertine dei nostri primi due album) si è letteralmente piantato nella mia testa in un viaggio in autobus per andare all’università… ho iniziato a vederlo ovunque, nel muro, nelle ombre che mi passavano intorno… è iniziato a uscire fuori anche dalla penna quando disegnavo… era la cosa più vicina al nuovo progetto musicale da poco avviato con tre amici. Rappresentava la nostra vena autoironica, era un manipolatore, noi sciagurate burattine eseguivamo quello che volevamo, potevamo permetterci di vestirci, cantare e suonare anche le cose più assurde, tanto la faccia ce la metteva lui, e poi eravamo maldestri dichiarati. Ecco, il maniscalco maldestro è una dichiarazione d’intenti… non ci prendiamo mai troppo sul serio, siamo così, questo è il nostro modo di vedere la musica, non ci vergogniamo dei nostri lati maldestri, anzi te li sbandieriamo e te li tiriamo in faccia.
2. Il vostro secondo disco “Panna, polvere e vertigine” è stato pubblicato mediante La Fattoria Maldestra. Cosa vi ha spinto a creare questo progetto? Avete avuto modo di conoscere e produrre altre band interessanti sul territorio italiano? Raccontateci qualcosa di questa esperienza.
La fattoria maldestra, al momento è una congrega di amici militati tra le fila de “il maniscalco maldestro”… un collettivo che si occupa di musica, video, grafica… ognuno di noi mette dentro, con passione e professionalità, quello che riesce a fare meglio… io per esempio ho lavorato per anni, e continuo tuttora a farlo, nel settore della grafica, Borrkia registra band da quando è bambino… la cosa bella bella è che all’interno della fattoria si continua a lavorare anche con chi non è più all’interno della band, Frencc che non suona più da due anni con noi, continua a realizzare dei bellissimi video, come il nostro ultimo “ogni cosa al suo posto”. In questi anni ci siamo prevalentemente dedicati a produrre progetti collaterali come Spaghetti Go-go!!! e Borrkia Big Band. Quest’anno è uscita invece la prima vera produzione esterna, una band davvero promettente dal nome “La Fortuna di Nashira”. Si stanno muovendo alla grande e sono davvero orgoglioso di loro, giovani, energici e motivati.
3. Gli ultimi anni, dopo un lungo tour in Italia e in Germania, sono stati da voi definiti anni di crescita. Una crescita culminata con “Ogni cosa al suo posto” uscito ad Aprile 2012. Quali sono state le differenze nel comporre, pubblicare e produrre questo disco rispetto ai precedenti? Definite brevemente la vostra discografia, per presentarla al nostro pubblico.
I concerti sono sicuramente una delle parti più importanti per la crescita di una band, suonare un po’ in tutta Italia, aver vinto un bel po’ di contest ed essere saliti sul palco di Heineken Jammin’ Festival ed Italia Wave, sono cose che ti formano e danno benzina al progetto. Suonare fuori dall’Italia è stato poi grandioso, un sogno finalmente divenuto realtà, e la Germania è davvero un gran bel posto per la musica. “Ogni cosa al suo posto” è stata un’esperienza importante, un qualcosa che ha rimescolato le carte in tavola e rimesso in discussione la band… adesso però siamo già al lavoro su un nuovo album che uscirà, nemmeno a farlo apposta, nell’aprile di quest’anno e siamo quindi molto concentrati sul nuovo materiale. La nostra discografia vede attualmente 3 album pubblicati: un esordio dal titolo “il maniscalco maldestro” (2005), album al quale siamo molto legati, con dei brani che tuttora riescono ad essere sempre molto trascinanti dal vivo. “Panna, polvere e vertigine” (2009) viene fuori da un periodo molto irrequieto della band, un rock molto schizofrenico mischiato al blues, folk, psichedelia…”Ogni cosa al suo posto” (2012), è la parentisi più elettronica della band, un album ibrido, a metà strada tra il rock elettrico e alcuni episodi più cantautorali. In attesa di rifarci di nuovo sentire per l’uscita del nostro prossimo album, colgo l’occasione per ringraziarvi e mando un maldestro abbraccio a tutti i lettori di The Passanger!!!
Da “Ogni cosa al suo posto” fino al nuovo disco, la musica de Il Maniscalco Maldestro
Il Maniscalco Maldestro pubblicherà a breve, nel mese di Aprile, un nuovo disco, il quarto della loro carriera. Il sound della formazione è quello di un vero e proprio mix sonoro fra brani prettamente cantautorali, altri con coloriti più intensi e altri ancora pregni di un rock elettronico sicuramente molto appetibile. Un suono completo quello de Il Maniscalco Maldestro, un suono maturato nel corso degli anni. La musica de Il Maniscalco Maldestro ha il pregio dell’originalità, brani che non risultano già sentiti e triti nel panorama musicale ma sono freschi e sicuramente captano immediatamente l’attenzione degli ascoltatori. Una musica piacevole, fresca, originale, molto colorata e profondamente diversificata. Il Maniscalco Maldestro non si ripete su se stesso ma procede dritto verso il nuovo disco che non vediamo l’ora d’ascoltare. Intanto, vi lasciamo con l’ascolto di alcuni lavori della formazione.
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