Il Distacco: “I 17 lati”. La recensione

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La band varesina Il Distacco presenta l’EP d’esordio ” I 17 lati“, un lavoro dalle sonorità ispirate al movimento grunge della Seattle di inizio 90, rielaborate in chiave moderna con innesti di sequenze elettroniche.

Il progetto Il Distacco nasce dalla voglia di Nicolas Donno, dopo aver fatto parte degli A Million Ways, di fondare nel 2012 una band tutta sua che prenderà il nome di The Gap. Dopo aver registrato un EP intitolato “Wretching Knowledge” e aver girato per presentarlo, il progetto entra in una fase di stasi fino alla primavera del 2014 quando Nicolas incontra Jacopo Di Pierro: tra i due nasce una forte affinità artistica e si mettono alla ricerca di un batterista, individuando in Daniele “Mack” Finocchiaro la persona giusta per loro. Nasce così Il Distacco e dopo un anno di prove e qualche apparizione dal vivo il gruppo si riforza con l’ingresso del chitarrista Davide “Dizo” Di Pierro ed entra in sala di registrazione dove, grazie alla collaborazione con il cantautore milanese Giuliano Dottori (ex Amor Fou), viene prodotto il primo EP dal titolo “I 17 lati”.

L’EP “I 17 lati” è stato registrato nello studio di registrazione “Sotto il mare” di Povegliano Veronese (nel quale un’artista del calibro di Elisa ha registrato l’ultimo singolo) con al mixer Giacomo Zambelloni e Giulio Farinelli (Everybody on the shore) e viene anticipato dal singolo Karma a cui segue un videoclip girato dalla regista Stephanie Blanchard: il quartetto lombardo descrive così il brano: “Basta la parola stessa per descrivere la canzone. Ma per rimanere in tema “orientale”, il brano, desertico e meditativo, è anche un mantra che si ripete per tutte le strofe che lo compongono.”

Il disco è composto da 5 brani per23 minuti di musica e si apre proprio con il singolo “Karma“, un brano molto spoglio ed essenziale in puro stile alternative rock che sente molto delle influenze dei Marlene Kuntz e dei Bud Spencer Blues Explosions ma che mostra una certa ruvidezza tipica della registrazione live. “Odio e amo” si apre con le note di un pianoforte e si sviluppa in maniera più organica della canzone precedente, senza però disdegnare l’ispirazione all’alternative rock e una coda strumentale classica del genere.

cover distacco 17 lati
Il distacco – “I 17 lati” – Cover

Un basso cattivissimo apre “Afrodite“, brano d’amore molto sui generis dall’interessantissimo ritornello e che si rifà all’esperienza di gruppi come Nirvana o Pearl Jam per raccontare la paura di una relazione d’amore e di come essa possa colpire la mente di un uomo, mentre la chitarra e il pianoforte introducono “Lanterne cinesi“, brano più orientato allo stile dei Radiohead o degli italiani Scisma per commemorare il ricordo di esperienze passate che ancora oggi segnano l’animo delle persone. L’EP si chiude con “La pace dei sensi“, brano che si apre con un bel fiorire di chitarre e che è un viaggio nelle esperienze di ragazzi che cercano di districarsi tra le difficoltà del nostro tempo per costruire un futuro e mantenere comunque vivo il sogno di fare musica.

L’esordio musicale de Il Distacco è apprezzabile: cinque canzoni non possono certo far gridare al miracolo o allo scandalo ma danno comunque l’idea di un progetto musicale in crescita e in divenire. L’approccio musicale è quello “classico” dell’alternative rock con moltissime influenze (dagli americani Soundgarden e Sonic Youth agli italianissimi Marlene Kuntz e Scisma) ma i quattro ragazzi di Varese riescono comunque a mettere qualcosa di loro in questo lavoro, soprattutto nel cambio di stile, molto spesso presente all’interno delle loro canzoni (ascoltare “La pace dei sensi” per credere). Il resto del lavoro è assolutamentem apprezzabile e si spera di ritrovare il gruppo varesino con un lavoro più organico e completo che faccia apprezzare davvero tutti i 17 lati della loro musica e personalità.

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