L’ HADOPI (acronimo di Haute Autorité pour la diffusion des oeuvres et la protection des droits sur l’Internet) è un’istituzione creata in Francia dopo l’emanazione della legge Création et Internet, anche conosciuta come “legge hadopi” che è entrata in vigore nel gennaio 2010 dopo una prima bocciatura e una lunga serie di intoppi e polemiche. L’Autorità è stata creata appositamente per controllare i contenuti scambiati dagli utenti attraverso la rete al fine di scoprire violazione del copirigth: l’ HADOPI si pone come intermediaria tra gli aventi diritto (artisti, major) e i fornitori di connettività, chiamati a cooperare per denunciare gli utenti che scaricano file illegalmente.
La legge a protezione del copyright è stata al tempo della sua approvazione fortemente avversata da molti che non la ritenevano in grado di eliminare alla radice il problema della pirateria: il provvedimento non era piaciuto nemmeno ai servizi segreti inglesi che avevano espresso preoccupazione per il posiibile dilagare di sistemi protetti per scaricare contenuti in modo anonimo, cosa che renderebbe più difficoltoso il contrasto di reati gravissimi tra i quali quello della pedofilia on line.
Scopriamo qual è oggi, a distanza di quasi un anno dall’ entrata in vigore del provvedimento, la situazione reale: i dati diffusi parlano di un ritmo di invio degli indirizzi ip sospetti pari a 10.000 al giorno e il governo francese dichiara di voler arrivare in breve tempo ad un ritmo di 150.000 segnalazioni quotidiane, tocca poi ai vari ISP nazionali fornire i dati identificativi personali legati a quel determinato indirizzo ip (matching fra ip e intestatario della linea telefonica), la sanzione per la mancata comunicazione dei dati è pari a 1.500 euro al giorno per ogni indirizzo ip non comunicato entro 8 giorni dalla richiesta.
Al di là dei dati, rimangono comunque tutt’ora irrisolti i problemi posti al momento dell’entrata in vigore: nel caso di persone frodate delle connessioni wi-fi chi risponde della violazione effettuata con quella connessione? E ancora: cosa accade se la connessione è usata da un soggetto diverso dal titolare della linea telefonica? su chi ricade in questo caso la responsabilità per la violazione?
La sensazione è che la legge non sia stata in grado di raggiungere gli obiettivi prefissati , che gli inconvenienti da risolvere siano ancora molti e che in definitiva si stia cercando di trasformare i fornitori di servizi internet, in sceriffi per il beneficio esclusivo dell’industria audio e video.