Giocattoli e biglie, quando la musica pop si sposa con la sperimentazione

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Nella musica rock e pop molte canzoni sono suonate con gli strumenti convenzionali, come chitarre, tastiere, basso e batteria. Ci sono però anche dei casi (soprattutto in alcuni periodi dell’anno come Natale) in cui alcuni strumentisti o musicisti hanno deciso di suonare strumenti non convenzionali come strumenti musicali giocattolo (trombe giocattolo, fischietti, pianoforti giocattoli).

C’è da dire che la musica classica ha nel corso dei due secoli scorsi esplorato ampiamente le potenzialità di questo tipo di approccio musicale: prendiamo per esempio “Lo Schiaccianoci” di Tchaikovsky che includeva un gran numero di strumenti ed effetti non convenzionali (la celesta suonata nella “Danza della Fata Confetto“) e che dal vivo veniva suonata dall’orchestra anche utilizzando pistole giocattolo, campanelle e altri giocattoli o la “Toy Symphony” di Leopold Mozart, padre del più celebre Wolfgang, che in questa opera utilizza cucù giocattolo, fischietti, batteria e trombette giocattolo e che ancora oggi è utilizzata per introdurre i ragazzini alla musica classica. C’è anche la “Suite ofr Toy Piano” di John Cage e il “Frankenstein!!” di HK Gruber, altri casi di composizioni orchestrali in cui si ritrovano fischietti, kazoo, clarinetti e altri strumenti giocattolo.

Così come nella musica classica, anche nella musica pop e rock ci sono varie canzoni che nel corso degli anni al loro interno: si parte nel lontano 1970 con “Cecilia” di Simon & Garfunkel del 1970, canzone presente nel loro terzo disco e che presenta al suo interno un loop suonato con uno xylofono, anche se è stato missato in modo tale da non renderlo riconoscibile. Nel 1977 i Talking Heads, uno dei gruppi più sperimentali della storia del pop,  con “Uh-Oh, Love Comes To Town” entra in questa speciale classifica grazie all’utilizzo di una batteria giocattolo.  Nel 1984 i Replacements sfruttano una chitarra giocattolo per il riff principale del loro brano “I Will Dare“.

Facciamo un balzo temporale di dieci anni e entriamo nel 1994 con i Cap’n Jazz, gruppo post-hardcore di Chicago, fondato nel 1989 dai fratelli Tim e Mike Kinsella, che era famoso per le loro sperimentazioni musicali: nel brano “Basil’s Kite“, un perfetto pezzo in stile punk, viene suonato per oltre un minuto e mezzo una trombetta. Due anni dopo troviamo i Belle & Sebastiangruppo pop-rock scozzese dal sound raffinato e ricercato, sperimentare con il brano “Mayfly” dove utilizzano uno stilofono, che è un piccolo strumento elettronico la cui tastiera è controllata da una piccola penna elettronica. Nel 1998 ci sono invece i Neutral Milk Hotel, gruppo presente nel Collettivo Elephant 6 e famosa per la loro sperimentazione d’avanguardia, che nel brano “Engine“utilizzano una sega da legna suonata con un violino.

Ed oggi? Un esempio di canzone moderna suonata con strumenti giocattolo è “Fireflies” degli Owl City, dove il musicista suona un organo Lowrey e si fa accompagnare da altri strumenti giocattolo, oppure “La canzone del torero” di Brunori SAS, dove troviamo trombette, fischi e altri giocattoli all’interno della canzone. Uno dei casi più eclatanti però è la Wintergatan, band di folktronica svedese originaria di Göteborg composta da Martin Molin e Marcus Sjöberg, che si sono fatti conoscere nel tempo per il loro utilizzare strumenti assolutamente fuori dal normale creati da loro, come la “Marble Machine”, una macchina interamente fatta di pezzi di legno e Lego Technic dove tutte le parti mobili della macchina sono suonate da delle biglie. Strano? Curioso? Per noi il risultato finale è pazzesco. A voi l’onore della prova.

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