Abbiamo avuto il piacere di fare una lunga chiacchierata con Gatto Panceri in vista dell’uscita del suo nuovo video “Vieni a vivere”. Il video è stato anche l’occasione per fare qualche domanda un po’ più personale sul mondo della musica attuale e su un certo modo di fare musica.
1) Da ieri è online “Vieni a vivere”, il video del tuo nuovo brano che anticipa il nuovo disco. Da dove è nata l’idea di questo videoclip girato in diverse location con diversi registi e cosa ti aspetti susciti nel telespettatore?
Il video è la punta di un iceberg che è cominciata con la scrittura delle 12 canzoni del nuovo disco che uscirà tra un po’ ed abbiamo scelto “Vieni a vivere” per diversi motivi: uno perché in questo momento in radio è perfetta perché è piena di sole, di energia e mi sembrava adatta per un’uscita estiva e poi perché dietro alla canzone, che è una canzone d’amore abbastanza grintosa anche se semplice, c’è la voglia di tornare a vivere e non a sopravvivere in un momento come questo dove tutti siamo molto incupiti dai problemi che abbiamo in testa. Quando c’è stato c’è stato da fare il video dopo il momento della scrittura del testo e dell’arrangiamento ho pensato di creare una storia parallela al testo della canzone dove io mi muovo in mezzo agli animali (che sono la mia passione più grande) ed invito tutti a venire a vivere dove vivo io, a contatto con le cose essenziali e con qualcosa che ti possa fare stare bene. Il video ha parecchie location perché volevo allontanarmi dal “low cost” che ormai impera nel nostro ambiente, dove al basso costo si associano anche poche idee: mi sembra sia uscito fuori un bel lavoro dove la canzone viene ben rappresentata e dove viene bene espressa la mia semplicità e la mia energia che da vent’anni mi accompagna.
2) Vedendo il video c’è una scena in cui tu guidi una Vespa anni ’80 in cui sei seguito da Super, il tuo Jack Russell, a cui hai anche dedicato una canzone nel tuo disco precedente…
Vedo che sei informato! Super è da sei anni che vive con me (ed era in quel momento al suo fianco, NdR) ed è una presenza costante nella mia vita. Quando sei con un animale lui ti dà una dimostrazione di purezza, di lealtà, di non interesse grandissima rispetto agli esseri umani che in questa società spesso tradiscono un po’. Lui durante le registrazioni del video mi seguiva ad ogni passo ed è stato così anche quando ho guidato la Vespa. Se avrai notato durante le scene di movimento del video ci sono due cavalli, uno bianco e uno nero: con la band avevamo deciso di suonare il video della canzone non su un solito palco ma in un recinto con i cavalli che dovevano correre mentre noi suonavamo ed è stato divertente ed anche un po’ pericoloso registrare quelle scene (anche grazie all’aiuto di alcuni addestratori) perché i cavalli si agitavano con il volume alto ma anche loro hanno dato un contributo perché i cavalli sono sempre stati un simbolo di libertà e di forza.
3) E’ stata un’esperienza particolare allora…
Particolare e divertente. Io penso che oggigiorno, nel mondo artistico, avere velleità di diventare ricchi come si poteva una volta è abbastanza patetico. Io sto continuando a fare questo lavoro senza pretendere chissà che cosa ma le cose che faccio le devo fare bene, a costo di aspettare tre anni prima di pubblicare un nuovo disco, a costo di metterci un mese a fare un videoclip perché o fai una cosa perché ti piace oppure se la devi fare con la depressione del low cost o col tempo che incombe corri veramente il rischio che passi inosservata.
4) A proposito di natura, leggevo in un’intervista che “natura” è una delle tue parole d’ordine per fare questo videoclip, insieme al movimento, all’energia e agli animali. Sono parole d’ordine anche del tuo prossimo disco in generale?
Beh, penso proprio di sì. In questa canzone c’è questa esplosione di solarità, questo sole, questo mare, ed è rappresentato pienamente. E’ chiaro che il disco è anche molto “terreno”, molto vario: mi rendo conto che si possa capire poco non leggendo i testi del disco ma in 12 pezzi ho cercato di allargare la visuale con degli episodi in cui gli scenari cambiano e vorrei che questa energia che traspare dal singolo e dal video si mantenesse come costante dell’album. Io sono un cantautore e sento di dover dare una sterzata alla mia musica in fatto di sonorità e di testi maggiormente in chiave rock con meno ballate d’amore ma sempre con sentimento, non un cambio totale quindi ma un’evoluzione.
5) Tu hai detto canzoni più “terrene”…
Il disco parla di sdegno, dello segno che la politica e l’economia ci stanno portando, dell’amarezza e della delusione di tutti. Anche per questo io canto di “tornare a vivere” perché il mondo del dio denaro, dell’effimero e del materialismo ci ha delusi . E’ inevitabile che qualche canzone vada a “toccare” qualcosa che c’è nell’aria. Quindi un disco solare ma anche un disco che non si nasconde, a cominciare dai titoli delle canzoni che hanno quasi un taglio giornalistico e che avrete il piacere di scoprire tra non molto. Se nel disco precedente (“S.O.S.”, NdR) l’allarme era lanciato verso le persone care, in questo disco l’allarme è lanciato verso tutti, con un respiro un po’ meno intimista e più globale e sociale.
6) Tu sei solito abituare i tuoi ascoltatori a fare dei dischi in cui leggi te stesso e lo porti fuori trasformando la tua esperienza da personale a universale. Quando il pubblico potrà ascoltare il tuo disco?
Il disco uscirà molto probabilmente tra un paio di mesi, la pubblicazione del singolo ora è soprattutto per le radio, visto che corri il rischio, pubblicando il disco ora, che qualcuno dica a settembre che il disco è vecchio. Da questo singolo e da questo video mi aspetto il ritorno dell’informazione che Gatto Panceri sta per uscire con un nuovo disco. Perché, devi sapere, oggi, con la produzione massiccia di dischi che c’è al momento nonostante i tempi di crisi (specialmente dai talent) e con la gente presa da problemi molto seri e gravi si può anche correre il rischio di buttare via il disco e non vorrei perché è un bel lavoro.
7) Tu sei un artista che ha collaborato con tantissimi: cito solo Mina, Giorgia, Andrea Bocelli, Gianni Morandi. Sono previste collaborazioni anche in questo disco?
Guarda, il disco è praticamente finito all’80% e mancano i mixing di alcuni pezzi. Per questo disco ho collaborato con musicisti di livello internazionale ma potrebbe essere previsto un “featuring” importante su uno degli ultimi brani che ho scritto e che sto ultimando.
8) Leggo che hai una cattedra al CET di Mogol e una alla Hope Music School. Cosa vuol dire per te insegnare ai giovani il tuo modo di fare musica?
Sicuramente portare la mia esperienza di 25 anni di scrivere canzoni, gestire la creatività e gestire la produzione, perché qui si parla di come scrivere una canzone dall’inizio alla fine. In Italia c’è una marea di gente che fa musica seriamente e che non va solo ai talent, dove si ricerca solo la grande vocalità trascurando il processo che porta alla scrittura di una canzone trascurando così un’immensa popolazione musicale che scrive canzoni anche di ottimo livello ma che è sola e non è ascoltata. In queste scuole queste persone possono confrontarsi con dei professionisti e grazie a dei consigli e alle lezioni possono migliorare la loro condizione di autori. Poi lavorare con Mogol per me è fantastico, per me è un mito e collaboro con lui dal 2001 da quando lui mi volle per un concerto al CET.
9) Sta fiorendo in Italia una nuova scena cantautorale (cito solo alcuni nomi: Dente, Il Cile, Le Luci della Centrale Elettrica). Come lo vedi dal tuo punto di vista, ovvero di un cantautore che da 25 anni naviga nel mondo della musica italiana?
Io mi auguro che continui a crescere perché io questi nomi li ho sentiti ma li sento molto meno di tutti i nomi di questi cantanti che vanno ai talent e che dominano le radio e le televisioni, anzi meno male che stanno sopravvivendo come tutto il cantautorato italiano che sopravvive al di là di queste persone che vanno in televisione a cantare delle cover, mi fa piacere che queste persone ce la facciano a fare dischi ed a spuntarla, io personalmente vorrei vedere più musica di qualità in televisione e vorrei che le radio non passassero i soliti pezzi e soprattutto troppa musica internazionale che non mi sembra di altissimo livello tranne pochi esponenti. Il mondo della musica dà da lavorare a tantissime persone, dai fattorini ai discografici, ma le nostre radio ed i nostri media non aiutano il nostro mondo: ci sono alcune radio che trasmettono solo il 10% di musica italiana, io sarei per una legge come in Francia che obbliga a trasmettere il 50% della musica nazionale. Quando io ero giovane ascoltavo molta più musica straniera, ma ai tempi era imparagonabile confrontare un cantante italiano con i Queen: oggi la situazione è molto diversa ed a livello internazionale ci sono un sacco di prodotti che sono molto meno alti a livello qualitativo di quelli italiani.
10) Come sarà l’estate di Gatto Panceri? Terrai un tour a breve?
Sto finendo di lavorare sulle 12 canzoni del disco e stiamo promuovendo il video del nuovo pezzo, partirà un tour nei prossimi mesi in contemporanea con l’uscita del disco. Ho tenuto un concerto qualche giorno fa nella mia Monza in cui ho presentato tutte le mie vecchie canzoni più la nuova “Vieni a vivere” ed è stato un bel momento dove il pubblico ha partecipato e mi ha restituito delle buonissime sensazioni, con il pubblico che è stato molto partecipe.