Alzi la mano chi non ha mai cantato i Garbage immaginando di essere la reincarnazione di Shirley Manson, altrettanto seducente e suadente, ovviamente; visto che possiamo sognare, facciamolo in grande stile. Alzi la mano chi non ha avuto qualche perplessità quando la band ha annunciato il ritorno dalla pausa, durata ben sette anni, con questo nuovissimo e scintillante “Not Your Kind of People”.
I ritorni suonano sempre in modo ostile, quando si parla di musica, verrebbe quasi da dire che bisognerebbe fare tanto di legge che impedisce ad una band di rovinare il ricordo di ciò che è stata con reunion all’unico scopo di racimolare denaro.
Questo ritorno dei Garbage, però, è da subito suonato diverso. Se non altro, la band, si fonda su alcuni capi saldi dell’industria discografica mondiale come Butch Vig e una delle personalità pop-rock più copiate degli ultimi quindici anni, ossia Shirley Manson.
“Not Your Kind of People” giunge quasi come una luce dopo alcuni dischi alquanto discutibili. Per gli anni d’attività musicale macinati, la formazione statunitense non ha all’attivo moltissimi album ma, essi sono sempre stati ben calibrati, non sempre riusciti. Il risultato dei primi dischi quali l’omonimo “Garbage” e “Version 2.0” sembra quasi irripetibile ma, giunti negli anni della maturità, i componenti della formazione ci hanno riprovato proprio con questo disco che sicuramente riesce a suonare nettamente migliore dei precedenti lavori, se si tolgono dall’elenco i primi dischi d’esordio.
La carriera di un personaggio come Butch Vig parla da sola: un nome e un cognome che viene associato al mondo Nirvana e che ogni volta fa venire tanto di pelle d’oca. Un album che è maturato nel corso degli anni. Era il 2008 quando lo stesso Vig aveva semplicemente detto che i Garbage si erano ritrovati a parlare e stavano valutando il da farsi. La registrazione di “Not Your Kind of People” è iniziata nel 2010, giusto per ricordare e sottolineare quanto il lavoro sia stato meditato, voluto, scelto e solo in un secondo momento realizzato.
Garbage: “Not Your Kind Of People”, l’analisi del disco
Nel corso di questo periodo “pubblicitario” la band ha cambiato strategia, togliendosi i panni di altri e infilandosi nella dimensione StunVolume, etichetta discografica a cura proprio della formazione sotto la quale, ovviamente, è stato pubblicato questo lavoro. Una promozione che è andata a braccetto con lo streaming: “Not Your Kind Of People” è stato reso integralmente disponibile su diversi siti musicali, a partire da NME passando per Virgin Radio. I Garbage hanno quasi voluto avvisare i fan del potere di questo disco, invitandoli ad un ascolto precedente della reale possibilità di acquisto del lavoro che verrà distribuito proprio a partire da oggi 14 maggio 2012.
Proprio per questo motivo, ormai, “Not Your Kind of People” suona come un disco maturo, con ascolti già ben macinati. Il neonato lavoro vanta invece undici brani che fanno esclamare “ecco il tocco dei Garbage”: è difficile riassumere in poche parole il sound prodotto dalla band ma di certo si notano degli arrangiamenti certosini, supportati da momenti elettronici che sfociano in un pop quasi commerciale per poi navigare in un rock immediato. La voce di Shirley è una sicurezza, la sensualità in musica. E parliamo di sensualità, non dei tentativi soft-porno della maggior parte delle cantanti attuali.
Ricordiamo, prima di concentrarci nell’analisi del lavoro, che l’album è disponibile anche in versione Deluxe contenente quattro tracce bonus, “The One”, “What Girls Are Made Of”, “Bright Tonight” e “Show me”, il quale si contraddistingue dalla versione standard per la copertina rossa.
Tracklist – “Not Your Kind of People”:
- “Automatic Systematic Habit”
- “Big Bright World”
- “Blood for Poppies”
- “Control”
- “Not Your Kind of People”
- “Felt”
- “I Hate Love”
- “Sugar”
- “Battle in Me”
- “Man on a Wire”
- “Beloved Freak”
Ascoltando attentamente questo disco le prime parole che emergono sono immediatezza, una musica anche fin troppo “costruita” e una attenzione quasi maniacale ai minimi dettagli. Stiamo parlando di una formazione che vede tre personaggi quali Steve Marker, Duke Erikson e il sempre-citato Butch Vig che hanno passato una vita in studio di registrazione, il tutto condito dalla voce sempre splendida di Shirley Manson. Una personalità che sembra trovare la sua esaltazione naturale proprio nei Garbage, per bontà d’animo dimentichiamo i tentativi televisivi, cinematografici e anche la mai realizzata carriera solista.
Si parte con “Automatic Systematic Habit”, una canzone che potrebbe essere benissimo cantata da Madonna ma che nei Garbage non riesce a stonare. Ancora una volta emerge uno dei grandi pregi della formazione, la capacità di essere pop-rock, dance-rock, electronic-rock un miscuglio di generi senza perdere la faccia. Si passa a “Big Bright World”, un arrangiamento che scivola via perfettamente ma grande onore, bisogna sottolinearlo, alla voce di Shirley che fa apparire il brano piacevole e non una eterna ninna nanna.
Si arriva al primo singolo tratto dal disco ossia “Blood For Poppies”; togliamo il cappello l’ennesima volta davanti ad una scelta quanto mai azzeccata. Un brano che suona ammaliante, rock e anche malinconico. Supportato da un video prettamente cinematografico, la canzone segnala un ottimo ritorno dei Garbage, con un ritornello che definire killer è quasi sminuire il brano.
Quarta traccia “Control”, una ballata sinuosa e minimalista seguita da “Not Your Kind Of People” con un intento di Shirley e soci quasi erotico. Non spaventatevi, nulla di eccessivo (c’è ancora qualcosa che si possa considerare tale nella musica?) ma sognante, con una voce che mira a sedurre, nulla più. Il disco riprende il suo assetto maggiormente rock con “Felt” che prosegue la tradizione di “Control” ma riesce ad avere un impatto leggermente più potente, non necessariamente migliore. Questi tre brani hanno in comune e come costante, la voce di Shirley che innalza la qualità del lavoro; è difficile immaginare di dare una sufficienza a queste tre canzoni senza questa precisa voce.
“I Hate Love” farà alquanto inorridire gli amanti delle sonorità più “accese” dei Garbage. Ci troviamo in puro territorio dance-pop e se nella prima canzone “Automatic Systematic Habit” ci immaginiamo Madonna, qui è campo di Lady Gaga ma anche Rihanna secondo me ci starebbe bene, specialmente sul “kiss me” sussurrato.
Ci avventuriamo verso chiusura del disco e ci troviamo davanti a “Sugar” che riprende le sonorità di “Felt” e “Control”. Giungiamo poi al secondo singolo di questo lavoro ossia “Battle In Me” altra canzone piuttosto accattivante, con uno dei ritornelli migliori di questo disco.
Si conclude con “Man On A Wire” che è una perfetta etichetta Garbage, un perfetto miscuglio del sound della formazione ed eleggiamo la canzone come una delle migliori del disco. Si conclude con “Beloved Freak” che inizia come una vera e propria ninna nanna quasi proprio a salutare l’ascoltatore, rimandandolo ad un prossimo ascolto.
Tirando le somme di questa recensione, si può dire che “Not Your Kind of People” piace perché segnala il ritorno dei Garbage, piace perché risulta essere immediato, scivola liscio e veloce, undici canzoni che fra loro si muovono molto bene ma, questo lavoro ha un grandissimo difetto che riguarda la sperimentazione, il fatto di osare di più. Ci si aspettava dai Garbage una proposta probabilmente più all’avanguardia invece il disco sembra essere un eccezionale ripasso delle sonorità dei Garbage e poco altro; un ripasso sempre molto piacevole ma che non riesce a strappare un giudizio globale particolarmente eccellente.
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