Quest’anno la 60esima edizione dei Grammy Awards parlerà anche italiano: è infatti stato scelto dalla Recording Academy come membro della Giuria il Maestro Gabriele Ciampi, direttore d’orchestra e compositore italiano. L’evento, in programma il 28 gennaio, decreterà quelli che sono considerati l’equivalente dell’Oscar per il settore musicale, tra i principali riconoscimenti relativi alla musica negli USA, assieme ai Billboard Awards ed agli American Music Awards.
Non è la prima volta che Ciampi riceve apprezzamenti negli Stati Uniti, visto che nel 2012 David Osborne, il pianista della Casa Bianca, aveva suonato per gli Obama due brani di Ciampi, “Neve” e “Piano Concerto n. 1” e nel 2015 fu Michelle Obama in persona a scrivergli un biglietto per dirgli quanto fosse appassionata della sua musica, prima del concerto delle “Vacanze alla Casa Bianca 2015“, in occasione del quale il maestro romano aveva diretto la George Washington University Chamber Orchestra.
D’altronde Ciampi vive a Los Angeles dal 2012, dove ha studiato alla UCLA, e ha ottimi ricordi della sua esperienza americana, come lui stesso confessa all’ANSA: “Gli ultimi due anni sono stati ricchi di emozioni, il ricordo più bello è stato varcare la soglia della Casa Bianca, anche perché sono stato il primo compositore invitato al tradizionale White House Holiday. In Italia, l’abbraccio con un uomo con una forza straordinaria come Papa Francesco, indipendentemente dalla fede, mi ha toccato profondamente da un punto di vista umano. Essere stato scelto in giuria dalla Recording Academy attraverso un processo di selezione molto ferreo è, per me, l’ennesima grande soddisfazione”.
Gabriele Ciampi non ha mai però rinnegato l’Italia: “Io mi considero un cervello in prestito, non in fuga, sono orgoglioso di essere italiano e spero di tornare qui. Quello che sto facendo è una parentesi, un arricchimento, ma il mio sogno è quello di tornare e dare un contributo al mio Paese”. E a questo proposito lancia una provocazione: “Sarebbe bello poter utilizzare il sistema della giuria dei Grammy anche per i nostri oscar della musica e quindi anche per Sanremo. Claudio Baglioni? Sta facendo un grande lavoro, perché con l’eliminazione delle cover si torna al Sanremo di una volta. Mi auguro che sia l’inizio di un cambiamento che potrà riguardare anche la giuria e i criteri di selezione dei brani, perché ultimamente si è un po’ persa la qualità della musica italiana a favore dello spettacolo. Negli ultimi 10 anni abbiamo assistito alla crescita di personaggi che sono diventati famosi dal giorno alla notte. Ripartiamo dalle scuole, dallo studio, dalle accademie, dai conservatori: i concorsi arrivano dopo. Ripartiamo dalle giurie tecniche, da selezioni rigide, dalla competenze e da qui a 10 anni potremo tornare nuovamente leader.”