G di Gaber, il tributo al Signor G a “Che Tempo che Fa”

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Giorgio Gaber - Photo Web

G di Gaber: questo il nome scelto per lo speciale dedicato al Signor G (amorevolmente, amici e compagni di viaggio erano soliti chiamarlo così) curato e mediato da Fabio Fazio nel suo programma “Che Tempo che Fa”, in onda ieri 21 Gennaio su Rai3 in prima serata. Un appuntamento da non perdere per due ragioni di fondo: davanti allo schermo confluiscono da una parte i cultori di Giorgio Gaber, magari suoi contemporanei, cresciuti alla luce della teatralità e della pungente ironia che trascende i suoi testi e le opere; dall’altra giovani curiosi di conoscere aneddoti o retroscena legati all’immortale figura di Gaber, di conoscerne la vita, le opere, la poesia.

C’è da chiarire che in questa sede offriamo un sunto della serata durata 2 ore e 30 minuti abbondanti, decisamente pochi per raccontare l’intero mondo (musica-teatro-televisione) Giorgio Gaber: gli ospiti in studio hanno seguito la scaletta, tra interpretazioni degne di nota ed altre non proprio in linea con lo spirito della serata, il cui filo conduttore è stato il libro a cura di Sandro Luporini, “G. Vi racconto Gaber”, seduto lì al tavolino, silenzio assordante ma efficace. Il momento di maggiore enfasi si registra con l’esibizione di Patti Smith, invitata speciale, che propone il brano “I as a Person” traduzione del celebre testo “Io come Persona” (E pensare che c’era il pensiero, 1994-1995). 

Giorgio Gaber - Photo Web
Giorgio Gaber – Photo Web

Procediamo per gradi: i volti noti chiamati ad omaggiare il Signor G sono quelli che ogni spettatore medio-televisivo ha già avuto modo di vedere. Claudio Bisio, Paolo Jannacci (figlio del celeberrimo Enzo Jannacci), Rocco Papaleo, Luca e Paolo, Enzo Iacchetti, Enrico Ruggeri, Paolo Rossi, Samuele Bersani, Emma, Luciana Littizzetto, Rossana Casale, Roberto Vecchioni, Neri Marcorè, Arisa, i Piccoli Cantori di Milano tengono la scena proponendo alcuni classici del repertorio gaberiano. Immagini di repertorio, spezzoni di interviste reclutate da recenti archivi, la band di Giorgio Gaber al completo (Gianni Martini alla chitarra, Luigi Campoccia al piano, Claudio De Mattei al basso, Enrico Spigno alla batteria, Corrado Sezzi alle percussioni, Luca Ravagni alle tastiere).

La serata si apre con le immagini amarcord che riprendono un giovanissimo Giorgio Gaber alle prese con un juke-box e il suo ballo eclettico: non a caso i prodromi del nascente filone rock’n’roll italiano portano proprio la sua firma, essendo stato tra i primi (se non il primo) ad intuire la forza devastante di quel filone musicale. Claudio Bisio e Paolo Jannacci cantano “Far finta di esser sani” seguito da un’esibizione di Rocco Papaleo, un pò fuori forma e non proprio in linea con le sue capacità, che proprone una versione di “Shampoo” e “Destra-Sinistra”. “Le mani” e “Al bar Casablanca” sono i due brani affidati all’esibizione di Luca e Paolo che ne propongono una versione teatrale senza perdita di originalità: introdotti dalla band sulle note del primo brano, si siedono al tavolino di un bar improvvistato sul palco, un effetto scenico in linea con il testo caratterizzante il secondo brano.

Ecco il momento forse più trsite della serata: Enzo Iacchetti propone una versione di “Barbera e Champagne” non degna di nota, così come la versione di “Un’idea” a cura di Enrico Ruggeri: esibizione – doveroso dirlo – quasi penosa di “Qualcuno era Comunista…” a cura di Walter Veltroni, Fausto Bertinotti e Paolo Rossi che si adagiano al termine comodamente sulle poltrone poste in sala. L’irriverenza della Litizzetto non guasta in un momento di acuto grigiore dello show, proponendo una versione di “Secondo me la Donna” guadagnandosi un applauso da parte del pubblico in sala, previo cadere subito dopo nell’oblio con “La Liberta” cantata da Emma e una versione di “Tintarella di Luna” e “Il pelo/Il mercato” a cura della coppia Bisio/Jannacci. Torna in scena Iacchetti con “Le elezioni”.

In sequenza: Rossana Casale propone una versione di “Quando sarò capace di amare”, Roberto Vecchioni con “La ballata dei Cerutti”, ancora Paolo Rossi con “La strana famiglia” e Neri Marcorè con “La Paura” e “L’illogica allegria”. Ecco il momento di Patti Smith: la sua esibizione non è possibile renderla a parole; chiaro il rapporto tra la sacerdotessa del rock e la cultura musicale italiana, con tanto di elogio a Gaber al termine dell’esibizione. Chiudono Syria con “Se io Sapessi”, Arisa con “Non insegnate ai bambini” e i Piccoli Cantori di Milano con il medley “Com’è bella la città / Goganga / Barbera e Champagne”. Piccoli talenti crescono.

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