Franco Battiato: “Apriti Sesamo”. La Recensione

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Franco Battiato - "Apriti Sesamo" - Artwork

Dopo cinque anni e mezzo, eccoci finalmente ad ascoltare un disco di inediti di Franco Battiato: “Apriti Sesamo“.
L’attesa degli ultimi giorni è stata stemperata da una strategia di marketing in contrasto con la trascendenza che caratterizza il cantautore siciliano: il singolo è stato lanciato da un video fake su YouTube, in cui Elisabetta Sgarbi (per l’occasione diventata Betty Wrong) è immortalata – come tanti fanno – mentre canta in auto “Passacaglia“; nelle ultime settimane, invece, in radio è passato spesso un breve promo in cui l’inconfondibile voce di Elio proclama l’arrivo
imminente del nuovo LP, quasi come se si trattasse di un numero circense.

La copertina ha colori sgargianti e sfocati, che si contrappongono in maniera netta al carattere intimistico ed introspettivo dei brani. Una particolarità: la copertina non riporta nè il titolo, nè il nome dell’artista (vezzo che pochi possono permettersi), che sono riportati solo sulla sovracopertina in plastica.

Franco Battiato – “Apriti Sesamo” – Artwork

Gli arrangiamenti sono tra loro molto omogenei e i testi hanno tutti una forte connotazione metafisica e introspettiva, tanto che ai primi ascolti si ha quasi l’impressione di trovarsi di fronte ad un concept.
Le liriche sono molto profonde e danno, come sempre, parecchio da riflettere. Proprio per dare risalto alle parole, l’accompagnamento musicale (affidato ai fedeli compagni di scena degli ultimi anni) è spesso quasi minimale, con parecchi passaggi in cui si distinguono chiaramente solo piano e batteria; non mancano ovviamente richiami alla musica classica barocca, notoriamente il genere preferito dall’autore.
Piacevolmente soprendenti alcuni fraseggi di synth, che sembrano quasi campionati, in una sorta di citazione autoreferenziale, dal primo Battiato, pioniere della musica elettronica e allievo di Stockhausen in Italia.

Forte è la connotazione autobiografica, che si può facilmente scorgere in “Quand’ero giovane“, in cui il cantautore guarda al suo passato al tempo stesso giovanile e “antigiovanilistico” con occhio benevolo, e in “Testamento“, che – sotto uno strato di apparente malinconia crepuscolare – nasconde un inguaribile ottimismo e la speranza-convinzione nella reincarnazione (“we never died/we were never born”, esistiamo da sempre e trasmigriamo), così come in “Eri con Me“, brano sulle esperienze di vite passate.

Altro tema chiave è la critica alla società e la conseguente fuga dai suoi mali verso il rifugio della spiritualità. Ne sono esempi “La polvere del branco“, brano dedicato alla filosofia di Tulku Urgyen (mistico buddista del XX secolo); “Il Serpente”, in cui la corruzione dell’Occidente è contrapposta alla natura quasi-divina dell’uomo; e “Caliti Junku“, un vero e proprio consiglio zen tratto dalla saggezza popolare siciliana: quando arriva il fiume in piena, è meglio flettersi come un giunco per non spezzarsi.
Le stesse tematiche sono trattate anche nel singolo “Passacaglia”, ispirato alla Passacaglia della Vita di Stefano Landi (da cui sono prese e liberamente reinterpretate le parti in recitar cantato), in cui Battiato ripercorre il suo avvicinarsi alla ricerca della spiritualità per allontanarsi dal “mondo orribile” in cui viviamo e per imparare dagli errori del passato.

Chiude il disco la title-track “Apriti Sesamo“, che con un testo apparentemente fuori metrica e un argomento decisamente meno impegnato, le novelle de “Le mille e una notte“, rompe di netto il ritmo dell’album.

Dite la vostra!

3 COMMENTS

  1. E’ ritornato prepotentemente,dopo anni di attesa come solo i grandi sanno fare e come tutti i grandi il primo approcio all’album ti lascia spaesato per poi coinvolgerti fino alle ossa per melodie testi ed atmosfera musicale che solo le sue note riescono a diffondere …………. solo per i divini e’ l’ascolto ,solo per i saggi e’ il messaggio……….chiccadi raffinatezza in questo sitema commerciale scandaloso.

  2. Dopo averlo metabolizzato, affermo che è un gran bel lavoro, questa ultima fatica del maestro.

    …però in Apriti Sesamo non finisce la storia… geniale! mi ha spinto a cercare la novella e a leggerla.

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