“Tempo Reale”, ultimo lavoro in studio di Francesco Renga, è un disco importante per la carriera dell’artista, che non pubblicava un album di inediti dall’ultimo “Un giorno bellissimo” del 2010. E’ un album che vuole ritrovare il suo pubblico e ricercarne di nuovo, un lavoro trasversale, che colpisce con piena confidenza di sé al pubblico medio italiano, con canzoni che parlano d’amore e toccano la “pancia” di chi le ascolta. Un lavoro sicuramente ben fatto, frutto anche dell’ottima produzione artistica di un nome importante come quello di Michela Canova Iorfida, che vale da garanzia all’interno della major Sony Music, nuova casa discografica scelta da Renga dopo anni alla Universal.
Traccia dopo traccia Renga si riscopre sempre più interprete, seguendo le diverse sfumature delle varie canzoni che portano firme importanti tra cui Elisa, Giuliano Sangiorgi, Roberto Casalino, Kekko dei Modà, adattando il suo potente timbro a note inaspettate. Alcuni testi poi sono cofirmati dallo stesso Renga, cimentatosi in writing sessions con autori già affermati quali Diego Calvetti, Emiliano Cecere, Dario Faini e Diego Mancino. Quanto ai musicisti, alle registrazioni di “Tempo reale” hanno preso parte artisti di spessore internazionale, tra gli studi di Milano e di Los Angeles del già citato Canova. Ottimi presupposti sotto ogni punto di vista, che si confermano anche ad ascolto concluso. L’album si apre con “A un isolato da te”, brano scartato a Sanremo che anche nell’album non fa altro che aprire la strada a pezzi più importanti come la successiva “Il mio giorno più bello nel mondo” con parole di Fortunato Zampaglione, che si rivela essere una delle canzoni più interessanti dell’album. In assoluta la migliore è la quarta traccia del disco “Vivendo Adesso”, il pezzo sanremese scritto da Elisa: la voce di Renga resta a più riprese da sola ad esprimere tutta la sua forza su un impianto musicale che si riconosce toffoliano già dal primo ascolto. Di sicuro la scelta più adatta sia per il Festival che per promuovere il nuovo lavoro.
L’album scivola via veloce, omogeneo, senza distorsioni, alternando ballad classiche a brani dal ritornello più pop/rock come “L’impossibile”, “Dovrebbe essere così” e “Mai” in cui la voce di Renga si scatena sorretta dal sound corposo del trittico basso-chitarra elettrica-batteria. Tornando alle collaborazioni, in “Tempo Reale” ascoltiamo il primo duetto inciso dell’artista: “L’amore altrove”, settima traccia dell’album (scritta da Casalino), vede la partecipazione di Alessandra Amoroso, che si inserisce nel brano con eleganza e creando un ottimo equilibrio per un brano che sicuramente riscuoterà grande successo; “Almeno un po’” porta la firma di Kekko dei Modà, legato a Renga da un rapporto non solo artistico ma anche personale mentre “Si… Bé ma non so?!” è scritta da Giuliano Sangiorgi ed è tra i brani migliori del disco, per testo e per la mescolanza di strumentazioni classiche, tra cui archi e chitarre acustiche, con spunti di elettronica che rimandano allo stile dei Negramaro.
Un ottimo album nella piena tradizione pop italiana, ma non per questo non di qualità: Renga si conferma un cantante di talento e l’impianto musicale è di tutto rispetto. I presupposti per scalare le classifiche ci sono tutti, alcuni forse anche appositamente ricercati, ma chissà che quest’album non lo porterà alla definitiva affermazione nel nostro panorama artistico.