Francesco Guccini ha messo la parola fine alla sua attività live: il cantautore bolognese, ormai 77enne, ha deciso che non non salirà più su nessun palco dopo il 26 giugno, il giorno in cui sarà al Carpi Summer Fest per una chiacchierata con Massimo Bernardini prima del concerto della band con cui ha suonato per tanti anni, i Musici.
In realtà l’addio a concerti e dischi era già arrivato nel 2013 dopo l’uscita del suo album “L’Ultima Thule” e Guccini aveva derogato solo una volta, in occasione del “Concerto per l’Emilia” del 25 giugno 2012, organizzato per raccogliere fondi per le popolazioni colpite dal terremoto.
A svelarlo è lo stesso cantautore in un’intervista ad Andrea Laffranchi sulle pagine del Corriere della Sera: “È una decisione presa con maturità. Per me è stato un grande sollievo. Facevo fatica. La tensione era sempre presente. L’età avanzava e non avevo più la forza di stare in piedi due ore e mezza. Non ho paura di commuovermi. Forse se cantassi, ma non lo farò. Ho detto da tempo basta. Adesso c’è la voce di Flaco (Juan Carlos Biondini, il chitarrista argentino con lui da 40 anni, NdR)“. Il cantante rievoca anche l’ultimo concerto che ha tenuto: “È stato A Bologna il 3 dicembre 2011. Sono stato poco bene sul palco. Le persone del mio staff pensavano fosse un infarto. Volevano portarmi al pronto soccorso e io ho dirottato tutti al ristorante. Non avevo previsto fosse l’ultimo. Però poi le preoccupazioni e anche il fatto che da tempo fosse scomparso il mio manager mi hanno fatto prendere quella decisione.” Guccini ha poi spiegato che ha chiuso con la musica anche in privato: “La chitarra è in un angolo della casa e non si sposta dai tempi dell’ultimo disco. Ho provato qualche volta con gli amici ma non ci riesco più. Non ho più i calli sulle dita. Mi fa subito male.
Ora Guccini è proiettato sulla sua carriera da scrittore (“Mi siedo al computer tutti i giorni e scrivo. Ho appena finito un giallo che uscirà in autunno”) e dichiara di non aver ceduto alla tecnologia (“Continuo a non avere il cellulare. E nemmeno la patente. Sono una specie protetta dal WWF… Il computer è perfetto per il lento sviluppo della pagina e il taglia e incolla. Mentre la canzone è un flash immediato, una botta. Quelle le ho sempre scritte con carta e penna”). Alla domanda se si senta un monumento dei cantautori ha risposto sinceramente :”I cantautori sono stati le voci più interessanti di questi anni. Hanno fatto cose importanti. E anche io, al di là della mitologia, credo di aver fatto cose buone. Un’amica che lavora all’Università di Ginevra sta facendo una critica letteraria delle mie canzoni e ogni tanto le dico “ma sei sicura che ho fatto tutte quelle cose che dici?””.