Fiorella Mannoia, Sensualità, ritmi e passionalità al live di Ripescia

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Fiorella Mannoia | © MelodicaMente

Il concerto di Fiorella Mannoia si svolge in una cornice incantata, nel cuore della maremma grossetana, durante la festa di Legambiente, a Rispescia. Il parco ed il festival sono a carattere nazionale ed ospitano in questa rassegna artisti musicali e dello spettacolo di fama nazionale, oltre ad ospitare convegni e dibattiti con esponenti delle istituzioni locali, provinciali, regionali e nazionali. Il festival è ad impatto zero, e risulta essere uno dei più importanti appuntamenti a livello europeo che verte su tematiche ambientali ed ecologiche, oltre alle tematiche della solidarietà verso le popolazioni alle quali viene sfruttata la terra fino a ridurle in povertà estrema. Il concerto di Fiorella Mannoia prende il via dal suo ultimo lavoro, l’album titolato “Sud”, e durante questo Tour l’artista è accompagnata dai ragazzi brasiliani della Onlus Axé (onlus che ha l’obiettivo di recuperare bambini e ragazzi di strada esclusi da una vita sociale affettiva ed istituzionale, attraverso un percorso di accoglienza ed inclusione), quale cornice migliore di una festa dedicata all’ambiente, e quindi alla Terra? Quasi come coniugare l’utile del portare a conoscenza di queste realtà, promuoverle, ed al contempo unire il dilettevole della musica di un concerto. L’album è stato ispirato dall’omonimo libro di Pino Aprile (esplicitamente intitolato “Terroni”). Nell’album l’artista romana canta la sua idea di Sud: Sud d’Italia e del mondo, con le sue meraviglie, i suoi dolori, le mille contraddizioni di terre e popoli diversi.

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Fiorella Mannoia | © MelodicaMente

Fiorella Mannoia rappresenta attraverso le sue musiche ed i suoi brani l’allegria, la disperazione, la malinconia, la nostalgia, le migrazioni e tanto altro che riassumere sarebbe troppo riduttivo o non sarebbe possibile affatto. Questa volta l’artista si propone nella duplice veste di autore dei propri brani, oltre che in quella di cantante. Lo spettacolo e questo tour vengono dedicati da Fiorella Mannoia alla memoria di Thomas Sankara, leader carismatico del Burkina Faso dal 1984 al 1987, che sfidò le grandi potenze rifiutandosi di pagare un debito che non gli apparteneva: non è un caso se la sua avventura venne fermata con il suo assassinio a 38 anni, ma le sue idee sopravvivono ancora oggi. L’artista romana si fa un poco attendere, alle 22.30 una voce fuori campo ha annunciato il ritardo di 10’ dell’inizio del concerto, tra il malumore generale, e qualcuno se ne è andato in segno di protesta..bah… L’inizio, scoppiettante come da previsioni, con il brano “Io non ho paura”, cantato in versione rappaggiante ed è in questa versione rap ma non con la velocità dei pezzi puramente rap. La band indossa una maglia in color nero, fatta eccezione per i due ragazzi di colore che indossano una maglia color bianco con quella che credo sia l’immagine di Sankara.

La disposizione degli strumenti sul palco mostra da subito, ancor prima di iniziare il concerto, che il sound sarà incentrato sul ritmo, un pianoforte a coda sul lato sinistro del palco cui è affiancata una pianola, verso le strutture di costruzione del palco. Dalla parte opposta troviamo solamente microfoni e sgabelli che andranno ad ospitare chitarre e basso, mentre nella parte centrale invece troviamo un allestimento pulito, composto solamente del microfono. La motivazione del sound che ci accompagnerà durante la serata si ha descrivendo il retro del palco: centrale una batteria classica, composta di piatti e rullanti, tamburi &co., ai suoi lati, curiosamente, 2 lastre di plexiglass, accanto alle quali trovano posto altre 2 postazioni di percussionisti con tamburi simili a quelli classici ed altri in stile africano, di quelli allungati in verticale. La cantante intreccia da subito la collaborazione con uno degli artisti di colore, ed è così che le classiche della Mannoia diventano rap, diventano altre canzoni, altre musiche, altri suond..è proprio vero che il suond diverso può rendere un brano diverso ma anche stravolgerlo, sia in positivo che in negativo. Fin da subito si comprende che si è creata una buona sintonia tra i due ragazzi di colore e Fiorella Mannoia, i quali con danze e cori, piuttosto che con chiusure/apertura di brani, partecipano attivamente al concerto ed alla sua riuscita.

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Fiorella Mannoia | © MelodicaMente

Al termine di quasi ogni brano l’artista romana dialoga con i suoi fans, e con gli spettatori tutti. A questo concerto c’era credo il 90% di fans ed il 10% di infiltrati come me, ma cui piace la sua musica. La Mannoia introduce e presenta “Sud”, il suo disco, ma i suoi monologhi si trasformano quasi in dialoghi, con il pubblico che la incita, la incoraggia, le dice “bella” qualcuno si lancia in dichiarazioni come “Ti amo”; l’artista continua la presentazione e si chiede

Come abbiamo fatto??! Come è stato possibile ridurre così questo mondo, perdere le speranze. Negli anni ’60 ero piccola, ma ero già al mondo anche se piccola, allora era pieno di speranze e MAI avremmo immaginato di poter arrivare a questo punto; Io rivolgo un invito a TUTTI voi, NON separiamoci, restiamo assieme; LORO vogliono separarci, ma solamente se restiamo uniti, se stiamo tutti assieme potremo ritrovare la fiducia in noi stessi e negli altri“.

Una piccolissima pausa, per bere ed asciugarsi il sudore, la serata è molto umida, dopodiché parte la cover di Vasco Rossi, “Sally“. La Mannoiaviene illuminata da una luce denominata “occhio di bue”, lei all’interno di un cerchio di luce bianca, mentre il resto del palco è illuminato da una luce rossa molto flebile, che definirla luce, fotograficamente è un eufemismo, dato che non si vede niente se non una distinzione di contorni. Uno spettatore con voce rauca strilla “che bel rumore”, come ritornello del brano, peccato lo faccia nella pausa suspense creata sulla fine del brano; la Mannoia sgrana gli occhi e restando di stucco, si volta nella direzione della persona e gli dice sorridendo: “Ammazza aho…“, dopodiché in modo dolce e sensuale, e coinvolgentemente sexy, chiude lei il brano “…che bel rumore…” (e musiche assieme a colori di luci, per completare il brano).

La Mannoia dialoga ancora con il pubblico presentando i due ragazzi di colore, ed inizia a parlare, dice che non servirebbe molto per conoscersi meglio, sarebbe sufficiente iniziare con il conoscere le persone straniere attorno a noi, si sofferma per raccogliere il plauso del pubblico e continua: “Mi è bastato sedermi ad ascoltare le storie dei tanti musicisti immigrati in Italia per accendere l’ispirazione e mettermi per la prima volta a scrivere“, ed ancora “Il nostro futuro – ha affermato Fiorella Mannoia – sarà multirazziale perché sognare è un diritto di tutti che nessuna legge Bossi-Fini, anzi…queste leggi ci hanno resi vergognosi di conoscere queste popolazioni”.

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Fiorella Mannoia | © MelodicaMente

A seguire un brano cantato e ritmato dai ragazzi di colore. Successivamente la Mannoia annuncia un brano scritto ed interpretato da Luca Barbarossa dal titolo “Quando la notte cade giù” e presenta il percussionista alla sinistra del palco, Nando Vacca, che con un particolare strumento riproduce un verso stile mugugno. Il concerto prosegue, tra successi vecchi e brani che il successo lo raggiungeranno. I toni sono eleganti, e le atmosfere coinvolgenti, il pubblico canta, plaude e la invoca, oppure sta in religioso silenzio. La Mannoia prosegue con un monologo dedicato in parte al “Sud” ed in parte a se stessa, ma in toto alle donne, si chiede i sentimenti di una donna, una mamma, che questa ha alla partenza dei propri figli; partenza per studio, per lavoro, per una nuova vita affettiva, ma anche per una speranza di vita, come i ragazzi che partono da questi paesi emarginati dal resto del mondo; afferma di parlare soprattutto per l’affetto ed i sentimenti nei confronti di una figlia, figlia che peraltro lei non ha mai avuto. Cambio di ruoli e strumenti nella band, arriva il momento del brano di Noemi: il chitarrista che si trovava a destra della Mannoia utilizza una chitarrina piccola, mentre il pianista imbraccia una fisarmonica, il chitarrista dietro di lui invece prende posto al piano; al secondo ritornello tutto torna alla formazione originale. Fiorella Mannoia non si limita a cantare, l’artista balla, si sofferma, chiama il pubblico, lo attire a se si ferma e canta, si piega con il microfono, la mimica facciale da un totale coinvolgimento ed uno sforzo immenso. Nuovamente un pensiero per il defunto presidente del Burkina Faso, addirittura dice che questi in Africa è più conosciuto e popolare di Nelson Mandela; prosegue il suo discorso dicendo:

Dobbiamo aiutare l’Africa ad uscire dalla depredazione che viene compiuta quotidianamente, e NOI tutti dobbiamo portare avanti le idee di Thomas Sankara

Si prosegue con altri canti, alcuni in lingua africana, altri successi della cantante romana, piuttosto che cover. La Mannoia esegue una versione di Fred Buscaglione, “Via con me”, reintrerpetandola in chiave semi rap. L’artista continua a vivere il concerto e non solamente a cantare, il concerto abbonda di movenze suadenti, ancheggiamenti e movenze di bacino. Adesso tocca ad una versione personalizzata di “Clandestino” dei Manu Chao, il pianista nuovamente imbraccia la fisarmonica, mentre la Mannoia al termine del brano mette delle sue personalizzazioni, come scrivevo pocanzi: “Aquilani clandestino, esodati clandestino..spread illegal”.

Il concerto prosegue conil tamburello “Oh che sarà”, “quello che le donne non dicono”, “Mio fratello”, “Il cielo” d’Irlanda e poi con un pezzo di uno dei più grandi cantautori italiani, che da poco è scomparso, Lucio Dalla: “Cara”, ed inizia con una voce rotta dall’emozione e dall’empatia. La Mannoia compie un saluto ed una moventa inusuale, si arrampica alla struttura del palco sul lato destro e saluta tutti dapprima reggendosi e spostandosi verso dx, e poi stile Capotreno a mo’ di bandiera. Il concerto termina ufficialmente pochi minuti dopo, i musicisti salutano ma sono costretti a restare alcuni minuti sul palco e tornare mentre tentano di andare via, perché mica è facile abbandonare il palco ed una platea così vasta e partecipe, e si lascia con l’amaro in bocca chi ha assistito a queste emozioni messe in musica ed in luci, in balli ed in canti. La Mannoia ha realizzato un concerto in cui parla di DIRITTI UMANI, diritti del SUD del mondo. Qualità della musica e bravura dei musicisti, oltre a chi li ha mixati; carisma dell’artista, assieme alla sua voce e la popolarità, la cornice; pubblico che viene coinvolto e reso partecipe, pubblico che risponde alle sollecitazioni; costruzione delle emozioni legate alla grafica ed al colore delle luci. E sono queste due ultime parti che fanno la differenza tra un bellissimo album realizzato in studio ed un meraviglioso concerto: se l’artista non comunica o riesce a comunicare con il pubblico attraverso i suoi gesti e le sue parole, sarà un ottimo spettacolo, ma….sarà un’opera incompiuta, lasciata a metà.. Unico appunto il banchetto con il merchandising: comprendo il risparmio energetico ma al buio.. Anche l’assortimento era piuttosto esiguo: 3 tipi di maglie (con il volto dell’artista, la scritta Sud oppure la scritta ME), ed alcune borse probabilmente in materiale riciclato, linguette di lattine. Quasi tutte color alluminio, alcune con sprazzi di colore rosso o verde; ma in ogni caso alquanto desolante come merchandising. Dopo ca 30’ l’artista esce per gli autografi ed alcune foto con i fan. Vestita in modo sobrio e capelli raccolti alla bene meglio, canotta, infradito e pantaloni alla zuava. Il tutto mentre attorno si lavora allo smontaggio del palco, ed un bilico di ca 15mt di lunghezza arriva per caricare il materiale che il giorno successivo verrà rimontato nella tappa successiva.

2 COMMENTS

  1. Diverse inesattezze. Il brano scritto da Luca Barbarossa è ” Luce ” . ” Vieni via con me ” è stata scritta e interpretata da Paolo Conte

  2. Buonasera,
    mi spiace per le inesattezze, frutto di errore ricerca su google per la prima, mentre la seconda…mero scambio di persone e mea culpa…

    Spero abbia gradito le restanti parti del reportage e le immagini del concerto…

    Saluti

    enrico guerri

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