Festival di Sanremo 2010: la ComiCronaca della seconda serata

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Dopo la seconda serata del Sessantesimo Festival della Canzone Italiana torna il nostro Dopo Festival, l’ormai nota ComiCronaca di cicciorigoli.

Buona lettura!

Sanremo 2010, Seconda serata. Oggi parlo poco dei Big, ché quello che dovevo dire l’ho già detto ieri. Rimango solo preoccupato perché le canzoni stasera mi piacevano di più. E’ proprio vero che ci si abitua a tutto, anche alle disgrazie.

Si parte con le ragazze del Moulin Rouge. Visto che hanno cominciato a far vedere patata alle 21:15 su Rai Uno, mi aspettavo che attorno a mezzanotte la Clerici si accoppiasse con un violoncellista, violoncello incluso. Purtroppo non è accaduto ma l’Antonellina si è presentata qualche ora dopo  vestita da Can Can e ha ballato facendo rimpiangere i gloriosi tempi di Maria De Filippi e Kledi De Filippi. Io ero concentrato sul violoncellista, mi aspettavo salisse sul palco a riprendersi ciò che legittimamente gli spettava

Due parole su alcuni Big: Povia ha lavato i capelli ma non ha fatto la barba. Sarà andato dal barbiere ma si è accorto tardi di non avere spicci, quindi ha dovuto scegliere. Le violoncelliste (sarà che stasera sono fissato) prima di suonare si sono puntate l’archetto a vicenda. Sembrava si sfidassero, più probabilmente si accusavano reciprocamente di aver accettato di suonare con Povia. Irene Fornaciari continuava a essere ripresa frontalmente dal basso, seminascosta dal microfono. Una prova in più che è brutta, ma veramente. E contrariamente alle attese ce la ribecchiamo in finale. Marco Mengoni ricordava clamorosamente l’Ivan Cattaneo dei tempi migliori, e ciò non depone a suo favore.  Gli altri non dico niente, non sia mai mi metto a fare qualche apprezzamento. Sono contento che abbiano eliminato Scanu e i Sonohra, ma sappiamo che il sardo al televoto è imbattibile. Chi volete che ripeschino, Toto? Oppure Nino D’Angelo e Maria Nazionale? Emanuele Filiberto? E’ ovvio, in un trionfo di telefonia mobile tornerà il codino sardo con il suo scialle. Godiamoci intanto questo momento di gloria come fosse una Philadelphia.

Ieri sera c’era Cassano. Pensavate di aver toccato il fondo? Ebbene, stasera c’erano i 3 tenorini, tornati dagli Stati Uniti dove hanno collaborato con Barbara Streisand e altri cantanti famosi che spero non sappiano da dove arrivano e chi frequentano quei 3 simpatici ragazzotti italiani. Sono contento di una cosa, però: che alla fine dei conti si siano visti poco, anche se mi sa che ce li ritroveremo per anni, pronti a subentrare nel momento in cui Domingo e Carreras andranno a fare nuovamente i Friends di Pavarotti.

Piatto forte della serata, nonostante fosse ormai notte fonda, i Giovani (Nuova Generazione). Conosciamoli meglio:

Nina Zilli: Stesso schema di Malika Ayane: sono brutta ma vedi come divento figa quando mi metto a cantare (Irene Fornaciari no, tu no). C’è da dire che la canzone era stata trasmessa dalle radio tante di quelle volte che ormai la sapevo a memoria. Sono contrario alle canzoni fatte ascoltare prima perché mi levano la magia del poter dire che fanno schifo, però magari riascoltandole… Ecco, se l’avessi ascoltata per la prima volta mi sarebbe piaciuta. Voto: 7 (fosse stata la prima volta si beccava almeno 8)

Broken heart college: Dirige l’orchestra Massimo Morini, proprietario della famosa fabbrica di moto. Speravo che la canzone fosse quella, ovvero “Ho comprato la moto Morini”, e sarebbe stato anche meglio. La canzone  che cantano veramente invece poteva intitolarsi: “Un anno di merda insieme ai Broken Heart college”, anche se la mia fidanzata ha notato che a Marzo non hanno fatto niente. Forse lei in quel periodo stava dai nonni per Pasqua.  Quello vestito da Aladino aveva la felpa legata in vita come i giovani degli anni ’90 in vacanza in Inghilterra. Voto: 4 (e tanti cari saluti, magari ci rivediamo in qualche matrimonio. Spero per voi che abbiate un’avviata ditta di pianobar)

Mattia De Luca: Miguel Bosè in brutto, che è tutto dire.  La canzone è scritta da Tricarico, che per rappresaglia e forse anche per vergogna quest’anno è rimasto a casa. Ottima la chiusura della Clerici: “Mattia De Luca non parlare più”. Non credo necessiti aggiungere altro, se non che la mia fidanzata ha chiosato: “Mi annoierei da morire a uscire con uno così”. Voto: 3 (e comprati un abito. I jeans, ma come si fa…)

Jacopo Ratini: Non so se l’ho già ascoltata questa canzone oppure è soltanto copiata. A me ricorda “Quando i bambini fanno oohh”, la sensazione è che starebbe benissimo in un video con immagini di bambini denutriti sullo sfondo. Alla fine pensavo dicesse: “Dona anche tu un euro mandando un sms al 484…”. Di rosso vestito, con il codino da sumo e movenze da mimo che sta in centro. Pensavo avrebbe passato il turno. Voto: 6 (ma tagliati i capelli. E magari dipingiti la faccia di bianco. E muoviti solo quando ti danno una monetina).

Luca Marino: Lavorava nel laboratorio di ciabatte di famiglia, credo sia quindi uno dei fornitori della Clerici che anche stasera zoppicava come neanche il Dottor House. Anzi, più che zoppicare pattinava, forse la legge di gravità su di lei agisce in maniera diversa, oppure era un omaggio alle Olimpiadi.  Un giovane abbastanza sfigato, di quelli che imparano la chitarra per riscattarsi ma poi, rimasti poveri, devono riscattare la chitarra per pagarsi da mangiare. Speriamo accada presto.  La canzone è uguale a Piccola e fragile di Drupi. Visto che bisogna ispirarsi, almeno ci si può ispirare a qualcuno di migliore (sia chiaro che a me Drupi piace davvero tanto, in ogni caso). Anche per lui eccezionale la chiusura della Clerici: “Luca Marino, non mi dai pace”. Ma quando decidono il titolo, perché non pensano al fatto che saranno presentati alla fine della canzone? Sembra che stasera tutti volessero infastidire la Clerici. Comunque è in finale. Complimenti a Drupi. Voto: 3 a lui, 7 a Drupi (per chi non lo sapesse, Piccola e fragile era la sigla di chiusura di Topazio, una telenovela sudamericana degli anni Ottanta con Grecia Colmenares. Io l’ho sentita lì per la prima volta).

Oggi cerco di parlare più diffusamente della Clerici. Ieri era vestita di rosso, stasera vestita d’argento, la mia fidanzata ha scommesso 10 euro che domani sarà vestita di verde. Come mai non l’hanno vestita di bianco stasera, allora? Faceva effetto bomboniera, questa l’arguta risposta. Anche stasera perle di saggezza tipo “Adesso la do”, “Ero così emozionata che tra un po’ scivolavo (non voglio sapere su cosa)”, “Peccato che io non sono verde (parlando di Avatar, dove sono tutti blu)”, “Io sono la prima in genere ad avere le cose”. Continua il mistero dei cartoncini che tutti bramano anche se non se ne conosce il motivo. Un giorno scopriremo anche il segreto dei tristissimi collegamenti  con la giuria popolare confinata in un gulag. Mancava poco che gridassero “Acqua, acqua vi prego”, probabilmente verranno riportati a casa in un carro piombato.
Memorabile l’intervista a Michelle Rodriguez (che ha messo il giubbotto sullo schienale della sedia come faccio io in pizzeria) con  Antonellina dentro un lettino abbronzante che la faceva diventare un avatar. Michelle Rodriguez non vedeva l’ora di tornare su Pandora, si vedeva benissimo. Bella anche l’intervista con la regina Rania di Giordania, che continuava a ripetere che fa una vita normale; si sveglia, accompagna i figli a scuola e poi va a ricevere un capo di stato. Toh, la stessa vita che fa mia madre, devo dirle di salutarmi Sarkozy quando viene a farsi un weekend a Cirello, in provincia di Reggio Calabria. La domanda più bella è stata: “Che responsabilità si ha nei confronti di un figlio che deve diventare re?”, mi aspettavo che la regina rispondesse: “Niente, abbiamo un adesivo sulla macchina con scritto: Futuro re a bordo”.
Gran finale con la Clerici che dice: “Fare sinergia, come si usa dire quelli che parlano bene”. Antonella, tu non sei tra questi.

Per chiudere, il consueto scambio virtuale ma realmente accaduto tra la mia fidanzata e la Clerici:
Antonella: “L’anno scorso a Ti lascio una canzone c’erano 3 bambini che cantavano…” Fidanzata: “Erano Pupo, Emanuele Filiberto e il tenore Cacalicani”.

7 COMMENTS

  1. Mattia De Luca: Miguel Bosè in brutto, che è tutto dire

    Non ho visto il Festival. Però Miguel Bosé è un gran bell’uomo (infatti suscita parecchia invidia con inevitabili e patetiche frecciatine da parte di certi maschietti), e quindi, se questo Mattia De Luca gli assomiglia, è fortunato. Pure se gli assomiglia in brutto.

  2. come già detto ieri, ribadisco che sei forte!! anche stavolta condivido molto di ciò che scrivi, ma soprattutto è esilarante la lettura dei tuoi commenti.. complimenti e.. a domani!

  3. sei veramente bravo! dici quello che direi io, non come quei pseudo giornalisti che fanno finta di criticare, e poi sono sempre lì in prima fila a leccare i discografici più potenti. io, il festival non lo sto vedendo molto, ma ti assicuro che è meglio leggere i tuoi commenti. ciao

  4. Secondo me invece sei un gran cafone!
    Ti cito “di quelli che imparano la chitarra per riscattarsi ma poi, rimasti poveri, devono riscattare la chitarra per pagarsi da mangiare. Speriamo accada presto”
    ma come ti permetti?
    Ma cosa ne sai tu della povertà?
    Sfigato che passi le serate a scrivere questa spazzatura.
    Tu come stai meso in banca eh?sei miliardario?
    immagino proprio. perchè la prossima volta non colleghi il cervello alla mano e pensi a quello che scrivi?
    sei offensivo e maleducato.
    ci auguriamo che tu resti senza un soldo e vendi iltuo computer…
    mi fai una gran tristezza

  5. Grazie a fra per l’insulto a 4 mesi di distanza, una bella interpretazione della teoria della “Coda lunga”. Comunque si, sono rimasto senza un soldo, tranquillo. Però continuo a essere uno sfigato e a passare le serate a scrivere spazzatura, però differenziata.

  6. 4 mesi di distanza non rendono le tue frasi meno offensive. prova a pensare a come deve essere bello essere al centro delle raccolta spazzatura…
    da gente che non ti conosce e ti giudica come fai tu.

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