Il “Ferrara Sotto Le Stelle” è uno dei festival più amati nel nostro paese: nel corso degli anni sta vantando collaborazioni e la partecipazione di artisti di prim’ordine nella scena musicale mondiale e una data che tutti stavano aspettando, vista la programmazione di quest’anno, era quella dei The National.
Il gruppo di Cincinnati ha conquistato Piazza Castello e il pubblico si è mostrato davvero rispettoso e caloroso nello stesso tempo. La data che vedeva la partecipazione dei The National era sold out già da tempo. Di certo, la band indie rock, nel corso di quest’ultimi anni, si è fatta amare da una fetta di pubblico sempre maggiore grazie alle splendide melodie nostalgiche ma nello stesso tempo piene di pathos.
Matt Berninger non sbaglia una parola e con la sua voce profonda incanta il pubblico che rimane quasi estasiato nel vedere i The National là, sul palco. “High Violet“, ultimo cd prodotto dalla band, ha davvero emozionato e ovviamente le canzoni al suo interno sono state quelle maggiormente suonate dalla band anche se, contrariamente alla tendenza generale, hanno riproposto canzoni anche della loro carriera iniziale.
Un pubblico che nella splendida cornice di Piazza Castello sembra quasi formare un gruppo talmente omogeneo di persone in estasi: nessuna baraonda, nessuna problematica classica dei concerti ma uno spettacolo riuscito al 100%.
I The National, molto amati, ricordiamo, oltre che da noti volti musicali anche dal presidente degli USA Barack Obama sorprendono ancora una volta per la loro compostezza, raffinatezza e soprattutto tranquillità. Di certo, non sono arrivati al successo grazie a scandali o trovate pubblicitarie ma semplicemente con delle liriche che incantano e sembrano poesia.
L’opening act della serata sono stati i Beirut, gruppo newyorkese che vede il frontman Zachary Francis Condon in un’esibizione particolare come lo è del resto l’intero gruppo. I Beirut non avevano mai suonato in Italia e questa prima volta siamo sicuri che non la dimenticheranno presto. Solida formazione che si muove in un terreno di esplorazione musicale mischiando il pop occidentale a suoni dell’Est. Alcuni critici hanno già paragonato la band ad un altro prodigio musicale inglese, Patrick Wolf, mentre alcuni hanno sottolineato rimandi agli Arcade Fire; trovare similitudini e differenze musicali è sempre una questione prettamente soggettiva ma di certo i Beirut sorprendono per una padronanza musicale ottima che riesce a coinvolgere anche la grande maggioranza del pubblico che non aveva mai avuto modo di sentirli prima d’ora.
Ritornando ai The National, gruppo con un potenziale ancora inesplorato ma che sta conquistando il pubblico come gran poche band attualmente, grande merito va al cantante e produttore di tutti i testi del gruppo Matt Berninger che si dimostra un leader particolare e unico. Le prime canzoni dell’esibizione si snodano con il frontman che canta guardando il viso degli spettatori delle prime fila e tenendogli le mani.
La cornice di Piazza Castello, con pochissime luci e un buio che inghiotte il pubblico, sembra essere il contorno perfetto per una band che cerca di ottenere una propria intimità con il pubblico, dimostrato anche dal gesto sicuramente apprezzabile del frontman.
La band, sapientemente mescola brani provenienti dall’ultimo cd, High Violet con altri di Alligator e Boxer, rispettivamente pubblicati nel 2005 e nel 2007.
La serata, già da subito molto intensa, trova la sua massima espressione nelle ultime canzoni finali con un momento davvero emozionante: i The National chiamano i Beirut sul palco per cantare insieme “Fake Empire”.
Sulle note di “Terrible Love” che accede ancora quell’ultima percentuale di pubblico rimasta finora contenuta, il frontman si getta fra la folla, in mezzo a fan adoranti. Infine, quando la serata sembrava concludersi cosi, arrivano le note di “Vanderlyle Crybaby Geeks” con la band tutta riunita a bordo palco e un pubblico silenzioso, concentrato sugli ultimi minuti di spettacolo.
Ricordiamo che due giorni prima la piazza si era animata con “Un giorno del tutto differente” che ha visto protagoniste molte band del panorama italiano fra i quali i Verdena, direttori artistici della serata. Ancora una volta la scena musicale indipendente mostra energia e talento da vendere. I Verdena confezionano l’ennesima prova con un pubblico divertito e sorpreso della grande capacità del trio (ora quartetto) bergamasco di trasportare le canzoni verso i fan.
Questa sera Piazza Castello vedrà esibirsi Pj Harvey nell’unica data italiana, ancora una volta un concerto a tutti gli effetti imperdibile.