Molti conoscono i Fall Out Boy grazie alla cover di un paio di anni fa del famosissimo pezzo di Michael Jackson “Beat it“, ignorando che i Fall Out Boy sono un gruppo di quattro persone che suonano insieme dal 2001 e che hanno messo alle spalle ben 7 dischi prima di questo loro ultimo nuovo lavoro, “Save rock and roll“.
I quattro ragazzi di Chicago (Patrick Stump alla chitarra e voce, Peter Wentz al basso e cori, Joe Trohman alla chitarra principale e Andrew Hurley alla batteria) suonano una musica che viene inserita nel genere pop-punk/emo-pop. Dopo l’ascolto di “Save rock and roll” io credo che ai Fall Out Boy stia anche stretta l’idea di una certa classificazione musicale, visto che questo gruppo si dimostra capace di suonare facilmente molti sottogeneri musicali senza mostrare punti di debolezza.
“Save rock and roll” viene dopo una pausa di 4 anni che il gruppo ha preso per seguire alcuni progetti personali dei suoi membri, pausa che deve avere davvero rigenerato il gruppo, visto che questo nuovo disco, una volta pubblicato, è riuscito a piazzarsi subito al primo posto nella classifica Billboard 200, testimoniando una rinascita ben rappresentata simbolicamente dalla prima canzone del disco, “Phoenix“, titolo e paragone con il noto animale mitologico crediamo non scelto a caso.
Il secondo brano del disco è il singolo scelto per la promozione di questo lavoro, “My songs knows what you did in the dark (light em up)“, un bel pezzo ritmato di pop-rock dal ritornello molto accattivante. I Fall Out Boy, nel corso delle 11 tracce che compongono questo disco, riescono a passare dal rock di “Alone together” e “Miss missing you” al pop-rock di “Where did the party go” e “Young volcanoes” con estrema naturalezza, dimostrando di sentirsi appieno nel loro elemento musicale e di padroneggiare molto bene e con estrema convinzione la musica che suonano.
Il disco ha anche alcune collaborazioni, come quella con Foxes per “Just one yesterday“, una delle migliori canzoni del disco: troviamo all’interno di questo lavoro anche nomi che potrebbero far alzare qualche cipiglio, come Big Sean ed il suo rap in “The mighty fall” o come quello di Courtney Love per il pezzo “Rat a tat”. Niente in confronto a quello che potrebbe creare sapere che l’ultimo pezzo del disco, la title track, vede la collaborazione nientepopodimeno che di Elton John. E questo dimostra come i Fall Out Boy riescano a fondere nel loro insieme musicale anche tendenze e musiche che sembrano stonare se accostate, con un risultato più che apprezzabile. E tutto ciò rende questo disco davvero un buon lavoro.