Faith no More: Bill Gould annuncia il ritorno con un nuovo album

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Il ritorno dei Faith no More

Una delle band simbolo dell’alternative metal, I Faith no More, stanno per tornare alla ribalta con il loro settimo disco, il primo di inediti in 18 anni di carriera: questa anticipazione è stata rilasciata in un’intervista alla rivista Rolling stone da parte del bassista Bill Gould.

Di questo nuovo disco si sa l’uscita, ovvero l’aprile del 2015, il nome e la data di release del primo singolo, ovvero “Motherfucker” che verrà distribuito il 28 novembre (il Record Store Day Black Friday) in un numero limitato di 5000 copie con tanto di B-side del singolo in versione remix ad opera di J.G. Thirlwell, ed il fatto che la casa di produzione, la Reclamation Records, fa parte della band stessa, così come l’etichetta di distribuzione, la Ipecac Recordings, di proprietà del frontman Mike Patton.

Anche se nessuna data al momento è stata programmata, la band starebbe pianificando un minitour americano di 5 date vicine alla data di pubblicazione del disco: sarebbe un ritorno anche sulle scene live, dopo che la band dal 2009 ha suonato in solo cinque città americane.

Il ritorno dei Faith no More

Intervistato da Rolling Stone, Gould non si è volute sbilanciare sul nome del disco ma ha confermato che la band è a buon punto su questo nuovo progetto e che la sua gestazione è durata circa un anno e mezzo. Alla domanda su che tipo di sound sia composto il nuovo disco, Gould ha detto che riflette le esperienze che hanno avuto i membri della band in questi anni (che ricordiamo sono Mike Patton alla voce, Jon Hudson alla chitarra, Bill Gould al basso, Mike Bordin alla batteria e Roddy Bottum alle tastiere) e che suona molto bene, grazie anche alla bravura tecnica che è migliorata in questi 17 anni. Gould dice anche come la band si sia sentita finalmente libera con la rescissione del vecchio contratto discografico e come questa libertà abbia giovato al processo creativo che si è svolto senza pressioni o ansie ma con una sua tempistica naturale.

L’intervista si chiude con questa frase di Gould: “In un certo senso, questo disco è più di una sfida. Ma noi non la pensiamo così: per noi è solo qualcosa di davvero buono che abbiamo fatto e vogliamo vederla così, ed è interessante per noi perché fino a poco tempo fa pensavamo che non avremmo mai più scritto musica come quella di 15 anni fa, ma vedendo il pubblico che ci invoglia e che vuole sentire cosa facciamo e vedendo che quello che abbiamo fatto è durato nel tempo ci fa sentire in maniera grandiosa e ci da la voglia di continuare.”

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