Dopo la partecipazione al Festival di Sanremo 2019 con “Solo una canzone” e aver conquistato i club di tutta Italia con “Cosa Fai questa notte? Tour 2019“, che si è concluso il 12 aprile a Bari, gli Ex-Otago sono pronti a ripartire con “La Notte Chiama Tour“.
Questo nuovo tour, dopo che gli stessi hanno consegnato al mercato lo scorso mese di febbraio il loro sesto album “Corochinato“, a circa tre anni di distanza dal precedente “Marassi“, vedrà la band genovese presenziare nei principali festival d’Italia con queste date: Barzio (8 giugno, Nameless Festival), Parma (9 giugno, Parma Music Park), Milano (27 giugno, Tuborg Open Fest), Collegno (3 luglio, Flowers Festival), Bologna (12 luglio, Indimenticabile Festival), Tortona (13 luglio, Arena Derthona), Roma (19 luglio, Rock in Roma), Treviso (21 luglio, Suoni Di Marca), Cinquale (9 agosto, Arena della Versilia), Fasano (17 agosto, Costa dei Trulli Festival) e Bellaria Igea Marina (24 agosto, Beky Bay).
In questo periodo Maurizio Carucci (voce), Simone Bertuccini (chitarra acustica e basso), Olmo Martellacci (tastiere e basso), Rachid Bouchabla (batteria e percussioni) e Francesco Bacci (chitarra elettrica e basso) hanno anche partecipato con la loro versione di “Amore che vieni, amore che vai” alla creazione di “Faber Nostrum“, album – tributo a Fabrizio De André uscito venerdì 26 aprile: ‘Amore che vieni, amore che vai’ tratta l’amore in maniera sincera, con il tipico sapore dolce amaro estremamente genovese e di conseguenza anche nostro, da questo è dipesa la scelta del brano. Chiedere a un genovese come si è avvicinato a Fabrizio De André è come chiedere a un napoletano come si è avvicinato a Maradona: fa parte della nostra cultura. Faber è sempre stato presente nelle nostre vite ma mentiremmo se vi dicessimo che lo ascoltiamo tutti i giorni, è un grande padre del quale abbiamo molto rispetto e da cui allo stesso tempo abbiamo sempre avuto l’esigenza di allontanarci”.
Ma, dato che, come loro confessano, non riescono a stare fermi un attimo, hanno anche partecipato alla nascita del documentario “Siamo come Genova“, come loro stessi spiegano: “L’idea è venuta al nostro amico e regista Paolo Santamaria, che ha iniziato a immortalare vicende ed episodi senza che ci fosse un progetto dietro. Alla fine del tour di “Marassi” siamo tornati a Marassi, e siamo andati al carcere del quartiere per suonare per i detenuti. Volevamo immortalare quel momento, e da lì in poi siamo stati seguiti dal regista, che ha messo in fila le cose che ci capitavano. I documentari spesso parlano di grandi ascese o grandi nostalgie, invece per noi è capitato in un periodo di transizione. Ma pensandoci è una nostra costante, siamo sempre in un periodo di transizione”.