L’età del consenso di Immanuel Casto arriva a Bologna

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Foto di Stefano Pellone

Il 1 dicembre al Circolo Zona Roveri di Bologna si è tenuta la tappa felsinea del “L’età del Consenso Tour“, il tour celebrativo del greatest hits di Immanuel Casto, artista raffinato e spiazzante, creatore e signore indiscusso dello stile Porn Groove, che festeggia così i 14 anni di una lunga carriera che lo hanno visto spesso esposto per le motivazioni più sbagliate.

Il circolo gremito, nonostante il lieve ritardo iniziale, ha dato riprova dell’affetto della città emiliana per il Casto Divo, affetto che è stato testimoniato dalla lunga fila iniziale ai botteghini, e Immanuel non si è risparmiato, con una scaletta di 20 brani che ha ripercorso la sua carriera, attorniato dai suoi fidati musicisti Keen e Dado Bertonazzi, dalle Beat Girls, dalla vocalist Selena Bricco e dalla sua “partner in crime” Romina Falconi, con cui da anni c’è una proficua collaborazione artistica.

 

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Foto di Stefano Pellone

 

Bastano le prime note di “Goodbye Milano“, secondo inedito della raccolta, per mandare in visibilio il pubblico e mostrare un Immanuel Casto in forma smagliante, sia fisica che vocale: lo dimostrano gli esercizi ginnici sul palco di “Zero carboidrati” e la coreografia di “Anal Beat“. Al momento di cantare “Sognando Cracovia” sale sul palco Romina Falconi ed è un boato: la cantautrice romana rimarrà anche per le successive “Who is afraid of gender” e “Crash” prima di congedarsi dal pubblico tra battute e sketch.

 

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Foto di Stefano Pellone

Dopo aver ballato tutti insieme con “Alphabet of love” (memorabile la linea finale), si ha anche il modo di ricordare il passato, visto che sono in scaletta brani come “Che bella la cappella“, “Escort 25” e “Io la do“, prima di tornare a una musica più recente con il brano di denuncia sociale “Killer Star“. D’altronde, che Immanuel ci abbia sempre messo la faccia in prima persona su alcuni temi “caldi“, rischiando del proprio, lo dimostrano anche canzoni meno recenti come “50 bocca/100 amore“.

 

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Foto di Stefano Pellone

L’artista bergamasco ha anche il tempo di ritagliarsi una inedita parte da chansonnier moderno con un racconto dal titolo “Un piccione nel culo“, in cui è seguito dal fido Keen mentre racconta la storia della povera Agata e del turpe piccione Gasparre: una volta svestiti i panni del crooner, ritornano i vestiti del provocatore con “Sexual Navigator” e “Social Queen“, prima che l’emozione colpisca tutti con una accorata versione di “Da grande sarai frocio“.

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Foto di Stefano Pellone

Il concerto sta per giungere alla fine ma il pubblico ha ancora il tempo di scatenarsi sulle note di “Tropicanal” e “Discodildo” prima di cantare a squarciagola il singolo di lancio della greatest hits “Piromane” e salutare il pubblico: la sala però vuole ancora sentire il suo vate e tutti risalgono sul palco per un encore molto sentito, con le note di “Deepthroat Revolution” che inondano la sala e che esaltano il pubblico. Finisce tra lacrime e commozione, tra risate e divertimento, con gli artisti che ricevono pochi fortunati nel backstage e la serata che si conclude nella discoteca Red, poco distante, dove Immanuel ha una sessione meet & greet con alcuni suoi fan. Bologna ha di nuovo dimostrato, se ce ne fosse stato bisogno, il suo affetto per un performer che, con ironia e la giusta dose di incoscienza, porta spesso a riflettere su temi “pesanti” con la giusta leggerezza. E allora, lunga vita al Casto Divo.

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