L’articolo di oggi parla di quella categoria di cantanti che potrebbero essere definiti “gli artisti poco noti”, ma che sicuramente meritano di esserlo… Stiamo parlando di quel tipo di musica che gira intorno i migliori pub di musica dal vivo e festival di tutta Europa ma che purtroppo non hanno avuto una vera e propria possibilità di raggiungere la popolarità con le maggiori case discografiche, ma sicuramente non sono minori a livello di competenze e “background” musicali di molti altri artisti conosciuti.
La cantante di cui parlerò oggi è Erika Footman, e non credo sia molto d’aiuto partire dalle basi come ad esempio da dove proviene o dove è cresciuta o quali sono le sue influenze musicale, ma sinceramente è molto più interessante parlare del suo lavoro che ha una sua totale originalità e della sua voce così ricca di sfumature con un timbro vocale quasi teatrale che assomiglia forse alle grandi cantanti della musica pop degli inizi come ad esempio Kylie e Carly Simon fino al rock e rave dei 90’ creando uno stile particolare che è difficile da etichettare. C’è una punta di oscurità nelle sue canzoni che le distingue le une dalle altre rendendo ogni canzone molto interessante.
Cresciuta nei sobborghi di Londra e del Giappone, le vocalità di Erika sono state notate da molti artisti conosciuti. Infatti, è stata ingaggiata come corista per MIKA, il prossimo giudice internazionale di X Factor Italia, andando in giro per il mondo in tour ed esibendosi davanti a 20.000/50.000 persone. Ha cantato anche con una band hip-pop/metal “Senser” in Gran Bretagna e Europa ed ultimamente per il tour acustico 2013 della famosa band Skunk Anansie. Inoltre, è stata una delle voci di ben 2 canzoni della band prima in classifica in Gran Bretagna “Bastille”. Che dire: ora è tempo per lei di spiccare il volo!
Infatti, ho l’immenso piacere di presentarvi il suo ultimo lavoro: l’EP intitolato “Onna-Bugeisha” composto da 5 canzoni molto diverse le une dalle altre. C’è una miscela di suoni che vanno dalla intensità del rock, alle sorprese melodiche del pop, alla grandezza del teatro musicale. Liricamente parlando le canzoni intrigano molto, si può sentire ogni emozione attraverso la voce di Erika e i messaggi e le storie sono espressi in modo molto diretto e creativo. Analizziamo le canzoni:
Wonderful : un inizio molto lontano dal pop, che parte con un’introduzione strumentale che ricorda molto la musica elettronica, con la forte predominanza delle chitarre. La componente strumentale è decisamente regina in questa canzone e la voce è introdotta in modo tale da risultare come se questa fosse l’accompagnamento alla melodia. Il messaggio “Everything is gonna be wonderful”, ritornello di questa canzone, è un inno alla spensieratezza ma che con questa sonorità assume una connotazione dolceamara che lascia ammaliato l’ascoltatore fino alla fine della canzone.
The show: un rintocco di campane a preludio di questa seconda canzone, forse la più dark di tutto l’EP, che sembra portare l’ascoltatore in un piccolo paesino di campagna con una chiesetta che potrebbe tranquillamente essere stata il set cinematografico del famoso film “Uccelli” di Hitchcock! Ascoltando questa canzone si può immaginare Erika vestita da sposa col vestito scurito e malandato che scappa per non affrontare le proprie paure … Il ritmo ben scandito della batteria, la voce in riverbero sui toni più alti e le lyrics metaforiche contribuiscono a tutto l’immaginario sopracitato. Il mio consiglio è solo quello di ascoltarla senza cuffie per carpire anche le più piccole sfumature!
Touch me: una melodia di fondo dai caratteri orientali tipicamente Giapponese che riprende le origini della cantante. Il tono della voce ancora una volta è molto alto quasi etereo e il ritmo è ben scandito e coinvolgente che attira l’attenzione su delle lyrics nuovamente profonde che rispecchiano la sfera emotiva personale della cantante.
Junky: E’ semplicemente una canzone molto ben costruita con un sound semplice ma al tempo stesso accattivante e ancora una volta la parte vocale e le lyrics sono di prim’ordine. Inoltre i cori in sottofondo abbracciano la componente acustica delle chitarre contribuendo a creare un senso di leggerezza che pervade l’intera canzone.
Maybe: Canzone molto acustica, differente dalle altre, che inizia con una melodia al piano che accompagna la voce di Erika e lentamente si trasforma in una ballata pop potente. Credo che la parte più interessante sia la storia contenuta nella canzone. Si parla di una rottura raccontata dal punto di vista della donna, certo niente di nuovo fino a qui, ma per la prima volta si ha l’onestà di non dare la colpa della rottura sempre e solo all’uomo. Sa che è stata anche colpa sua e ne accetta le conseguenze. Secondo me l’onestà e la fiducia è quello che rende il messaggio ancora più potente.
Quindi se state cercando qualcosa di nuovo ed originale, vi consiglio di ascoltare questo nuovo EP di Erika “Onna-Bugeisha”, non ve ne pentirete!