Eridana: “Intro”. La Recensione

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A distanza di due anni e mezzo dal loro primo lavoro, “Acqua di Luna“, gli Eridana tornano con un nuovo CD autoprodotto dal titolo “Intro“. Già dal nome si capisce molto dell’EP, un lavoro che non si propone per il mercato discografico, piuttosto fa da presentazione della band per gli addetti ai lavori. Il tutto con una nuova line up, dei vecchi Eridana resta solo il cantante e chitarrista Emanuele Bartoli, anima e perno del gruppo, a lui si affiancano Cristina Patrizi al basso, già nota come membro del gruppo rock al femminile La Menade, e Andrea Cetta alla batteria.

Eridana Intro
Eridana – Intro – Artwork

“Intro” è un disco che prende molto dalle sonorità degli anni ’90, da quel grunge che i Nirvana resero famoso, anche se a tratti potrebbe ricordare alcune sonorità proposte dai Verdena, ma con la particolarità di affiancare alla musica dei testi che sanno quasi di cantautorato, con una spiccata propensione verso quelle situazioni che possono generare malessere. La musica purtroppo spesso si riduce a semplice e basilari sonorità, anche se apprezzabili come ad esempio la semplice ma efficace linea di basso nella title track “Intro“.  “Molly Bloom” è forse il brano che più di tutti prende le distanze dall’esterno, proponendo un sound più noto nel panorama indie italiano, comunque riuscendo bene. A doppia faccia “Trauma“, non riesce completamente, colpisce bene ma non sa per nulla di novità. Anche “Apatia” sembra non convincere musicalmente però nel complesso rende bene l’idea di ciò che si vuole comunicare. A chiudere l’EP c’è “Rohypnol“, quello che sicuramente è il brano meglio riuscito sia tecnicamente sotto l’aspetto musicale, sia nella lirica. Alla fine dell’ascolto possiamo dire che “Intro” degli Eridana è un disco d’esordio che fa ben presagire, lasciando l’idea di un incompiuto ma facendo ben sperare in ciò che il gruppo con una buona produzione può fare.

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